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tavola, ov’è dipinto la Madonna col bambino e due santi ai lati. Si vuole opera del Ghirlandaio; altri la giudica di fra Filippo Lippi. Nell’attigua cappella è un altro quadro all’altare; lavoro di buona scuola, guastato per cattivo restauro. Vi è pure sur una parete laterale un dipinto in tavola assai deperito di Carlo Galeti 1588. Sulla facciata della chiesa è lo stemma gentilizio dei Vinaccesi, lavoro di Luca della Robbia, e la sagrestia possiede un prezioso calice molto antico con figurine sullo smalto. =

Dalla chiesa la via passa dopo poco in mezzo a due case padronali; a destra la Villa Palestrini, un tempo degli Organi, antica famiglia pratese; a sinistra la Villa Bottari un dì dei Ricci; poi per Parmigno volge a sinistra e giunta ad una casa prende il sentiero che è fra questa casa e la strada che va a Fabio passando da un casolare poco lontano, Lavacchio; si traversa il fosso Cologna e si prosegue per i campi e poi per boschi per un tratto lungo il Rio che si mostra oltremodo alpestre e pittoresco e si sale ad una casa con cipressi, il Castagnolo, e di là pianeggiando si va al chiesino di Parmigno, (450 metri). (Da Faltugnano 40 min.).

= Questo casolare, detto anche Parmignano, composto di case sparse, è d’origine remotissima, più antico assai di Faltugnano. Le case serbano anche oggi intatte le vestigia della loro vecchia età. Il Chiesino, ridotto oggi a capanna, aveva antiche dipinture, delle quali si veggono traccie anche al presente; sul fianco meridionale vedesi una porticina di stile medioevale, e tutta la fabbrica è costruita di bozze scalpellate. Il calice della chiesa di Faltugnano e del quale ho parlato, era di questo Chiesino.