Guida di Castiglione dei Pepoli/XV
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XV.
Passeggiate, escursioni, itinerari
La postura di Castiglione in un fianco del M. Gatta, ma alla rispettabile altitudine di circa 700 m. sul livello del mare e, quindi non lontano dalle più ardue vette di quest’Appennino, il trovarsi come una terrazza sulla valle del Brasimone; la sua lieve distanza da quella del Sètta; la viabilità, che lascia sempre molto a desiderare, ma che tuttavia è immensamente migliorata, rendono Castiglione, centro di belle e divertenti passeggiate ed escursioni.
Ve ne sono pei buoni camminatori, forniti di eccellenti polmoni e di provati garretti, e per coloro cui, l’età, la salute non rigogliosa, l’avversione alla dura fatica, fa amar più le passeggiate non molto lunghe, d’esecuzione non ardua.
Ai primi si aprono i sentieri, che conducono all’eccelsa vetta del Monte Baducco, vertice del Gatta, al dirupato Monte Vigese, alle ardue vette di Poggio Petto, che dominano il vasto anfiteatro onde vengono al Sètta ed al Brasimone le limpide acque.
Per gli altri poi vi sono belle e comode passeggiate nei dintorni, e buona parte delle quali posson farsi agevolmente in vettura.
Da Castiglione a Lagaro per Creda. Sparvo
Per quanto sien di mediocre importanza, non sarà discaro a chi respira le fresche aure di Castiglione, conoscere le varie frazioni onde è composto il Comune, tanto più che l’eseguir ciò fornirà l’occasione di compiere non disaggradevoli gite. Noi nel parlare delle escursioni, non mancheremo di trattare di tutte queste parti, che formano il Comune, e ci spingeremo anche più oltre, persuasi che i lettori ce ne saranno grati.
Partendo dal paese, si traversano i Poggiali; giunti in breve a Làgora ed a Pampana, dove fu un’antica abbazia benedettina, e fino a questi ultimi giorni una bellissima foresta di cerri di cui rimangon le traccie, percorriamo una via che offre pittoresche vedute, fiancheggiata da vaghe pendici, ma poco dopo troviamo a sinistra dirupi e rovine, che durano, per fortuna, non lungamente.
Compiuto un cammino di poco oltre otto Km. giungiamo a Crèda, parrocchia di un 700 abitanti; proseguendo per altri quattro Km. lungo la strada stessa, incontriamo Lagàro, altra parrocchia, che secondo gli ultimi accertamenti, conta 784 abitanti.
Lagàro appartenne anticamente ai Conti di Pànico, di sinistra e feroce memoria, ramo di Casa Confienti, e si vedono tuttora in quel territorio, ruderi di mura castellane e avanzi di torrioni. Nel 1510 fu feudo dei Manzuoli1.
Poco al disotto di Lagàro, il Brasimone confluisce nel Sètta; ivi la vallata si allarga e le acque hanno un lène declivio. È forse per la sovrabbondanza delle acque, per la confluenza di esse, che Lagàro ebbe tal nome?
Tanto Creda che Lagaro appartengono alla valle del Brasimone.
Questa passeggiata può farsi, in tutto, o in parte, a volontà, in vettura; è facilissima perciò a chiunque.
In vettura, andata e ritorno, due ore.
Può, per chi se ne senta il ragionevole desiderio, visitarsi agevolmente e con molto piacere, anche Sparvo.
Tornando da Lagàro, trovasi una buona via mulattiera, che innanzi di giungere alle Fore, al termine della terza grande voluta della strada provinciale, ci conduce a Sparvo, versante del Sètta. Sparvo è una parrocchia a case sparse e 480 abitanti.
Presso a Sparvo, una smotta fenomenale, nel 1872 ostruì completamente, per breve tempo, il corso del fiume. Franarono oltre 15 Ettari di terreno con diversi fabbricati: non vi furono vittime2.
La via mulattiera anzidetta riconduce discretamente sulla via carrozzabile al «Pian di Nugolo» onde ricalcando i nostri passi possiamo tornarcene allo storico castello.
Invece dì ritessere la via anzidetta, risalita da Sparvo la Serra (si chiamano qui Serre, all’uso spagnuolo, i contrafforti che bisogna rimontare per giungere ad un altro), seguitando la vecchia mulattiera, siamo per un bel tratto, fino alle Cavaticcie, al Dominus vobiscum, sul dosso, sulla schiena dello sperone, che divide il Sètta dal Brasimone: godiamo belle vedute sulle due vallate, e dei monti che loro fanno corona.
Da poco tempo è stata compiuta la strada comunale ben ideata e ben eseguita — Castiglione — Sparvo. Staccatasi dalla provinciale, volge a destra, quindi al punto «Dominus vobiscum» detto così per annose piante di cerro che sembrano in atto di benedizione sacerdotale, piega a sinistra e conduce, a Sparvo.
Gli studiosi possono osservare l’abbondanza del gabbro rosso a Creda e a Sparvo. A Creda poi ci ha inoltre una sorgente assai ricca di ferro, e non è raro incontrare qua e là qualche pezzo di quarzo dalle forme originali, svariatissime: nel fiume qualche poco d’amianto.
La gita, pedestramente, può compiersi intiera in circa un’ora e mezzo.
Note
- ↑ Guida dell’App. Bolognese — Rubbiani — Giannitrapani.
- ↑ Guida dell’App. Bolognese. Bombicci Cav. Prof. Luigi. Gealogia generale dell’App. Bolognese.