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I SETTE A TEBE | 203 |
araldo
Questi or distrugge l’infelice stirpe:
onde allegrarci insiem dobbiamo, e piangere.
E’ salva Tebe, ma i suoi duci s’ebbero
dal ferro scita cui die’ tempra il màlleo12,
partiti i beni. Dagl’infesti voti
del padre spinti, tanto avran di terra
quanta sia la lor fossa. E’ salva Tebe;
ma dei fratelli re, spenti con mutua
strage, la negra terra il sangue beve.
L'araldo si ritira.