I Mille/Capitolo XXVIII
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CAPITOLO XXVIII.
TALARICO.
Jamais vaisseau parti des rives du Scamandre |
I briganti in tutte le epoche, hanno avuto delle eminenti rappresentanze come le eminenze. — Nella forza, per esempio: Milone di Crotona, che ammazzava un toro con un pugno e se lo mangiava; — nella scienza, Archimede, che chiedeva un punto d’appoggio per sollevar la terra, che inventava gli specchi ustori con cui bruciava la flotta romana; Galileo, che trovava la legge della caduta dei corpi, base della grande scoperta di Newton e che scopriva nell’infinito miriade di mondi fin allora ignoti; e Kepler che tracciava nello spazio le orbite percorse dai pianeti.
I briganti, ripeto, ebbero le loro eminenze tremende per certo, ma non meno di quei settantadue eminenti massi di brutture che attorniano il Papa, nocivi al mondo.
Noi abbiamo Gasparone, che sconta oggi ancora (1870) nelle prigioni di Civita Castellana il tradimento del Papa. — I Francesi contano Cartouche; e gl’Inglesi Robin Wood. — Gli ultimi ed i più atroci li avemmo in questi ultimi tempi, come i Crocco, i La Gala, i Fuoco.
Nei tempi di cui scriviamo (1860) l’individualità brigantesca più famosa era Talarico il Calabrese, temuto in tutta l’Italia meridionale, e che percorreva da padrone, ora solo ed ora accompagnato da bande. — Noi già lo conoscemmo in Palermo incaricato d’assassinare il Capo dei Mille, ed ora lo ritroviamo nella cittadella di Messina, ricevendo istruzione per un colpo di mano.
Il brigantaggio, figlio dell’ignoranza e della miseria, fu fomentato dai preti, dai Borboni e dal capo di tutta questa ciurma, il Buonaparte. — Caduti gli ultimi, e regolati i primi, non vi sarà più brigantaggio in Italia.
Annegato nel sangue che fece versare a torrenti il Buonaparte, nel nulla il Borbone, e Roma resa all’Italia, non vi sarà altro motivo di brigantaggio, se non che le depredazioni del Governo Italiano, che avranno fine siccome ogni altra malvagità.
Devo ripetere qui pure: che educati all’onestà, all’amore del loro paese, codesti robusti contadini, dei quali i preti fanno dei briganti, i di cui delitti inorridiscono il mondo, potrebbero riuscire dei militi stupendi, essendo essi dotati di forza, agilità e coraggio insuperabili. Serva d’esempio il seguente fatto di Talarico. In una casipola di montagna nelle Calabrie, le truppe borboniche erano pervenute ad assediarlo con una forza imponente e rinchiuderlo in un cerchio di ferro. — Talarico, avvisato dall’amante sua abitatrice di quella casa, del suo pericolo, per prima disposizione si accese il sigaro, poi passando ad una finestra opposta alla porta di casa, sparò sei colpi di revolver, ed immediatamente fasciando colla veste il braccio sinistro, e mettendo la daga alla destra, volse indietro, slanciossi fuori della porta caricando col ferro chiunque si presentava, si aprì strada, e uscì a salvamento senza una sola ferita.
Tale era l’uomo a cui il generale C. dava incarico di catturare Marzia.