Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/LXXXIV - Il gran terror di Roma Mitridate
![]() |
Questo testo è stato riletto e controllato. | ![]() |
◄ | Alcuni Fragmenti delle Rime - LXXXIII - In questo seno di Pozzuolo e Cume | Alcuni Fragmenti delle Rime - LXXXV - I' mi credea partendo da Sebeto | ► |
LXXXIV.
A Roma. Sonetto di rievocazione storica. Parla Siila rivolto a Pompeo ed esalta le proprie glorie militari in confronto alle sue vittorie posteriori più facili perchè già preparate dalle precedenti.
Il gran terror di Roma Mitridate
A bada tenni e fu da me cacciato:
Con prestezza Tigrane ho superato,
4E tante lor provincie soggiogate.
A’ Parti le saette avrei spezzate,
Se chi dovea m’avesse seguitato.
E ’l mar Ircano, e ’l fin dell’Asia dato
8Termine a Roma, no ’l fecondo Eufrate.
Per un de’ miei, migliaia eran nemici,
Ma ’l mio valor valeva tutti quei,
11Che sen fuggiro, e che restar mendici.
Or tu, Pompeo, se detto vittor sei
Di tanti Re, non sai le lor radici
14Esser tagliate pria dai ferri miei.
Note
V. 1. Mitridate vinto da Silla.
V. 2. A bada, temporeggiando.
V. 3. Tigrane, re d’Armenia fautore di Mitridate.
V. 5. Parti, abitatori dell’Ircania, regione asiatica.
Vv. 7-8. Avrei dato a Roma confini anche più vasti e più remoti di quelli ch’essa ebbe.
V. 9. Un, contro mille, dunque.
V. 11. O volsero in fuga o rimasero mendici, privi di tutto, in soggezione.
V. 12. Pompeo, fu vincitore dopo che le radici, e cioè la forza di tanti re, fu prima fiaccata dalle mie armi.