Grammatica italiana dell'uso moderno/Parte II/Capitolo XXIII. Segue delle irregolarità nella conjugazione.

Parte II - Capitolo XXIII. Segue delle irregolarità nella conjugazione.

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Parte II - Capitolo XXIII. Segue delle irregolarità nella conjugazione.
Parte II - Capitolo XXII. Le irregolarità nelle conjugazioni. Parte II - Capitolo XXIV. Verbi difettivi.
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CAPITOLO XXIII

Segue delle irregolarità nella conjugazione.


§ 1. III. Irregolarità nel passato remoto dell’indicativo e nel passato del participio.

La irregolarità nel pass. remoto dell’ind. e nel pass. del partic. consiste principalmente in questo; che la vocale caratteristica del verbo (a, e, i), la quale nei tempi regolari o si conserva (am-ái, tem-éi, fior-íi, am-áto, fior-íto) o si muta (tem-úto e non tem-éto), qui invece si perde, e l’accento non cade sulla flessione, ma sul radicale stesso del verbo. P. es. da rèndere il pass. ind. reg. (che pur si conserva) è rend-éi, e il pass. part. regolare rend-úto. Invece il pass. ind. irreg. è rési ed il part. irreg. réso. Da scolpíre i modi regolari sono scolp-íi, scolp-íto; e gli irregolari sono scúlsi, scúlto.


§ 2. La maggior parte dei passati irregolari si trova in quei verbi della 2ª conjugazione che escono all’infinito in -ere, conservando l’accento sul radicale. Alcuni moderni grammatici hanno voluto, sull’esempio di altre lingue, stabilire anche nella nostra una distinzione di conjugazione debole e conjugazione forte, chiamando debole quella che ha il passato remoto dell’ind. accentato sulla flessione, forte quella che lo ha accentato sul radicale. A noi basta averla accennata, per vantaggio di coloro che studiassero italiano in comparazione col latino e col greco, ma non vi insistiamo, perchè a chi studia soltanto l’italiano quella distinzione sarebbe piuttosto di confusione, che di vera utilità.

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§ 3. La irregolarità del pass. rem. dell’indicativo si estende soltanto alla 1ª e 3ª singolare, e alla 3ª plurale, restando perfettamente regolari le altre persone. P. es. da cadére:

cáddi
cadésti
cádde
cadémmo
cadéste
cáddero.

Popolarmente l’irregolarità si estende anche ad alcune prime persone plurali. P. es. cáddimo: da díssi, díssimo: da féci, fécimo: da ébbi, ébbimo, ecc.

L’irregolarità del pass. rem. ind. non porta sempre che sia irregolare il participio; come, per converso, l’irregolarità del participio non porta sempre che sia irregolare l’indicativo; essendovi molti verbi che conservano regolare o l’uno o l’altro. Vi sono pure parecchi verbi che per uno o per ambedue i tempi hanno le forme irregolari accanto alle forme regolari.

Vediamo ora le diverse maniere di passati remoti irregolari.


§ 4. Alcuni verbi hanno per flessione nel pass. ind. una semplice i raddoppiando, per regola, la precedente consonante; e conservano, più spesso, il part. regolare. Esempii:

bév-ere bévvi bevúto
cad-ére cáddi cadúto
ten-ére ténni tenúto
vení-re vénni venúto
vol-ére vòlli volúto
[p. 188 modifica]e con altri cangiamenti:
ved-ére vídi vedúto o vísto
(víddi)
(véddi)
sap-ére sèppi sapúto
rómp-ere rúppi rótto (irreg.)


§ 5. Altri verbi hanno per flessione ui (qui), alcuni vi, ed il part. regolare. Esempii:

tac-ére tácqui taciúto
nuòc-ere nòcqui nociúto
násc-ere nácqui náto
(antiq. nasciúto)
par-ére párvi parúto o párso.

I verbi crésc-ere e conósc-ere invece del vi hanno bbi: crébbi, cresciúto: conóbbi, conosciúto.


§ 6. La classe più numerosa dei verbi irregolari comprende quelli (terminanti quasi tutti in -ere senza accento) che nel pass. dell’indic. hanno per flessione -si (ssi) e nel part. so (sso) o to (tto).

I. Esempii di verbi col pass. ind. in si (ssi), ed il part. regolare in úto:
dol-ére dòlsi dolúto
val-ére válsi valúto
par-ére pársi parúto
(o párvi) (più spesso párso)
vív-ere víssi vivúto
(più in uso vissúto).
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§ 7. II. Esempii di verbi col pass. ind. in si (ssi) ed il partic. in so (sso):

árd-ere ársi árso
tènd-ere tési téso
chiúd-ere chiúsi chiúso
percuòt-ere percòssi percòsso
muòv-ere mòssi mósso
spárg-ere spársi spárso
tèrg-ere tèrsi tèrso

e col cambiamento della vocale:

opprím-ere opprèssi opprèsso
fónd-ere fúsi fúso
métt-ere mísi mésso.
(anche méssi)

Appartengono a questa classe molti verbi terminanti in -dere (specialmente se preceduto da n) ed alcuni in -gere, -tere e -mere. Nei verbi in -tere e -mere si ha il raddoppiamento dell’s.


§ 8. III. Esempii di verbi col pass. ind. in si (ssi), ed il part. in to (tto). Questi sono numerosissimi:

svèll-ere svèlsi svèlto
cuòc-ere còssi còtto
tòrc-ere tòrsi tòrto
vínc-ere vínsi vínto
piáng-ere piánsi piánto
lègg-ere lèssi lètto
cògli-ere còlsi còlto
(da còlg-ere)
scrív-ere scríssi scrítto
(costrú-ere) costrússi costrútto
offr-íre offèrsi offèrto
(anche offer-íre)
trárre (da tráere) trássi trátto

e col participio in -sto:

chièd-ere chièsi chièsto
rispónd-ere rispósi rispósto
pór-re pósi pósto
(da pónere) (da -pòsito)

con cambiamento di vocale:

redím-ere redènsi redènto
eríg-ere erèssi erètto
(ed altri in ígere)
condúrre (da condúc-ere) condússi condótto.

Appartengono a questa classe molti verbi terminanti in -cere e -gere (specialmente se preceduti da n), alcuni in -vere, in -dere, in -mere. Quelli in -ére hanno, per lo più, regolare il participio (vedi sopra, § 6). Di quelli in -íre i più o ebbero o suppongono una forma in -ere, come offeríre (antiq. offerére); costruíre (antiq. costrúere da cui costrúrre).


§ 9. I cambiamenti che sostiene il tema verbale nel pass. ind. e nel part. hanno per lo più la loro ragione nella lingua latina, e sarebbe contrario al vero metodo scientifico volerla trovare nell’italiano. Nondimeno, per comodo dei giovani, faremo osservare, come cosa di fatto, che quando il tema verbale esce in dentale dura (t sempl. o gemin.) nel pass. ind. e part. si trova, per lo più, geminata s; quando esce in dentale dolce (d) o in n, si ha una sola s, perdendosi nell’un caso e nell’altro le dentali del tema (t nt, n, d, nd): si hanno pure due s nel pass. ind. quando il tema esce in v, ,c, ,g e ,g,g dopo vocale. Invece quando il tema esce in r od l od m, rimane immutato anche nel pass. ind. e nel part. se non in quanto m si muta in n; [p. 191 modifica]ma quando esce in rc-, rg-, lg-, gl-, nc-, ng- allora resta la liquida e la palatale si perde. La s o la t è geminata nel participio quando il passato ind. ha geminata s. Il gruppo sto si trova nel part. di pochi verbi il cui tema esce nelle dentali d, n.


§ 10. In non pochi verbi il pass. rem. ind. o il participio od ambedue possono avere tutte e due le forme, la regolare e la irregolare. Ecco i principali per ordine alfabetico:

Inf. Pass. ind. Part.
apparíre appársi apparíi appárso apparíto
apríre apèrsi apríi apèrto
assòlvere assòlsi assolvètti assòlto assolúto
bévere bévvi bevètti bevúto
concèdere concèssi concedètti concèsso concedúto
copríre copèrsi copríi copèrto
fóndere fúsi fondéi fúso fondúto (raro)
inseríre inseríi insèrto inseríto
istruíre istrússi istruíi istrútto istruíto
(e così costruíre e sim.)
offríre offèrsi offríi offèrto offeríto
(e così i composti) (raro)
persuadére persuási persuadètti persuáso
pèrdere pèrsi perdètti pèrso perdúto
prèmere prèssi (raro) preméi prèsso (raro) premúto
prèndere prési prendètti préso
i composti in -prímere hanno solo la forma irregolare ma sprèmere ha solo spreméi
rèndere rési rendètti réso rendúto
risòlvere (come assòlvere)
salíre (sálsi) salíi salíto
scolpíre (scúlsi) scolpíi (scúlto) scolpíto
seppellíre seppellíi sepólto seppellíto
trasferíre trasferíi trasfèrto trasferíto
valére válsi válso valúto
vedére vídi vísto vedúto
vívere víssi vísso (poet.) (vivúto o vissúto)

Si avverta che istrússi, sálsi, scúlsi, scúlto non sono dell’uso comune: pèrsi e pèrso sono rari nelle nobili scritture. Esauríre ha due partic. esauríto, ed esáusto che si adopera più spesso come aggettivo.

Alcuni verbi, per altro regolari, della terza possono avere poeticamente un participio irregolare in úto; p.es.:

feríre feríto ferúto
pentíre pentíto pentúto
vestíre vestíto vestúto
concepíre concepíto concepúto.

Alcuni composti di verbi regolari, sono spesso irregolari; p. es. da

pèndere pendéi pendúto
si ha appèndere
dipèndere -pési -péso
sospèndere

Al contrario alcuni composti di verbi irregolari sono regolari; p. es. da

stáre stètti
contrastáre contrastái.