Gynevera de le clare donne/11. De Janna Polcella gaya de Franza

11. De Janna Polcella gaya de Franza

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11. De Janna Polcella gaya de Franza.

Noi legiamo de Camilla valorosa vergene figliuola de Methabo re dei Volsci, che quando il patre per [p. 101 modifica]repentina sedutione dei suoi cittadini fu caciato del regno, non potendo altra cosa portare che la figliuola Camilla de pochi giorni avanti nata, a lui sopra ogn’altra cosa chara, essendo la matre Casmilla de lei morta nel parto, et fugiendo giunse al fiume de Masceno, et quello non potendo passare per essere da la piogia ingrossato, subito per favore del cielo fu inspirato da necessitato pensiero; pose la figliuola in una cortice de arbore de suvero et cum teneri salici lunghi ligò la cortice cum uno capo et cum l’altro ad una lanza, overo dardo, et avotando la figliuola a la Dea Diana se ella salvava, et cum forte brazo getò la lanza di là dal fiume conficandola sopra la ripa. Lui poi subito natò il fiume et giunto sopra la ripa lieto tirò il legame et ebbe salva la figliuola. Cum la quale entrò ne li boschi, dove la gubernò vergene et devota de Diana in observantia del promesso voto. Lei di[p. 102 modifica]venendo fiera e gagliarda drieto le fiere cum l’arco et cum el dardo et essendo morto il patre fu da li Volsci populi revocata per sua virtù de loro regina.Di che poi cum molta gente de Volsci andò in campo in favore de Turno re de’Rutoli contra el Troyano Enea, che per moglie avea presa Lavino, et uno giorno strenuamente combattendo drieto a Corebo fu da Aronde ferita, et in fra li armati exerciti cadde morta cum dolore de Turno.

La virtù de qusta vergene Camilla habiamo recordata per comparatione, volendo dimostrare a moderni tempi la nostra Janna polcella gaya essere stata non de minor gloria et valore che fusse l’antiqua Camilla, come esplicaremo. Dobbiamo ducha sapere, che questa Janna polcella gaya nacque in Franza nel paese de Barois, la quale da la etate de octo anni fin a li sedexe fu guardatrice de pecore et sempre se exercitò co[p. 103 modifica]rere in quella parte, et in questa altra insieme cum altre fanciule guardatrice de pecore, et cum una grossa verga come asta, la quale sotto il brazo se poneva stringendola come li cavalieri d’arme le lanze; et colpiva ne li piedi de li arbori et talvolta montava a cavalo de qualche cavalla de altri pastori correndo similmente, che chi la vedea cum piacere se ne maravigliava, per modo divenne fiera et gagliarda.

Lei fu bella, de viso brunetto al quanto et de trezze bionde, fu vergene, fu devota et per suo auxilio sempre el nome del bon Jesu, et de la gloriosa Vergene chiamava secundo il publico grido. Hebbe dolce lingua et bono sentimento, che haverebbe bastato fusse stata nutrita in la scuola de prudentia e optimi costumi, non che a la custodia de le pecore.

In questo tempo Henrico re de Inghilterra alhora adolescente facea fare cum grandissimo exercito per [p. 104 modifica]suoi capitani aspra guerra a Carolo re di Franza. Et già havea preso la regale cità de Parise et grande parte del regno et durissimamente tenea obsessa Orliens, che in latino diciamo Aureliano, hedificata in memoria del suo nome sopra la ripa del fiume de Lera anticamente chiamato Ligeris. Questa cità era tanto duramente stretta, che parea impossibile ch’el re di Franza, che havea assai minor exercito del re de Inghilterra potesse soccorrerla, per modo ne vivea in molto affanno, perchè il perdere et mantenere essa cità alhora tanto importava, quanto valea tutto il regno di Franza. Cun ciò fusse che perduto Orliens tutto el regno era perduto. In questa dunque extremità essendo constituto il re de Franza cum el suo Regno, questa Janna polcella, così disponendo la divina clemenza, lassò la guardia de le pecore, che era per venuta in la etate de anni sedexe, [p. 105 modifica]et andò in campo ad trovare il re. Giunta duncha a la regia corte disse che volea per cose importante parlare al re, perchè era da Dio mandata a la sua Majestà. Li baroni se ne facevano scherno, vedendo una villanella (benchè venusta fusse) che cum tanto ardire volesse parlare al re et mandavanla via negandoli l’audentia, dicendo in fra loro: «Altro soccorso ne bisognarebbe!» Lei pur importunando parlare al re, disseno li baroni per levarsela denanti tuttavia motegiandola cum qualche forsi lassive parole a la costuma de Franza: «Polcella, quello è il re!» mostrandoli uno barone per il re: «Va e parla a lui».Ella rispose: «Quello non è il re, ma è quello che è là appoggiato».Et acignòlo col dito, quantunqua mai l’havesse veduto, che fu propria divina conoscenza. Ultimamente fu lassata andare al re.

Giunta duncha avanti a la sua regia majestà, li fece genuflexa re[p. 106 modifica]verentia et disse a la presentia di baroni et de li principi: «Signor re io partita da la guardia de le pecore, vengo ad voi mandata da Dio per aiutarvi recuperare et mantenere el vostro regno; fate che io sia creata capitanea et gubernatrice del vostro exercito. Et non ve maravigliate che io sia povera polcella et ardisca pigliare tale impresa, che così piace a Dio; et credeti, credeti a le mie parole, che ne vedereti effecto de grande gloria.»

Il re guardando ne l’aspecto de questa polcella et havendo inteso l’alto et efficace parlare de lei, girò gli occhii a li baroni per maraviglia, li quali anchora tutti l’un l’altro se guardavano pieni de admiratione summissamente parlando, come de celeste cose. Il re disse: «Polcella, tu dici che vieni ad me mandata da Dio per aiutarme.A che modo sei venuta? Tu per heri venisti al mondo? Et voi avere l’imperio del mio e[p. 107 modifica]xercito. Questo non è opera da polcella: guarda quello che parli et che offeri.» Respose ella: «Signor re non cercate più oltra; Dio che mi ha mandata ad voi, provederà ad quello, che sarà bisogno. Non perditi più tempo, se chara aveti la salute del vostro regno, et a ciò che vero sia, audite quello, che secrettamente voglio dire. Et così il re per mano la prese et menolla ne la secretta camera; quello che ella li dicesse non se seppe. Il re havendola audita, doppo forsi alcuno suo argumento, remase occupato et confuso dal volere del cielo; et senza indusia la fece imperatrice del suo exsercito senza contraditione de li soi baroni.

O cosa incredibile, o forsi mai più non audita, che tutti li excellenti signori baroni et duci d’arme, et il proprio re subito se submetesseno senza contraditione al militare imperio de lo exercito de tanto re de una vile polcella de peccore guarda[p. 108 modifica]trice. Constituta duncha costei a tanta militare alteza, il re la fece ornare de lucentissime arme et pore sopra potente cavallo parato di seta alexandrina rechamata tutta a gigli de auro fino, che essendo bello cum la celata in testa cristata cum tre penne de struzzo et sotto usivano le trezze bionde, pendente sopra li humeri; proprio parea uno cavaliero d’arme dal cielo mandato in terra. Et cum lo regio exercito seriosamente se apropinquò a la obsessa cità de Orliens per lo illustre..........conte di Salsberi potentissimo capittanio de Henrico re de Inghilterra, et cum lui fece facto d’arme cum grandissimo ordine et peritia militare, di che lui fu morto cum dieci mila inglesi da la valorosa polcella. Et Orliens cum grandissima gloria fu occuperata, cosa che fu miracolosa reputata et incredibile a chi non l’havesse veduta, come dice alcuni che ancora viveno in Franza, che in quel tempo de tanta guerra [p. 109 modifica]se trovarono militanti sotto l’imperio de la diva polcella: et come me ha coroborato Fileno Tuvata nostro gentil mercante, che essendo a Biamone presso tre leghe a Renso havere audito da dui prischi militi del re di Franza opere mirande, che in quel tempo adolescenti pagi se trovavano et specialmente ne l’ultima guerra avanti Rohano, che la terra fu di sangue bagnata. Di poi seguendo la guerra cum ferma speranza de intiera victoria, la valorosa polcella per tempo de octo anni de continua guerra spesso se afrontava cum li inimici facendo facto d’arme ordinatamente, lei cum la spada in mano sopra potente cavalo, correndo in questa parte et in quella in fra li armati comandava a le squadre se facesseno or avanti, or a dietro. Et similmente a li arcieri comandava andasseno or quinci, or quindi trahendo a li inimici: provedea a li pericoli per consequire victoria senza paura vedere [p. 110 modifica]gl’homini vulnerati morti cadere in terra, che certo quando lei se movea, pareva la deità de Marte et de la Dea Bellona in terra. Cessato poi il facto d’arme, provedea al bisogno del campo il giorno et la nocte cum guardie et exploratori prudentissimamente, che mai se vide tanta cosa, per modo il re ne stupiva cum suo singular conforto. Trentaduo volte fece, facto d’arme de ordinata bataglia sempre restando vincitrice.Et prese Tallaboth altissimo et famoso capittaneo degli Inglesi et triumphalmente lo dette presone al re de Franza. Per la qual cosa la victoriosa polcella menò el re Carolo de Franza appellato alhora de Valois, perchè l’avo fu conte de Valois, ad Rens, che Renus diciamo in latino, ad farlo consecrare et coronare, perchè ancora non era coronato, nè uncto re; et per forza, et al dispecto de li Inglesi, che occupavano Rens cum tutto el paese intorno fu uncto et [p. 111 modifica]coronato cum gloria et triumpho nel magnifico templo cathedrale de Rens, perchè secundo la constitutione del regno in altro loco non è licito consecrare li re, se non in la dicta cità et templo, dove son recondite le regale insegne de la Casa Serenissima di Franza, et l’ampoleta de la sacra unctione portate de cielo da l’angelo al re Clodoveo di Franza quando grandissimo fervore di fede se fece christiano: che quando il prefato Henrico, re de Inghilterra, havuto Parise et la citate de Rens, se volse in Parisi fare ungere de la sacra unctione et coronarse re di Franza, se trovò per miracolo divino secca l’ampoletta de la unctione, perchè non era justo, nè legiptimo re, ma ungere se fece de olio sancto extrema unctione credendo sattisfare.

Ma quando esso Carolo de Valois, come iusto et vero re, volse essere coronato retrovosse la celeste unctione ne l’ampoletta miracolosamente [p. 112 modifica]retornato, et cum infinite laude et gratie a Dio fu di essa uncto.

Or questa polcella essendo in florente stato et gloria d’arme circa gli anni de la salute mille cccc.... et tuttavia debellando et oltra l’infinite victorie habiute, uno giorno, come lei istessa predisse la morte del foco, fu presa in bataglia da li inimici Inglesi et conducta ad Rothomago che Rohano appellemo, dove li Inglesi desiderosi de la morte de ella, per consiglio del re loro fu iniustamente condennata a la pena del fuoco, acusandola publicamente per loro iusta vendecta maga et incantatrice.

Così fu il crudele fine de la bella, et strenua polcella avendo de sua etate, secundo se disse, anni vintiquattro apunto.

Ma da poi molti anni il re Carolo avendo conquistato Rhoano, in memoria de tanta polcella fece pore nel loco, dove lei fu combusta, una altissima croce di bronzio aurata egregiamente fabricata. [p. 113 modifica]

Morto poi il re Carolo, il re Aloise suo figliuolo genitore del presente re, dolendoli che ’l regno liberato li havea, fusse a sì vituperosa morte, et suplicio condemnata, impetrò dal papa, che mandasse ad Rohano dui Auditori de Rota, che haveressero a rivedere el facto processo contro la polcella per lo consiglio del re de Inghilterra.

Citati adunchi dui de li falsi consiglieri et reveduto il processo, diligentemente retrovarono tutto essere falso quanto operato haveano contro la valorosa vergene, ma lei essere stata catholica et fidele christiana. Per la qual cosa condennarono li dui viventi consiglieri et le ossa di defonti nel foco, publicando li loro beni, de li quali è stata hedificato una bella ecclesia nel loco, dove fu lei combusta, et doctata per tal modo de li publicati beni, che ogni giorno molte messe se dicono.

O pietoso effecto di re degno de laude, che non hai voluto la memoria [p. 114 modifica]de tanta polcella resti inquinata de nephanda sententia ne’ cori humani che credere se debbe fusse voluntà del cielo, che questa polcella fusse a tanta virtù disposta per gloria di sè, et per felice recuperatione del christianissimo regale stato di Franza.

Così de le narrate virtute de la gloriosa memoria de lui ne faciamo holocausto et incenso al felicissimo nostro Ginevero per suo dolce nutrimento, come faremo anchora de le notabile condictione furono in Zanna Bentivoglia in forma del sequente dire.

12. De Zanna di Bentivogli bolognese.

Zoanne primo di Bentivogli fu, per virtù et magnitudine del suo animo, signore illustre de la cità nostra. Il quale in fra li altri suoi nati hebbe di Elisabetha sagia figlia del magnifico Cino da Castel San Piero sua consorte, una figliuola a lui molto chara