I martiri di Curtatone e Montanara/Canto
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Epico Vate, interroga
Il quarant’otto, e scrivi:
Della tua cetra il sonito
Scuota d’Ausonia i vivi,
E la gloriosa istoria
Ai figli nostri impara:
7De profundis pei morti a Montanara.
Erano lieti e floridi
Nella più balda etade
Quei mille che lasciarono
Le tosche lor contrade,
E volontari corsero
All’immortal tenzone.
14De profundis pei morti a Curtatone.
E l’Appennin varcarono
Pieni d’Italia il core,
Sciogliendo ardito cantico
Bello di patrio amore,
Con quel desio magnanimo
Che a forte oprar prepara.
21De profundis pei morti a Montanara.
Sostâr tra il Mincio e l’Oglio. —
Volgea fulgido il raggio
Del Sol, presso al meriggio,
Nel ventinove maggio,
Quando s’udì per l’etere
Il tuono del cannone.
28De profundis pei morti a Curtatone.
”Toscani, le Termopili
Là sono, o vita o morte„
Grida il nuovo Leonida:
Cadrà in sua trista sorte
La maledetta Gerico
A libertade avara.
35De profundis pei morti a Montanara.
Viva Italia! rispondono
I giovani guerrieri;
Italia alto ripetesi
Pe’ campi e pe’ sentieri;
E, viva Italia, Italia!
Di guerra è la canzone.
42De profundis pei morti a Curtatone.
All’armonia terribile
Accesa è la battaglia...
S’agita dubbio il Teutono...
L’un sull’altro si scaglia....
E i nostri il sangue versano
Per questa Terra cara.
49De profundis pei morti a Montanara.
Scoppiavano, scrosciavano
Bombe, mitraglia e palle;
Assalti, urti alternavansi
Sulla trincea, nel calle...
— Ed il figliuol d’Etruria
Fu indomito leone. —
56De profundis pei morti a Curtatone.
Sorge un’incendio: — e prossima
Spera vittoria l’oste.
Mancan le miccie... e miccie
Dal petto e dalle coste
Son le ardenti, che strappano,
Vesti i feriti a gara.1
63De profundis pei morti a Montanara.
Io narro gloria. — In numero
Maggior ben cinque volte,
Chiuse nell’armi, intrepide
Eran le schiere accolte
Che ai ludi si slanciarono
Di sanguinoso agòne.
70De profundis pei morti a Curtatone.
Sguerniti i nostri, e poveri
Di bellici strumenti,
Pel Dritto e per la Patria
Pugnavano.... furenti.
— E s’ingoiò l’estraneo
La gran menzogna amara. —
77De profundis pei morti a Montanara.
Ma gli uni già s’arretrano...
Di fronte, a tergo, a lato
Preme il nemico. Sfidano
Gli altri più fermi il fato....
— E il Sol dolente, celere
S’ascose entro il burrone.
84De profundis pei morti a Curtatone.
Riedi a Verona, o Teutono,
Perduta è la giornata!
D’Eroi breve manipolo
Ti sgominò l’armata.
Riedi: — sarà poi vindice
Lo scherno di Novara..!
91De profundis pei morti a Montanara.
Rinacque il giorno. Caddero
Le mura di Peschiera:2
E all’aure insieme ondeggiano
La Croce e la Bandiera
Che nel Benàco specchiansi
Dall’alto del torrione.
98De profundis pei morti a Curtatone.
Là sui cruenti Tumuli
Splende una luce bella:
A propiziare il secolo
Veglia di Dio la stella.
De profundis sull’Ara
105Dei morti a Curtatone e a Montanara.
Cinte del peplo italico,
Vergini sacre e donne,
Pietose al Ciel volgendovi,
Ai colli di Sionne,
Date melòdi e cantici.
De profundis, corone,
112Ai morti a Montanara e a Curtatone.3
Note
- ↑ [p. 18 modifica]Mi limiterò a far cenno del bravo cannoniere Elbano Gasperi, nativo di Porto-Ferraio, che si ridusse pressochè nudo, e stava fermo e risoluto a continuare il fuoco del suo cannone, altro fra i quattro che tenevano i Toscani, mentre delle munizioni incendiate aveano ucciso diversi artiglieri.
- ↑ [p. 18 modifica]È noto che il combattimento del 29 maggio 1848, sostenuto così mirabilmente da tanto fiore di gioventù toscana (e giustizia vuole non si dimentichino i Napoletani che vi presero parte e gareggiarono in prodezza) diretto a Curtatone dal colonnello piemontese Campia e a Montanara dal tenente colonnello Giovannetti, lucchese, nobile avanzo dei dragoni di Napoleone I, ambidue intrepidi condottieri, ritardò ai Tedeschi la marcia per battere l’esercito sardo e liberare Peschiera dall’assedio, col quale più gagliardamente si stringeva nel dì 28, iniziato dopo la battaglia di Santa Lucia e [p. 19 modifica]felicemente operato mercè la saggezza del valoroso ed invitto Espugnatore, il compianto Duca di Genova. Nel giorno seguente Carlo Alberto, ben disposto a battaglia, potè respingere vittoriosamente il nemico, e dalle alture di Somenzari inseguirlo, di maggiori perdite danneggiandolo; sicchè il Rath, comandante della fortezza, e il più prode fra i difensori della medesima, maggiore Ettinghausen, alle ore 4 pomeridiane dovettero, loro malgrado, venire ai patti della resa. In quest’altra splendida pugna, il magnanimo Re, sempre presente, ed intrepido tra il fuoco de’ moschetti e delle artiglierie, fu colpito ad un orecchio da una scheggia di bomba, e Re Vittorio Emanuele, allora Duca di Savoja, che colla voce e coll’esempio animava i soldati slanciandosi nei luoghi di maggiore pericolo, rimaneva ferito da una palla in una coscia. E la Storia imparziale lo segnava nell’eterno volume, aggiungendo ai gloriosi fasti d’Italia la presa di Peschiera e la vittoria di Goito.
- ↑ [p. 19 modifica]Mi è caro chiudere queste umili pagine col far parola d’un Comitato di 17 rispettabili cittadini e compagni d’arme dei caduti, che fino dal 1867 fu eletto in Firenze, per raccogliere i mezzi necessarii all’erezione d’un Monumento commemorativo sui campi di Curtatone e Montanara. Il disegno è del valente Architetto Sig. Giuseppe Poggi, che fu pure tra i combattenti. Oltre i privati, molti Municipj di questa bella parte d’Italia concorsero all’opera santa e pietosa, tra i quali, con deliberazione del 9 aprile scorso, il Municipio di Lucca, cui specialmente raccomandai la mesta elegía che m’inspirava chi per tanta carità di patria fu spento, e che nel nome d’Italia ho compiuta.