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teofrasto |
La corsa della fiaccola aveva luogo sulla strada che conduce da Atene all’Accademia. Era una specie della nostra corsa della staffetta, la medesima che è stata ripetuta nell’occasione della grandi Olimpiadi del 1935, sul percorso «europeo» dalla Grecia in Germania. Non credo però che il nostro vecchio partecipi alla corsa; credo invece che egli, al solito, faccia da zelante protettore in queste feste, e perciò spenda danaro affinché i giovani possano correre la corsa delle fiaccole. Il verbo τρέχειν è adoperato, come spesso al tempo di Teofrasto e dopo, con valore finale; e συμβάλλεσθαί τινι significa per appunto «prestar (danaro) a qualcuno».
προσανατρίβεσθαι significa «esercitarsi di nuovo, con frequenza».
Demostene in un’orazione descrive le cerimonie del culto di Sabazio alle quali gli iniziati intervenivano quasi nudi.
I decadisti erano un’associazione giovanile che fra l’altro si raccoglieva a banchetto il dieci di ogni mese. Il nostro mostra d’essere il più zelante dei soci ed è uno dei συναύξοντες, termine tecnico documentato dalle iscrizioni per designare i promotori e benefattori delle associazioni simposiache.
Non sappiamo che fosse «la grande statua» e che significasse «giocare alla grande statua»; probabilmente, una statua di legno contro la quale ci si esercitava a tirar pugni: e il nostro si esercita col proprio schiavo.
Lottatori esercitati erano ἑδροστρόφοι, avevano muscoli mobilissimi perfino nelle... anche.
τερετίζων letteralmente vale «canterellando ariette»: «accompagnandosi» l’ho aggiunto io.
canza di educazione, e quasi una forma di insolenza, senz’affatto fermarsi su quei particolari che Orazio prima, e piú tardi Aulo Gellio (cfr. pag. 63), considerano. In Teofrasto si tratta di un vecchio che vuol fare il giovane, e non già di un vecchio che impara tardi cose che avrebbe dovuto imparare molti anni prima: le sue sono preoccupazioni mondane non culturali, ed egli non vuole tanto apparire uomo colto quanto invece uomo di mondo, socievole, sportivo, spregiudicato, e insomma un giovinetto. Perciò traduco i due vocaboli greci con «giovaneggiare» e «bambinone».
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