Gynevera de le clare donne/9. De Zoanna secunda Duchessa de Austria

9. De Zoanna secunda Duchessa de Austria

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9. De Zoanna secunda Duchessa de Austria.

Zoanna secunda duchessa de Austria fu figliuola del re Carolo «da la pace», già de Lagislao del re Ruberto re de Neapoli et de Sicilia, et mogliere del ducha de Austria. Morto esso ducha suo marito, et non havendo figliuoli, se ne tornò a Neapoli dal re Aloise suo fratello, el quale poi morendo senza figliuoli, ella come magnanima tolse il regno, et senza contradizione se fece regina. Et regnando, come costume de sua inpudica natura, fu molto dedita a li libidinosi abraciamenti, quali per honestà a me narrare non lice; per la quale sceleragine certo se non fusse che alcuni suoi facti de [p. 82 modifica]memoria degni non me pare sotto scilentio passare, non che quilli, ma pur el suo unico nome scripto haverei, per tema non offendere li animi de le pudiche et oneste donne et de le illustre regine; ma me perdonarano, perchè siamo obligati cum publica laude exaltare la virtù, o in alto o basso luoco, dove la troviamo, quantunque sia coperta da dishonesto velo. Or costei regnando cum splendida corte et havendo alcuni omini posti al grande stato, non piacque a li Magnati del regno, come savii, essere recti da una lassiva femina: per il che prese lei in marito el conte Jacobo de la Marcia duca de Nerbona de le parti de Francia, homo di tempo, costumato et idoneo al reale regimento. Ma non volseno li Magnati che lui se chiamasse re, ma marito de la regina et generale gubernatore del regno.

Questo ducha conte Jacobo duca di Nerbona, venendo nel regno di[p. 83 modifica]smontato a Manfredonia, molti baroni se li feceno contro et specialmente quilli, che non haveano grazia cum la regina, dicendoli che mai sarebbe re fin che ’l grande Sforza de li Atendoli da Cotignola grande commestabile del regno, creato dal defonte re Aloise, et Pandolpho de casa Aloppo magno conte camerlengo sopra tutti li thesauri del regno, et alcuni altri vivesseno: per il che questo duca di Nerbona fece il grande Sforza incarcerare a Benivento, et a Pandolpho fece troncare la testa. Et intrato in Neapoli cum grande calidità condusse la regina in Castello Capoano et come in honeste carcere la tenne cum molte gentil donne. Stata così la regina per alquanti mesi, il duca la licentiò per quella volta ad requisitione de Otino di Caratioli Rossi de Neapoli gentilhomo degno, perchè honorasse le nuptie del figliuolo di esso Ottino. Uscita che fu la regina del Castello cum suoi amici, che havea il spirito [p. 84 modifica]elevato ad grandissimi facti, ordinò tale sedizione contro il re suo marito, che lo fece fugire in Castello Novo per salvarse la vita, il quale assediò per tal forma, che se lui volse essere liberato bisognò farse servo de la regina, et liberare il grande Sforza, et ciascuno altro per lei incarcerato. Uscito che fu il re de lo assediato Castello, et vedendo lui non essere quello solea, de furto muntò in uno triremo, overo galea, et tornossene ad casa sua, et la regina restò libera maritata et senza marito, gloriandose che il marito se li era denanti levato. Fece Serzano de Carazoli Neri magno siniscalco.

In questo duncha suo stato vivendo libera et lieta senza tema de contraria sorte, come Semiramis de Babilonia scelerata regina, che volse il bene placito fusse licito a ciascuno, il Re Aloise secundo, cum auxilio de sancta chiesa, et de la excelsa Republica Fiorentina, essendo [p. 85 modifica]in Franza asoldò molti uci d’armi italici et del regno de la felice Cicilia, et cum maritima armata, parte a Marsilia et parte a Genova venne strenuamente nel regno parthenopeo, et acamposse presso le mura de Neapoli. Sentendo questo la magnanima regina fece al meglio possette, et cum ordine grande opportuni rimedii a la sua difesa; et vedendosi assediata, mandò legati ad Alphonso re de Aragonia, che già per altro tempo havea sottoposto Cathelogna et Bargelona che venisse a difensarla, che lei lo faria suo adoptivo figliuolo.

Il re Alphonso, che era come quasi caciato de Bargelona, se ne era venuto cum grossa armata ad Bonifatio ixola bella et forte subietta a ’Jenuisi, la quale tenia assediato dandoli ogni dì aspra battaglia, et per soccorla li Jenuisi havendo fatto in mare grandissima armata.Il re Alphonso conoscendo non potere domare [p. 86 modifica]la ixola de Bonifacio per il potente soccorso de l’armata jenuese habandonò l’impresa aceptando l’invito de la regina Joanna secunda. Se condusse cum triunpho a Napoli, dove prima la regina spontaneamente per più sua secureza li dette Castello de l’Ovo et Castello Novo, et insieme cum li Neopolitani fece atrocissima guerra cum li Anzoini, et valorosi facti de arme cum gente italice, che ivi erano campati cum lo re Aloyse, al quale ianchora che molti misi fusseno stati in campo, et havesseno dato il pegio al re Alphonso, et a la regina, fu forza per mancharli denari tornarsene in Franza in Marsia; per la qual cosa le gente italice d’arme che sotto esso re Aloise militavano per la partita de sua majestà preseno novo partito: chi se pose al stipendio de santa chiesia, et chi cum la regina et re Alphonso insieme. De li quali militanti il grande Sforza era grande comestabile per il re Aloise, et acon[p. 87 modifica]ciose cum la regina, et cum el re Alphonso, cum conditione se caso advenisse, che in fra loro serenità nascesse discordia, dovesse esso grande Sforza servire a chi prima el vocasse. Accadette che essendo quisti reali principi stati alcuni misi in pace, venne voluntà al re Alphonso, come costume de nostri insatiabili animi, propriarse a se solo tutto il regno, spoliandone la regina. Di che convocati soi signori Cathellani et Spagnoli, che seco aveva et altre gente d’arme corse al palazo dela regina per pigliarla, et porla ad sua posta, la qual cosa da lei sentita animosamente fugitte in Castello Capoano, dove subito fu assediata dal re Alphonso già facto de lei adoptivo figliuolo; et per diffensarse mandò per il grande Sforza, che era in Benivento, il quale essendo prima stato rechesto da la regina, venne al suo subsidio in ordine cum cavalli et fanterie contro al re Alphonso che la città [p. 88 modifica]tenea; et entrò dentro da Neapoli per la porta presso Castello Capoano facendo facto d’arme cum Cathellani, Spagnoli et Ragonesi, li quali tutti dal grande Sforza strenuamente furono rotti et spezati; et in quel giorno prese cento vintesei signori de quilli, che erano cum el vincto re Alphonso. Et lo Infante de Castiglia fratello de esso Re se salvò in Castello Novo, et il re Alphonso in li triremi: el quale vedendose superato et rotto retornò in Spagna, la donde refece una più florente armata, che la prima, et retornò ad Neapoli per via de li Castelli, et il porto, che anchora in mano havea, per il che fu opportuno al grande Sforza levarse da la bellicosa impresa, et perchè da l’altra parte sentiva Bratio valoroso capitaneo venirli per nimico. Et uscendo de la città tolse la regina et mandola per consiglio de lei a la terra adcompagnata circa da tre millia donne, duchesse, comitesse, [p. 89 modifica]principesse, et nobile donne neapolitane. Et il grande Sforza andando per trovare Bracio che era in Abruzio a Cività de Tieti et passando il fiume de Peschera se anegò et il suo valoroso figliuolo conte Francesco cum la gente d’arme se retornò in Terra de Lavoro, di che la regina non cum manco animo de qualuncha regina de le amazone chiamò seco il prefato conte Francesco, et andò a campo ad Neapoli, dove si virilmente et calidamente seppe fare, che reaquistò la città, et de quella ne caciò el re Alphonso, et similmente de Terra de Lavoro. Alhora la victoriosa regina fece notificare a tutto il mondo che come per la inobedientia et rebellione contra de lei usata dal re Alphonso, quello exhereditato havea de materni beni; et così solennemente fece. Facto questo deliberò havere uno figliuolo successore a lei per sano consiglio de’ suoi baroni; mandò per lo re Aloise secundo, quale creò suo adop[p. 90 modifica]tivo figliuolo per la privatione de Alphonso. Venuto dunque a Neapoli il re Aloise da la regina benignamente fu ricevuto et di Calabria creato glorioso duca. Et poi cominciò persequire esso re Alphonso per diversi luochi, in tal modo che forza li fu abandonare tutta terra ferma et per aqua fugirsene, per la qual cosa la regina libera rimase. Ma perchè Bracio in quel tempo cum grandissime copie de armati infestava l’Aquila tenendola assediata et dandoli continuamente asperime battaglie, la regina mandò il conte Francesco Sforza et altre gente de arme poste insieme cum quelle dela chiessa, contra il strenuo capitanio Bracio et debelando aspramente esso Bracio fu superato, rotto et ferito et preso et come de la chiesia ribello mandato ad Roma; et per doglia de la sua strage, non volse mai mangiare, nè medicarse, per il che come disperato moritte. Visse poi questa magnanima [p. 91 modifica]regina gran tempo insieme cum lo re Aloise figliuolo obidente in tranquilla pace, che essa nel regio stato visse vintiquatro anni cum grandissima liberalità, donando denari, geme, regni, stati et honori; et vechia passò de questa mortal vita doppo la morte de sei mesi del re Aloise. O cum quanta più benigna et gloriosa fama haverebbe finito li suoi giorni, se lasiva non fusse stata, quantuncha essendo venuta a la vechieza se compunse flebilmente il core a penitentia del suo male operare! Et non sapendo sciogliere la lingua in dimandare mercede al Re superno, pregò il suo confessore dignissimo theologo che in nome de lei li componesse hynni, psalmi et orazione, a ciò poi lei le potesse dire, per havere indulgentia da Dio. Et così fece il prestantissimo theologo, li quali psalmi et orationi in forma de uno psalmista ho veduti et lecti; et che certo per efficacia et substantia sono degni de singulare reverentia et devotione. [p. 92 modifica]

Questa regina duncha continuamente, dal giorno de la sua contritione sin a la morte, dicea li prefati psalmi et oratione per le quale existimo, che Dio li habia havuto misericordia, perchè tarde furon mai gratie divine; benchè simil pentire tardo giammai non lodo. Che fusse piaciuto al cielo havesse li suoi gran facti questa regina Joanna secunda adcompagnati de quella religione, che fece la succedente regina, la quale fu uno vero spechio de la feminea gloria, come narraremo per dare felicissimo ornamento al nostro Gynevero, che se passe et ciba de virtuosa et sancta fama.