Guida della Val di Bisenzio/Parte seconda/18/d
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Via d. Per Faltugnano e Parmigno. Ore 4. La via che descriverò è un poco più lunga, ma è la più bella e chi sale a M. Cagnani non la deve trascurare; la faccia, o all’andata o al ritorno, meglio all’andata se d’estate o di primavera per evitare i raggi del sole; al ritorno se d’autunno o d’inverno; però in questa stagione, se accade sia ghiacciato, s’abbia attenzione al cammino, particolarmente nel discendere dalla foce ai Cerri fino a Parmigno se il ritorno fosse da questa parte.
Per uno degli ultimi due itinerari accennati di sopra si sale a S. Leonardo in Collina o in Monte (300 m.), una delle 48 ville del contado pratese e seguitando poi siamo in pochi passi al casolare: di qui una via mulattiera, comoda assai, va piana quasi sempre, alla chiesa di Faltugnano costeggiando il fianco occidentale del M. Cagnani, si mantiene sempre a 200 m. d’altezza. Corre dapprima in mezzo a terreni coltivati, poi per sodaglie vestite di pochi querciuoli e di ginestre. Il panorama è molto bello; nè vi ha strada su pel Bisenzio che dia uno spettacolo così variato e mirabile come quello che presenta in questo punto la valle. Dopo aver passato il cimitero si arriva a Faltugnano (30 min.).
= Gli antichi lo dissero anche Faltignano; il luogo è antico, e risiede in un’insenatura del M. Cagnani sopra una spianata a vigne ed olivi. La chiesa è del 400 e ha nella parete del coro una tela su tavola, ov’è dipinto la Madonna col bambino e due santi ai lati. Si vuole opera del Ghirlandaio; altri la giudica di fra Filippo Lippi. Nell’attigua cappella è un altro quadro all’altare; lavoro di buona scuola, guastato per cattivo restauro. Vi è pure sur una parete laterale un dipinto in tavola assai deperito di Carlo Galeti 1588. Sulla facciata della chiesa è lo stemma gentilizio dei Vinaccesi, lavoro di Luca della Robbia, e la sagrestia possiede un prezioso calice molto antico con figurine sullo smalto. =
Dalla chiesa la via passa dopo poco in mezzo a due case padronali; a destra la Villa Palestrini, un tempo degli Organi, antica famiglia pratese; a sinistra la Villa Bottari un dì dei Ricci; poi per Parmigno volge a sinistra e giunta ad una casa prende il sentiero che è fra questa casa e la strada che va a Fabio passando da un casolare poco lontano, Lavacchio; si traversa il fosso Cologna e si prosegue per i campi e poi per boschi per un tratto lungo il Rio che si mostra oltremodo alpestre e pittoresco e si sale ad una casa con cipressi, il Castagnolo, e di là pianeggiando si va al chiesino di Parmigno, (450 metri). (Da Faltugnano 40 min.).
= Questo casolare, detto anche Parmignano, composto di case sparse, è d’origine remotissima, più antico assai di Faltugnano. Le case serbano anche oggi intatte le vestigia della loro vecchia età. Il Chiesino, ridotto oggi a capanna, aveva antiche dipinture, delle quali si veggono traccie anche al presente; sul fianco meridionale vedesi una porticina di stile medioevale, e tutta la fabbrica è costruita di bozze scalpellate. Il calice della chiesa di Faltugnano e del quale ho parlato, era di questo Chiesino.
Parmigno faceva parte del distretto pratese fino dal 1200. Quel gruppo di case che si vede a sud del Chiesino lo chiamano le Casaccie; è un fabbricato di antica costruzione ed ha tutta l’impronta d’un fortilizio. Si veggono porte, ora richiuse, con archi a sesto acuto di belle pietre lavorate e con mensole sotto l’architrave secondo lo stile del 300. Alcune finestre sono ad arco tondo con grosse bozze. =
Da Parmigno il sentiero si vede salire aspro, erto, sassoso su per il monte; ma laddove piega e s’interna nell’insenatura del poggio si fa migliore, sinchè giunge alla Foce ai Cerri (45 min.). Di qui si volge a destra per un viottolo che va a Forchi e si sale alla vetta di M. Cagnani, 25 min.
La cima di questo monte domina la parte alpestre e selvaggia, e la parte amena, ridente, ubertosa della valle del Bisenzio, ed ha sotto di sè la città di Prato.