Pagina:Il Canzoniere di Matteo Bandello.djvu/139

136 Matteo Bandello

In breve tempo il tutto verrà meno,
     Se li purgati ingegni non son mossi
     14A dargli vita con gli scritti loro.


Vv. 1-2. Pozzuolo, Cume, Baie, Pozzuoli, Cuma, Baia, superbe località dei dintorni di Napoli; la Bajæ dei Latini era particolarmente nota per le sue ville aristocratiche.

V. 8. Chi non l’aìta, se non c’è chi l’aiuti la fama suole, ha costume, scomparire, Cfr. Petrarca nei Trionfi, quello della Fama e quello del Tempo.

V. 9. Che val, ecc.; tutta la terzina è notevole per enumerazione vivace di grandi imprese di costruzioni di colossali edifici, trafori di monti, dighe, conquiste e prodigalità fastose.

V. 13. Purgati ingegni, eletti, puri per inspirazione e per stile.

V. 14. Dargli si riferisce a il tutto. Questo concetto, in cui più volte c’imbattiamo, è dal Petrarca così espresso per bocca d’Alessandro sulla tomba d’Achille: «O fortunato, che sì chiara tromba | Trovasti e chi di te sì alto scrisse!», Canz., CLXXXVII, vv. 3-4.


LXXXIV.

A Roma. Sonetto di rievocazione storica. Parla Siila rivolto a Pompeo ed esalta le proprie glorie militari in confronto alle sue vittorie posteriori più facili perchè già preparate dalle precedenti.


Il gran terror di Roma Mitridate
     A bada tenni e fu da me cacciato:
     Con prestezza Tigrane ho superato,
     4E tante lor provincie soggiogate.
A’ Parti le saette avrei spezzate,
     Se chi dovea m’avesse seguitato.
     E ’l mar Ircano, e ’l fin dell’Asia dato
     8Termine a Roma, no ’l fecondo Eufrate.
Per un de’ miei, migliaia eran nemici,
     Ma ’l mio valor valeva tutti quei,