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Il Canzoniere | 57 |
V. 111. Voi, donna, che elevate l’animo dell’uomo inducendolo a fare di bene in meglio.
V. 112. Speglio, specchio e quindi l’imagine delle tre Grazie.
V. 123. In picciol rivo, altrove, son. XXXVII, vv. 9-10, dirà costringere il mare in un vaso, imagine, del resto, tolta al Petrarca; cfr. ivi, v. 9, nota.
V. 126. Sola, unica di tal fatta.
V. 129. Un, un cotale, un tuo devoto che sta in riva alla Garonna.
V. 132. Mira, meravigliosa e quindi mirabile, ammiranda.
V. 133. Qui, nel mondo impersonate l’idea stessa della virtù, del valore.
V. 134. Perfetta di corpo e d’animo.
II.
Proemio. Scritto ad Agen nel 1544, quando mise insieme questo Canzoniere frammentario. — Significato morale generale: ognun si guardi dal cadere nei lacci d’amore! — Rammarico di non aver dato opera a studi più elevati. — Chiusa intonata a scettico rimpianto.
Se mai sarà chi queste rime prenda
Mosso dal suon de’ caldi lor sospiri,
Pietoso pensi agli aspri miei martiri,
4E quanto può d’amar il cor difenda.
Di me si faccia specchio, e non attenda
Di duo begli occhi a’ sì fallaci giri,
Che forza poi sarà, che invan sospiri
8Il folle error, che mal alfin s’ammenda.
Al ciel si volga, mentre in libertate
L’alma si trova, e ’l tempo in miglior studi
11Con più lodati inchiostri alfin consumi.
I’ che lunga stagion i regni crudi
Seguii d’amor, trovai che in ogni etade
14Il cor si pasce sol di sogni e fumi.
Vv. 1-2. Cfr. primo sonetto del Canzoniere del Petrarca: «Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono | Di que’ sospiri...» e, per