<dc:title> I fioretti di Sancto Francesco </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Anonimo</dc:creator><dc:date>XIV secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=I_fioretti_di_Sancto_Francesco/Capitolo_IX&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20240628071827</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=I_fioretti_di_Sancto_Francesco/Capitolo_IX&oldid=-20240628071827
I fioretti di Sancto Francesco AnonimoAnonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu
Insegnava sancto Francesco a frate Lione rispondere al mattutino, e frate Lione sempre disse il contrario di ciò che sancto Francesco gl’insegnò.
E
ssendo sancto Francesco una volta, nello principio dello Ordine, con frate Lione in luogo dove non avevano libri da dire l’ufficio divino, quando venne l’ora del mattutino, disse sancto Francesco a frate Lione: — Carissimo, noi non [p. 34modifica]abbiamo breviario collo quale noi possiamo dire il mattutino; ma acciò che noi ispendiamo il tempo a laude di Dio, io dirò, e tu mi risponderai com’io t’insegnerò. Io dirò cosí: O frate Francesco, tu facesti tanti mali e tanti peccati nello secolo, che tu se’ degno dello inferno; e tu, frate Lione, risponderai: Vera cosa è, che tu meriti lo inferno profondissimo. — E frate Lione con semplicità colombina rispose: Volentieri, padre; comincia allo nome di Dio. Allora sancto Francesco cominciò a dire: — O frate Francesco, tu facesti tanti mali e tanti peccati nello secolo, che tu se’ degno dello inferno. E frate Lione rispose: - Iddio farà per te tanti beni, che tu andrai in paradiso. — Disse sancto Francesco: — Non dire cosí, frate Lione, ma quando io dirò: O frate Francesco, tu ài fatte tante cose inique contro a Dio, che tu se’ degno di essere maladetto da Dio, e tu rispondi cosí! Veramente tu se’ degno d’essere messo tra’ maledetti. — E frate Lione rispose: — Volentieri, padre. Allora sancto Francesco con molte lagrime e sospiri e picchiare di petto disse ad alta voce: — O signor mio Iddio dello cielo et della terra, io ò commesse contro a te tante iniquità e tanti peccati, che al tutto io sono degno d’essere da te maledetto. — E frate Lione risponde: — Iddio ti farà tale, che tra i benedetti tu sarai singularmente benedetto. — Sancto Francesco, maravigliandosi che frate Lione rispondeva pure il contrario di quello ch’elli gli avea imposto, sí [p. 35modifica][p. 36modifica]lo riprende, dicendo: — come io t’insegno? lo ti comando, per sancta obbedienza, che tu risponda com’io t’insegnerò. Io dirò cosí: O frate Francesco cattivello, pensi tu che Dio avrà misericordia di te, conciossia cosa che tu abbi commessi tanti peccati contro al Padre delle misericordie et Iddio d’ogni consolazione, che tu non se’ degno di trovare misericordia? e tu, frate Lione, pecorella, risponderai: Per niuno modo se’ degno di trovare misericordia. — Ma poi, quando sancto Francesco disse: - O frate Francesco cattivello, ecc., e frate Lione rispose: — Iddio padre, la cui misericordia è infinita piú che lo peccato tuo, farà teco grande misericordia et sopra essa t’aggiungerá molte grazie. — A questa risposta sancto Francesco, dolcemente adirato et pazientemente turbato, disse al frate Lione: — Perché ài tu avuto presonzione di fare contro all’obbidienza, e già cotante volte ài risposto il contrario di quello che io t’ò imposto? — Rispose frate Lione, molto umilmente e reverentemente: — Iddio il sa, padre mio, che ogni volta io m’ò posto in cuore di rispondere come tu m’ài comandato; ma Iddio mi fa parlare secondo che piace a lui. — Di che sancto Francesco si meravigliò et disse a frate Lione: — Io ti prego carissimamente che questa volta tu mi risponda com’io t’ho detto. Rispose frate Lione: — Di’, al nome di Dio; che per certo questa volta io risponderò come tu vuoli. — Et sancto Francesco lagrimando disse: — O [p. 37modifica]frate Francesto cattivello, pensi th ch’Iddio abbia misericordia di te? — Rispose frate Lione: — Anzi grande grazia riceverai da Dio, et esalteratti e grolificheratti in eterno, imperò che chi si umilia sarà esaltato, et io non posso altro dire, imperò che Dio parla per la bocca mia. — E cosí, in questa umile contenzione, con molte lagrime e con molta consolazione spirituale, si veghiarono insino a dí.