I Persiani (Eschilo-Romagnoli)/Secondo canto intorno all'ara

Secondo canto intorno all'ara

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Eschilo - I Persiani (472 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1922)
Secondo canto intorno all'ara
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SECONDO CANTO INTORNO ALL’ARA


I vegliardi, distolta l’attenzione dalla scena, tornano a ricomporsi
intorno all'ara per i nuovi canti e le nuove evoluzioni.


corifeo
O re Giove, dei Persi superbi
le fittissime schiere hai distrutte,
ed Ecbàtana e Susa hai coperto
con caligine densa di lutto.

Queste donne, i lor veli stracciando
con le morbide mani, partecipi
di tal doglia, cospargono il seno
di lagrime amare.

Con le molli querele, le spose
persïane richiaman gli sposi
e le nozze recenti; e lasciate
le mollissime coltri dei talami,

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voluttà di lor giovani vite,
s’addoloran con lagno perenne.
Ed anch’io dei perduti la sorte
con querela di lutto deploro.
coro
Strofe I
Omai, vuoto di popolo,
geme d’Asia il suol tutto.
Serse condusse, ahimè!,
Serse distrusse, ahimè!,
Serse, e sul mar le navi, governarono
verso l’estremo lutto,
perché tuttora Dario
non vedea questa luce,
ai cittadini innocuo
condottiero, ai Susiani amico duce1.

Antistrofe I
Guidâr le navi aligere
dalle azzurrine prore
fanti e nocchieri, ahimè!,
nel rovinoso, ahimè!,
cozzo dei rostri, tutti li distrussero!
Appena il mio signore
poteva, a ciò che narrano,
scampare al ionio braccio,
sui piani della Tracia
fuggendo, e sopra vie converse in ghiaccio.

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Strofe II
E quei che primi lí caddero, ahimè!,
fu giocoforza abbandonarli, ahi, ahi!,
qua e là per le cicrèe marine2. Oh guai!
Lagrima, il cuore morditi
per tanta ira celeste. Ascenda l’ètere
la querela profonda:
lungi con grida flebili
la voce tua miserrima s’effonda.

Antistrofe II
Nel mar travolti orridamente, ahimè!,
dai muti figli dei marosi, ahi, ahi!,
a brani sono lacerati: oh guai!
Tutte le case piangono
i capi loro: orbi dei figli, gemono
per tanta ira celeste,
i vecchi padri ch’odono
tutte queste narrar doglie funeste.

Strofe III
Né piú sarà che i popoli
d’Asia il nostro dominio omai sopportino,
che al cenno dei padroni,
i tributi piú rechino;
né innanzi ad essi proni
chineranno la testa:
del potere dei Re, nulla piú resta.

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Antistrofe III
Né piú sarà degli uomini
schiava la lingua: di parlare libero.
il popolo si sfrena;
il giogo, ecco, già frangesi:
nella sanguigna arena
dell’isola d’Aiace
il potere dei Persi infranto giace.


Note

  1. [p. 352 modifica]È strana quella lode, conferita anche altrove (pag. 121, v. 16) a Dario, che pure aveva condotta la Persia a Maratona.
  2. [p. 352 modifica]Cicrèe erano anche dette le spiagge di Salamina, da Cicrèo, figlio di Posidone e di Salamina, ninfa eponima dell’isola.