Già mi dolsi io, che acerbo orgoglio
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XXVI
Lontananza.
Già mi dolsi io, che acerbo orgoglio
Del mio bel Sol turbasse i rai,
Sicché ria nube di cordoglio
Lunge da me non gisse mai:
5Già mi dolsi io, ch’empio veneno
Di gelosia m’empiesse il seno
Sicchè mio cor sen venía meno.
Or che lontan da’ cari ardori
Provo d’Amor le vere pene;
10Oso giurar, che a quei dolori
Nome di duol non si conviene:
Lasso, che Amor non dà ferita,
Che all’amator tolga la vita,
Salvo con stral di dipartita.
15Occhi sereni, al cui bel foco
Ore godei tranquille e liete,
Ben mi rivolgo al dolce loco,
Ove si lunge ora splendete;
Ma perchè sempre a voi mi giri,
20Mai non avvien, che io vi rimiri
Unico segno a’ miei desiri.