Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/II - Se mai sará chi queste rime prenda
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II.
Proemio. Scritto ad Agen nel 1544, quando mise insieme questo Canzoniere frammentario. — Significato morale generale: ognun si guardi dal cadere nei lacci d’amore! — Rammarico di non aver dato opera a studi più elevati. — Chiusa intonata a scettico rimpianto.
Se mai sarà chi queste rime prenda
Mosso dal suon de’ caldi lor sospiri,
Pietoso pensi agli aspri miei martiri,
4E quanto può d’amar il cor difenda.
Di me si faccia specchio, e non attenda
Di duo begli occhi a’ sì fallaci giri,
Che forza poi sarà, che invan sospiri
8Il folle error, che mal alfin s’ammenda.
Al ciel si volga, mentre in libertate
L’alma si trova, e ’l tempo in miglior studi
11Con più lodati inchiostri alfin consumi.
I’ che lunga stagion i regni crudi
Seguii d’amor, trovai che in ogni etade
14Il cor si pasce sol di sogni e fumi.
Note
Vv. 1-2. Cfr. primo sonetto del Canzoniere del Petrarca: «Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono | Di que’ sospiri...» e, per il v. 14, il son. CCCLXV che comincia: «I’ vo piangendo i miei passati tempi».
V. 5. Specchio: prenda esempio da me.
V. 8. Error, traviamento; s’ammenda, mal si riesce, quando è troppo tardi, a farne onorevole ammenda.
V. 11. Lodati inchiostri, già nelle Novelle, cfr. I-1, dedica. Inoltre cfr. Dante, «Faranno cari ancora i loro inchiostri», Purg., XXVI, V. 116; Ariosto, Or. Fur., I, str. 3, «opera d’inchiostro», sempre nel senso di: in opere letterarie e di studio, che procaccino maggior lode.
V. 12. Lunga stagion per lungo spazio d’anni, dalla giovinezza alla vecchiaia.
V. 13. In ogni etade, in ogni periodo della sopra detta stagion.
V. 14. Bel verso questo, che conchiude bene il sonetto di sapore e di stampo schiettamente petrarchesco; cfr. «Che quant’io miro par sogni, ombre e fumi». (Canz., CLVI, v. 4). — Sogni e fumi, sogni, fantasticherie, illusioni.