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CAPITOLO XXIII

Segue delle irregolarità nella conjugazione.


§ 1. III. Irregolarità nel passato remoto dell’indicativo e nel passato del participio.

La irregolarità nel pass. remoto dell’ind. e nel pass. del partic. consiste principalmente in questo; che la vocale caratteristica del verbo (a, e, i), la quale nei tempi regolari o si conserva (am-ái, tem-éi, fior-íi, am-áto, fior-íto) o si muta (tem-úto e non tem-éto), qui invece si perde, e l’accento non cade sulla flessione, ma sul radicale stesso del verbo. P. es. da rèndere il pass. ind. reg. (che pur si conserva) è rend-éi, e il pass. part. regolare rend-úto. Invece il pass. ind. irreg. è rési ed il part. irreg. réso. Da scolpíre i modi regolari sono scolp-íi, scolp-íto; e gli irregolari sono scúlsi, scúlto.


§ 2. La maggior parte dei passati irregolari si trova in quei verbi della 2ª conjugazione che escono all’infinito in -ere, conservando l’accento sul radicale. Alcuni moderni grammatici hanno voluto, sull’esempio di altre lingue, stabilire anche nella nostra una distinzione di conjugazione debole e conjugazione forte, chiamando debole quella che ha il passato remoto dell’ind. accentato sulla flessione, forte quella che lo ha accentato sul radicale. A noi basta averla accennata, per vantaggio di coloro che studiassero italiano in comparazione col latino e col greco, ma non vi insistiamo, perchè a chi studia soltanto l’italiano quella distinzione sarebbe piuttosto di confusione, che di vera utilità.