I sette a Tebe/Terzo episodio
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TERZO EPISODIO
Dal campo giunge un
araldo
Figlie di balde madri, or fate cuore!
Scampata è la città dal servil giogo.
La sonora iattanza è al suol piombata
dei guerrieri fortissimi. Il sereno
tornò su Tebe: i flutti non v’irruppero,
la protesser le torri; ed eroi validi,
uomo contro uomo, le porte sbarrarono.
Felice fu l’evento per sei valichi:
sopra il settimo stette il Nume Apollo,
re venerando, che puní sui figli
d’Edípo i falli dell’antico Laio.
coro
Qual nuovo male sopra Tebe incombe?
araldo
Per man l’uno dell’altro eroi morirono....
coro
Chi mai? Chi dici? il terror mi dissenna!
araldo
Sii calma, ascolta. I due figli d’Edipo....
coro
Ahimè! Che il mal già presagisco, misera!
araldo
Dubbio non v’ha: trafitti nella polvere....
coro
Giacquero là? Sebbene è duro, dillo.
araldo
Sí, troppo. Con fraterne mani spentisi.
coro
Ugual fu dunque per entrambi il Dèmone!
araldo
Questi or distrugge l’infelice stirpe:
onde allegrarci insiem dobbiamo, e piangere.
E’ salva Tebe, ma i suoi duci s’ebbero
dal ferro scita cui die’ tempra il màlleo1,
partiti i beni. Dagl’infesti voti
del padre spinti, tanto avran di terra
quanta sia la lor fossa. E’ salva Tebe;
ma dei fratelli re, spenti con mutua
strage, la negra terra il sangue beve.
L'araldo si ritira.