Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 50

N. 50 - 15 dicembre 1844

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[p. 205 modifica]BAZZETTA RISICALE ANNO III. - N. 50. DI MILANO D0MEN1Ci D!cembrt m4Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scella musica classica aulica e moderna, destinati a comporre un volume1 in 4." di ccnlocin<]tianta pagine1 circa, il quale in apposito elegante1 frontespizio si intitolerà s ihi.ogu classica m sie ri.k. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro gemere di musica si distribuisce un Catalogo di elica N. goni) pezzi di musica, dal quale possono far scella di altreftanli pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, c questi vengono dati t/ralis all’allo che si paga I’ associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. negasi P avvertimento pubblicalo nel Foglio N. 5o, anno H, 1S43. • f.a musique. par des in/le-rions vives. accentuées, et, • pour aitisi d ire, parlantes, e.rpriine toutes les pas• sioris, peint tous tes tabb-au.r, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations - et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen» timents propres a l’émouvoir. • J. J. liottSSEJ f. Il prezzo del! associazione alla Gazze!ttt v alla Musica e eli etTeilhe Austriache L. 12 per semcslre. ed ellcllive Austriache I,. 1.1 alìraiicala di porto (ino ai coiilini della Monarchia Austriaca: il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene falla mensilmente e franca di pollo ai diversi corrispondenl dello Studio Elicoidi. nel modo indicalo nel Mani lesto. — Le associazioni si ricevono m Milano presso I I Ilici della Gazzella in casa /licordi. contrada degli Dine noni N.° 172ii; all’estero presso i principali negoziarli di musica e presso gli l’Ilici postali Le lettere. i gì up i pi, ccc. vorranno essere mandati franchi di pollo. SOM MARIO. 1. Cenni intorno allo stalo e coltura progressiva della musica in Germania. - IL Cicalale di Bartolomeo Montanello. - III. Necrologia. - IV. Gazzettino SETTIMANALE Ul MILANO. - V. CARTEGGIO PARTICOLARE. - VII. Notizie. - VII Altre cose. - Vili. (Avviso MUSICALE. - IX. NtO’ E ITDBLICAZIOM MUSICALI. C E N A I IATO ALLO STATO E COLIUÙ PROGRESSIVA DELLA MUSICA IN GERMANIA. {Continuazione. Vedi il numero li).;,k odolfo 1. di Apsburgo, uno dei illusivi e grandi eroi della

  • et ’,lìa,,,ai nato 1218,conAcquistò

l Austria.e prendendone rù$v^j(3a*Q_dapp()i il pacifico possesso nel 1280, divenne fondatore delia felice regnante dinastia austriaca. Uomo d una sensata divozione, la di cui pietà religiosa (1) gli meritò il trono imperiale, era zelante del massimo decoro del culto divino. Le frequenti e strette relazioni ch’ebbero i principi, vescovi ed abbati dei più rinomati monasteri colla Corte di Roma, fecero sì di’ essi tentassero nelle loro metropoli di emulare la romana magnificenza ne’ sacri uffìcj, e colle pompe delle cerimonie religiose, e con numeroso, e scelto coro di cantanti. Ma non minore era la coltura del canto in lingua propria d ogni nazione* sottoposta all’Impero, il quale faceva sempre parte del di vino ufficio, come anche al giorno d’oggi vedesi praticato nei reggimenti, che cantano i loro inni in lingua nazionale; ed è pure uso nelle campagne de’paesi cattolici di cantare (adonta che tutto il resto dell ufficio sia latino) (1) A chi non è nolo il seguente aneddoto, che fu soggetto di tanti bei quadri cd incisioni? Trovandosi un giorno Rodolfo ( semplice conte di Apsburgo) alla caccia, s‘incontrò in un venerando sacerdote, che frettolosamente portavasi da un ammalato per amministrargli il Viatico, la strada era tutta quanta fangosa, cd interrotta da torrenti gonfi per recente pioggia: avvedutosi egli appena, scese da cavallo, e costrinse il vecchio di montarvi dicendo: lo non devo servirmene, mentre cammina a piedi chi porta il corpo di Gesù Cristo. Se ne approfitti) il curato, che sorpreso di sì insolita venerazione, benedisse Rodolfo, e gli predisse che sarebbe salilo al più allo grado di onore. - Difetti ben tosto si avveri) (pici vaticinio, essendo stalo Rodolfo nella prossima dieia di Francfort, con unanime volo di tulli gli elettori, e con universale e propria sua sorpresa, eletto a re de’ Romani. alcune laudi nelle proprie lingue in tempo dell offertorio (1). Rodolfo, benché non avesse avuto appropriata educazione, nè tempo alla coltura delle lettere, perchè sempre involto in vicende guerresche, era gran protettore e promotore delle scienze e delle arti (-!: né è a dubitarsi eli egli avesse apprezzato singolarmente la musica, e perchè inerente al culto religioso, e perché arte prediletta dai Tedeschi, giunta già allora nell Allemagna. come dicemmo. al maggior grado di coltura armonica, che altrove. Da quel tempo notasi negli autori che scrissero della storia musicale una rimarchevole lacuna quasi sino al secolo XV, cioè sino ai tempi di Massimiliano I, e ciò per mancanza di documenti a loro noli; essendo però impossibile che lo stato della musica fosse senza un progredimento sensibile, quando nel XII secolo presenfavansi degli scrittori, che avevano condotta l’arte, si nella notazione che nello sviluppo delf armonia ed artifizio del contrappunto. ad un grado superiore. in quell intervallo dominarono perii i trovadori. o menestrelli (ebbero essi principio nel secolo XII), i quali nei senso più ristretto erano poeti lirici, quasi tutti del più alto rango della società, che inventarono da sé le melodie alle loro ballate, e cantarono a suono di liuto e di viole. E noto che quest uso venne in Germania dalle provincie meridionali di Francia ove | resersi celebri gli Châtelain de Coucy, de i Tibault, ed Adam de la Halli*, ecc., di cui ci restano ancora varie canzoni. In Germania poi furono rinomali I ini- ’ peratore Federico, il re Venceslao. il duca Leopoldo IV. Walter voti (1er vot’hekveide:,j Ulrich von Lichtenstein, ecc.. di cui For- j kel nella sua Storia Universale della Mu- J sica, ci conservò alcune ballate colle ri- j spettive melodie. Gli oggetti stessi che essi; cantavano, come la stagione de’fiori. la bellezza delle dame de’ loro cuori, il va-! loi e de1 prodi loro compagni d’armi, loro inspirarono sentimenti pili elevali, e ddicale melodie più espressive e gentili, e ‘ le sfide poelico-musicali, che si tenevano I (!) Così nella diocesi di.Milano, benché non vi sia più permesso il canto figurato con aceoinpagnanien’o di stromcnli, fuorché dell’organo, dei coni rabbassi, violoncelli ed arpe, si cantano ancora de’mottetti in lingua volgare. (2) V. Coxe, Storia della Casa d‘Austria, che ne cita varj onorifici aneddoti. nelle Corti de grandi, li spronavano a perfezionarli. mentre f immensa varietà ed il fino gusto degli ornamenti li resero ovunque ammirali ed accetti. Vuoisi che 1 uso d ornare d canto sia venuto dall Oriente in Europa, per mezzo delle Crociate: ben tosto comparirono quest! a b Iiclhinenli. ed in maggior copia nella musica strumentale. come si vede nelle opere di Gironinio di Moravia, ove (nei suoi esercizj per le varie specie di viole ) indica già de’gruppi, appoggiaiuri* e trilli. I ah fioriture, divenute oramai di moda generale, s’introdussero anche nel l’auto ecclesiastico, e giunsero a tanto abuso che il Sommo Pontefice si trovò in necessità di emanare una Bolla (I) per frenare le fantastiche caricature, con cui i cantori cangiarono quell’aurea semplicità del cauto fermo in indecente cacofonia. Nello stesso tempo progredì I armonia, la diafonia fu abbandonata, delle quinte e delle (piarle se ne fece mollo minore uso, ed invece aumentaronsi le consonanze di seste e terze, e h* dissonanze come rilardi. La notazione nera venne cangiala in bianca, ed il canto figurato a più voci prese possesso nelle sacre funzioni. Il consigliere aulico di Vienna Kiesewelter nella sua Storia della Musica occidentale. ^(ri’scichte der Etiropardsch.-aben.rflarndischen, oder iinsererhriilinpeu Mu.dk} elici divide in epoche, classificandole col nome dei più grandi geiq di quel tempo, stabilisce quella dei XIV secolo col nome di Dufay. di cui presenta anche alcuni esenipj a tre voci. L epoca susseguente poi del 1400 1 intitola egli ad Ockeghem. celeberrimo capo-scuola, e per il suo genio singolare, e per la quantità di rinomati allievi eli egli ha formato. Forke.l nella citata sua opera riprodusse una sua composizione a 5 voci, ove si scorge pure un canone a tre molto bene sviluppato. Hobi’echi era pure rinomatissimo compositore di quel secolo, ed i Belgi in Generale si resero celeberrimi non solo nel loro paese, ma anche in Germania, in Francia, e nella cappella pontificia (Vi Rami (1) Ecco quan’o dic.cvasi in qtieHa Bolla: t< Non è nostra intenzioni* d’impedire che ili tempo in tempo, particolarmente nelle feste grandi, s’impieghino nel canto ecclesiastico, negli uffici divini delle consonanze e degli accordi, purché quel canto conservi la piena sua integrila, e non venga offuscalo colla mol i1 odine di Ile note ascendenti e discendenti n. Ó [p. 206 modifica]20G — o Pila di Palestritta} e presso i ciuchi di Milano e di Ferrara ( come attesta Guicciardini), e specialmente Kiesewelter, per cui fu premiato dalla Società di Amsterdam colla medaglia d oro, ed in cui ha sviluppato il mento e I influenza eh ebbero i Fiamminghi ni riguardo della musica sulle altre nazioni. Non mancarono però in que tempi anche nella Germania sommi compositori, come i due Fiuk, Enrico ed Ermanno: anzi nell opera di questo, Practica Musica, ecc.. parlando de. inventoribus Musica? ne cita anteriori a lui Giovanni Greisling. Enrico Isaac, Tomaso Stolzer. ecc. Di pari passo nella via del progresso s’avanzava l’arte di fabbricare e di suonare in Alleinagna gli organi, e furonvi di continuo eccellenti suonatori, come Sebastiano Wirdung Hofpaimer (di cui più innanzi) e particolarmente Bernhard detto il Tedesco (V. Schilling pag. 585) organista a S. Marco in Venezia, il quale lu anche inventore del pedale, come attesta Salicilico (I). che immenso pregio aggiunse a quell istromenlo. A quel tempo crasi pure introdotta la stampa musicale, come rilevasi da un’opera di Hobrecl stampata da Peiitinger in Norimberga. Ma cediamo ornai questo campo alla storia della musica, ed affrettiamoci a parlare di quel monarca austriaco Massimiliano I. il quale non fu inferiore al grande Rodolfo, e regno dal 1493 sino al 1519. - La di lui educazione nella prima sua gioventù fu del tutto negletta; ma un cavalleresco impulso cl amore fece sì che, mtrapreso con straordinario ardore lo studio delle scienze. giunse a tal grado di coltura, che seppe ni seguito scrivere e promulgare varie pregiate opere, come si rileva dagli storici contemporanei (2). Non è adunque da meravigliarsi s egli tu munificentissimo promotore delle lettere d arti. fra di cui crasi in singolare modo invaghito della poesia e della musica. Egli tenue perciò alla sua Corte e poeti e numeroso stuolo di cantori e suonatori <1 ogni strumento ed esimii maestri compositori di musica: di maniera che Cuspiniaiio dice che i musici alla sua Corte nascevano come i funghi dopo una calda pioggia. Erano essi destinati ad aumentare la magnificenza delle sacre solennità di chiesa e rendere oilremodo sfarzose le lesti; e gli spettacoli della splendida sua Corte. Il citato autore poi ne da un ampia descrizione delle feste celebrate in Vienna nel congresso dei tre re Uladislao d Ungheria, Lodovico di Boemia e Sigismondo di Polonia. - Fra i molti di quei maestri prediligeva egli un Pisclilinger Burchardo, qualificato dai contemporanei per mi grande artista musicale ed eccellente fabbricatore d orfani: un Slatkoma Giorgio IV. vescovo di S. Stefano, consigliere intimo, e maestro di cappella alla sua Corte, uno de’ più estimati ed esperti compositori di quel tempo; ma sopra tutti era Massimiliano affezionatissimo al suo ( l)nMusicæartis v irurn omnium, qui uiiquam fuerunlæ sine controversia prueslanlissimum plui es anno* Vendili, habuerunt Bernardini), cognomento. Tmlonem, argumente genti*, in qua oriti* ossei: omnia musicæ artis instrumenta scientissime traclavit; primas in organi* auxit numéros, ut et pedes quoque juvarent concentum, fum’colorum allractu: mira in co arlis crudità), voxque ad omnes numéros accomodata, numinis providenlia ad id nalus, ut una* esse!, in quo arti* pulclieri ima omnes viro* expcrirelur suasn. (4) V. Giovanni Maria Weissegger - Quotili storici biografici dei soortini della casa d Austria. Paolo, quel celeberrimo Hofliaimer, il più grande organista (1) compositore, e suonatore di varj a^r* ^strumenti, la di cui fama pel corso di 50 anni non potè essere oscurata da alcun rivale, ed estesesi anche in lontani paesi, di modo che non solo dalle, provmcie della Germania, ma dall" Italia stessa (come Schachingerus di Padova) confluiva la gioventù, per apprendere il vero metodo di suonare «quell istromento, su di cui crasi reso cosi esperto tanto nel manuale. che nel pedale: con profondità di arte pure e mirabile chiarezza congiunta a fervida fantasia seppe egli svolgere al1 improvviso que temi che di frequente godeva proporgli con intelligenza e fino gusto 1 illustre suo mecenate. L’imperatore avevasi poi immaginalo un singolare modo di onorare quelli uomini grandi della sua età e della sua Corte, facendo dal celeberrimo Alberto Durer disegnare de variatissimi carri trionfali, tirati da ogni specie d’animali, ove ne collocava uno o due coi relativi attributi di quella scienza od arte in cui era valente e distinto. - E cosa bene meravigliosa vedere. nelle 455 incisioni in legno fatte da Birkmayer. con quale ingegno e vastità di fantasia seppe egli immaginare e prescrivere que’poetici quadri, a cui fece pure unire un iscrizione in rima, composta dal suo poeta di Corte. Stabius, la quale servisse a perpetuare il nome di que’che apprezzava cotanto. Pel suo Paolo prescritto avevagli un Carro di forma piuttosto bassa, e tirato da un cammello, in cui vedevasi questi in atto di suonare 1 organo, avendo a canto un Regale (1), ed un positivo. - Un altro era destinato pel suo maestro di cappella, in cui vedevasi seduto Slatkonia in atto di dirigere un coro di musici, che lo precedeva, avendo alla sinistra il poeta di Corte. Nella sottoposta rima viengli messa in bocca la confessione che le sue composizioni le fece egli secondo 1 istruzione (Unte/weisung} dell imperatore: e che molte melodie ivi segnale non erano di propria sua invenzione, ma suggeritegli dal medesimo. „.... mancher Melodey, w Habe idi gemerkt in Cantorey, w Doch nielli alleili aus meinem Bedacht,» Der Kaiser mieli dazu hat brachi»». Da ciò rilevasi ad evidenza die Massimiliano non era soltanto grande intelligente, ma ben anche cultore della musica. Con più positiva munificenza largheggiava quel liberalissimo sovrano quando incantato dalla bellezza d’una nuova composizione, o meravigliato dall’ingegnosa invenzione d un sino allora ignoto istrumento musicale non di rado staccavasi dal suo petto la propria catena d’oro e I’ appendeva al collo di que’ genj creatori; e più ancora allorché, nel tempo del citato congresso, suonando Hofliaimer a tutta perfe(1) Nel rammentato archivio musicale dell’I. H. Bibl. di Vienna (rovinisi cinque tomi manoscritti in quarto contenenti composizioni islrumentali per l’organo, liuto ed altri istrumenti, c vocali a tre, (piatirò, cinque voci con canoni ed altri artilizj contrappuntistici, corali, le odi di Orazio, ecc. (1) Regale, piccolo istromento inventato a que’lempi, consimile ad un registro di lingua de’ nostri organi. Un altro formato a guisa di serpente venne ingegnosamente fabbricato da un monaco, e sorprese per la novità e per la forza del suono. - Da questo ebbe probabilmente origine quello che ora dicesi Serpentone, usalo sino a nostri giorni nelle bande mili1 tari, e particolarmente in Francia per l’accompagnali mento de’ falsi bordoni. __ zioue l’organo nella cattedrale di S. Stefano (fabbricato dal sullodato Fischlinger nel 4 507 ) producendovi con universale ammirazione un sublime Tedeurn. lo creò egli cavaliere. e fecegh presentare dal re Uladislao d Ungheria gli speroni d’oro, dandogli la consueta collata. Perciò esclama con entusiasmo il più volte citato Cuspiniano. «Quotas r/uisc/ue enim est hodie in orbe, nostro, (pii sinsrularia ingenia niusicorum ita veneratili’. et apreciat sicut (diesar? Amiamo poi di rammentare con brevi parole un istituzione poetico-musicale che cominciò a fiorire sotto il regno di Massimiliano, unica ed esclusivamente propria dell’AIlernagna, avvegnaché altra consimile non ebbe alcuna nazione d’Europa. Essendo allora cessato lo spirito cavalleresco per le continue guerre intestine, ammutolì pure il nobile cauto de Meisterstinger. e forniamosi invece, e particolarmente nelle città libere dell’impero, delle associazioni di semplici cittadini ed artieri, le (piali avevano aneli esse per oggeilo la poesia ed il canto, e vi durarono sino alla fine del secolo XVII ed a Norimberga sino al XVIII. Avevano esse le loro regole fisse, di cui erano osservatori rigorosi; ed apposite scuole, quindi maestri. ed apprendenti, a guisa di altre arti chiuse; tennero le loro adunanze in appositi locali ed i loro esercizj anche nelle chiese. Imitarono que’ maestro-cantori da principio i ritmi e i canti de* menestrelli, fissandone certi modi, o tuoni, indicati con speciali nomi ben presto però s’inventarono nuovi metri e nuove melodie, e l inventore di esse divenne acclamato maestro premiato con catena da cui pendeva una medaglia coll effigie di Davide. venendo distinto con un soprannome a guisa degli arcadi (1), desunto probabilmente da un suo nuovo tono da lui introdotto. I racconti biblici erano per lo più l’oggetto dei loro canti. i quali accompagnavano con cetre, violini ed arpe. Hans Sachs, delle dì cui poesie vennero in questi ultimi tempi fatte più edizioni in Germania, era uno de più rinomali Meistersariger. Wagenseil india sua descrizione di Norimberga dà complete notizie su quest’oggetto; come pure lo tratta con qualche estensione Forkel nella sua Storia universale. {Sarà continuato}. (1) Così uno de.’ più rinomali Enrico di Maissen, giàfrDotl. in Teologia a Magonza, chiamavasi Fraucnlob (lode di donne); ed un altro che fu fabbro-ferrajo nominasi Regenbogen (Iride). Gio. Simone Mayh. CICALATE DI {Continuazione e fmc. Vedi i mini. 42, 45, 48 e -49). V. u in ogni tempo tanto grande l’attraenza di un autore in voga, che, ov’egli abbia fatto strepilo per le opere sue, veggiamo lutto il mondo darsi con amore e studio a seguire gii argomenti e le forme de’ suoi componimenti, finché non sorga un altro attraente autore che si scosti dal calle battuto per segnarne uno diverso e tirare sulle ormi; sue i pedissequi imitatori. Il Petrarca suscitò una folla immensa di Petrarchisti; il Boccaccio mosse un’infinita turba di

novellieri; il Sanazarro, o altri che sia, avviò mille poeti pel sentiero delle capre; il Marini trasse a sè tutta la italiana letteratura; c lo stesso Frugoni diè lena a versiscioltai. Oggi, dopo lo Scozzese, tutti gli scrittori si danno a produr romanzi. 1 pittori poi seguirono così davvicino i lor caposcuola, che soventi si ha difficoltà a discernere le opere del maestro da quelle del discepolo; ed è forse per questo che nelle pinacoteche veggiamo talvolta marcati col nome di un altissimo pittore de’quadri che luti’ al più saranno fattura de’suoi contraffattori..Nell’arte musicale, ancor più che nella poesia c nella pittura, veggiamo imitatoli senza numero; laonde, i Puleslriniani, e i Marcclliani, e gli Ilavdniani, e più presso noi i Rossiniani e persino i Belliniani sorsero a ccntinaja, nè a prima giunta si discernono le opere dell imitalo da quelle dell’imitatore se non da chi ha fino orecchio per ravvisarle ad alcune sfuggevoli differenze di intrinseca natura del genio. E molto facile il mordere colla satira musicale simili contraffattori, e basta prender di mira i difetti del genio, che li trasse dietro, per esser sicuri di coglierli tutti; perchè i difetti sono più presto imitati, che le vere bellezze, le quali sono di esclusiva pertinenza del genio. Sebbene la struttura dei moderni componimenti non abbia più quella grolla uniformità che avevano assunta alcun tempo addietro, in cui le arie, i duetti, i terzetti, i cori, le sinfonie, avean tutti la stessa forma; perciocché cran tutti, nè più nè meno, modellali sui vecchi rondò; pure vi sarebbe molto a satirizzare anco sulla struttura de’ modernissimi componimenti, lo tentai eziandio su quest’argomenlo un mordace strambotto e lo intitolai: Le moderne forme. Incomincia la satira con un movimento agitalo de’v ioloucelli basalo sovra un pedale de’contrabbassi, e a tratto si odono delle forti bolle o degli acuii o de’ bassi, armonizzate ricercatamente, cui rispondono talvolta alcuni tocchi piani di qualche islromenlo, o soltanto uno squillo. Quelle bolle e que’ tocchi vun facendosi più spessi e burlescamente si avvicinano in modo che il tutto insieme diventa una tempesta di fortissimi colpi di tutta orchestra. Succede un adagio a modo degli odierni quartetti, ove una parte spiega il soggetto d’un far largo e dignitoso, con qualche bizzarria di mezzo; entra poscia un’altra parie, la (piale replica il tema alla noia, c la prima intanto frappone (pia e la delle voci interrotte, ove meno s* aspettano. Sorge la terza a cantare l’istessissimo tema, e le altre due vi giocano per entro a vicenda con queste note interrotte, come fossero due cagnelli che si rispondono ad intervalli con un tronco abbajare svoglialo. Entra finalmente la (piarla voce., replicando la solila cantilena, di cui le tre prime vati riempiendo i vani, o la accompagnano colle loro brevi e burlesche frasette, l’asso alle cadenze, e le (piatirò voci abbandonale a sè, senza accompagnamento, mi eccezione di qualche colpo di gran-cassa, si corrono dietro una all’altra, ora una si ferma e l’altra corre, ora si armonizzano o con note puntale o con note legale, e così via v.a giuncando facetamente sui modi di cadenze prolungale. Di poi incomincia un allegro con un accompagnamento semplice. che sospendo dopo una battuta, per sostituirne un altro ricercalcllo e spartito su varj i.slromenli; spiego una scherzevole cabaletta, e dopo quattro battute, accennando di voler progredire coll’inventare nuove cose, la interrompo all’istante per ripi. gliare, quasi forzato dall’uso, le sue prime battute e compio il periodo facendola cadere con ricercata modulazione in lontano tuono. La seconda parte della cabaletta si risolve in varie modulazioni che mi portano a cadenze nel tuono primitivo. Accenno poscia un crescente alla Generali, (die tronco d’un subito per assumere un movimento agitalo, il (piale pure abbandono appena incominciato per intraprendere un alleo movimento di tutta forza e a sbattimento d’orchestra, e (pieslo mi conduce a una lunga fermala su di una voce sola e indi a un lungo richiamo della cabalici la. Torna la caballelta, ma non più colle reticenze di prima, e vien via scorrevole tino a una serie di cadenze in varie guise, in varj tuoni che vado a cogliere di sbalzo. Finalmente con voci ora acute, i or profonde, con gorgheggi ora fra le botte {orti e I staccale, ora fra gli sbattimenti d orchestra, ora la| sciando svolazzare una voce sola, ora unendole tutte all’unisono con tutti gli islromenti, termina il componimento aggiungendovi un incessante rollare di tamburo, e un tanbussare di gran-cassa che rimangono pur talvolta soli e talvolta cadono colle botte universali. In questi componimenti scherzosi si possono usare le voci di canto senza la parola, come io ho praticato nella satira ora descritta; c i cantanti pronunciano solamente le vocali a, e, i, o, u, secondo che 1‘ una o l’altra torni più a proposito; con che la satira somministra maggior argomento di risa, e d’altra parte riesce più coperta. A questo modo si rende pur manifesto che i soli concetti musicali, senza l’ajuto di parole, bastano ad esprimere la satira evidentemente. Giova ripetere finalmente che tali componimenti satirici cadono facilmente, se non si adotta uno stile lepidissimo e chiaro, e se non v‘ ha un certo gusto nella scelta de’ pensieri, I e una condotta la quale, intanto che appare stralicila,! vuol esser pure denormata da molta intelligenza, come i veggiamo aver fallo i classici, i quali hanno profuso । ne’ lor componimenti scherzevoli maggior dottrina e maggior artificio che ne’ componimenti consueti. D’altra parte è duopo clic sì aggiunga un’esecuzione perfetta, e se v’hanno cantori è d uopo che mirino nello spirilo de’ concetti e li rendano col brio e col vezzo loro proprio. I Con sì lunga cicalala non vorrei aver invoglialo tulio il mondo a satirizzare, di maniera che la mole delle salire avesse a farsi maggiore di quella delle opere satirizzate. Ciò vedemmo altra rolla essere avvenuto fra i letterali; ma noi musici, più savj di loro, I non vogliamo cadere in tale incongruenza. Il genio alla vera satira è in ogni arte il pili raro; perchè la natura ha dato a pochi di saper cogliere i punti che ranno utilmente posti in discredilo; e i modi di pungerli leggiadramente sul vivo non si rinvengono se non da chi abbia una mente penetrantissima e mollo acume । d’ingegno, e mente e ingegno fatti apposta per pigliare a gabbo i difetti altrui. E (pii pongo line, senza accorgermi se ni’ abbia ì dello abbastanza bene, lo ho assai tempo meditato intorno a’ia musica, e mi sono sempre esercitato in | questa bell’arte, quantunque sia assai piccolo il frutto! che se ne redo, nondimeno, c per quel tanto che egli | è, e per la mania che mi s’è fitta in corpo di cicalare su varie tesi musicali, ho voluto dimostrare il giudichi mio anche su questa della salira, e vaglia l’autorità mia (pianto ella può, ch’io stesso non ho opinione di spacciarla per mollo. NECROLOGIA Francesco Boyle, maestro compositore di musica c | professore di bel canto non è più! Col 27 novembre, testé decorso, sorgeva por lui I’ ultimo sole, e per gli amici suoi altissima cagione di perenne compianto. La sua urna benché povera e modesta non andò priva di una lagrima e d’un fiore, il suo talento artistico benché verecondo e bersaglialo dalla sorte, non verrà defraudato in questa Gazzella musicale d’un geniale ricordo! Nasceva il Boyle in Piacenza I’ an! no 1787, c in giovinezza apprendeva la musica qual ornamento di sua educazione, ma poi un rovinìo in| cessante di contrari eventi mandava a fondo il pingue patrimonio paterno, e lo spingeva ad abbracciare quest’arie (piai mezzo di sostentamento. Accintosi allora con ogni lena a studiare la composizione, in poco • tempo tulli ne penetrò i più difficili magislerj, c per arra de’ suoi profilli diede ben presto alla luce varie ’ sue musicali lui-librazioni sacre c profane che menali rono grido in sua patria di cose mollo stimabili e i l prometlitrici di lusinghiera riuscita al giovane compositore. A cogliere miglior campo pe simi sludj egli trasloca vasi in Milano c (pii nel 181!) esponeva sulle scene del Teatro Re // (.’m-nora/c di Venezia, Opera buffa, accarezzala dai Milanesi con (ali applausi che a lui frullavano la sci iti tira per nn’allra Opera, neU’anno vegnente, all’islesso teatro. La composizione della.S7raggia era già mollo inoltrala, allorché assalilo da misteriosa malattia, cui né tampoco seppe trovare il nome la scienza di molli medici invocala a consulto, in lui miseramente s inaridivano le care fonti della vista. Oppose magnanimo petto a tanta sventura, e so questa accresceva la copia de’ nuovi bisogni, il suo coraggio sapea aumentarsi di novelle forze; spento era il lume diesile pupille, ma in lui più che mai brillava il raggio della mente; e con questo scorreva maestrevolmente tuttavia l’amico pianoforte, e proseguiva a dar lezioni di canto, accompagnando sulla tastiera i pezzi antichi c i più moderni con tutta franchezza; perchè una sol volta udita da lui una composizione musicale restava nella sua memoria stampata; e, vedi cosa mirabile! (piando assiso al magico istromento, le vuole ocehiaje nascoste da colorate lenti, venia pregato di cimlRi’e o di accompagnare, era ben raro il caso che alcuno dell’udienza, ignaro della sua infermità, non si prestasse gentilmente a volgergli le pagine musicali come se da lui venissero Ielle in quel momento, tanta era l’illusione suscitala dalla facilità, dall’esattezza, dall’anima, dalli rapidità con cui sapea interpretare quelle note e quelle frasi: stupendo fenomeno dell’umano jntellello, raccogliere in sè come in vasto archivio un migliajo di sparliti di svariatissimi compositori e non obbliar neppur uno di quei canti nè una sola di quelle, armonie e ripeterle fedelmente ad ogni improvvisa inchiesta! Da questa meravigliosa alliludme del suo ingegno ci è dato il credere che. un tal uomo polca forse esser notalo un giorno fra le glorie il’Dalia se un immile desiino non lo avesse condannato sul fior della vita a sì deplorabile condizione, (àmie, maestro di canto formi) varj allievi, dilettanti la maggior parle, c caro ornamento delle nostre maggiori società; fra quelli dedicali al teatro noteremo la bella rinomanza del tenor Bolognesi (v illima al par di Nourrit d’un disperalo eccesso per non sapersi rassegnare al naturale deperimento d una voce troppo a lungo esercitala, e con esso al decrescere dell ambilo plauso popolari1), c il bravo Reina, artista a nessuno secondo per animala espressione di canto. Se. poi vogliamo considerare il Boyle come semplice cittadino troveremo m lui un raro esempio di filosofica costanza; la sventura venne ben presto a visitarlo, ma non potè rapirgli il sorriso del1 anima tranquilla, il conforto d una cara sposa, I apprezzo e l’amore di molli c leali amici. L. G. Z. I i A GA32STTI1Î0 smimnAts»< vas». w<» — La pubblicazione del primo dei tre Cori di Rossini, intitolali La Fede, La Speranza e Za Carità, attesi con tanta ansietà da tutto il mon lo musicale, verrà forse ritardata (Falcimi giorni in causa di qualche modificazione che il celebre autore ha creduto praticarvi. — 11 signor Arditi, nella sera dell’annunciata Accademia data al Teatro Re, fu segno del più gentile accoglimento per patte del pubblico. Questo giovane vie. finiste, previa indefessa continuazione di studj, può al. tendere a bella meta. Il pianista signor Slrakoscb ebbe puri* applausi, ed in vero la sua fantasia sui molivi della Amia e dell’ZVùtr racchiudeva de’ traili di beifi elTcllo: lia i (piali va distinta la variazione sulla Romanza l. na furtiva lagrima. CARTEGGIO PARTICOLARE Firenze, 7 dicembre (sii. — La sera del dì ultimo del decorso novembre la solita società di dilettanti si produsse nuovamente sulle scene del teatro del Cocomero a vantaggio questa volta delle vittime delle ultimamente avvenute inondazioni, recitando la commedia in tre atti intitolala /.e mariage [p. 208 modifica]— 208 au tambour, c replicando la solita farsa lietly. Nella commedia erano stale introdotte alcune ariette appositamente scritte con mollo garbo c leggiadria dal noto maestro Luigi Gordigiani, e queste furono benissimo cantale dalle due gentili donzelle, la principessa Nadina LobonotT, c la signora Carolina Finzi-Morelli, che si mostrarono valenti declamatoci del pari che distinte cantanti. Anche lutti gli altri loro compagni ottennero molti e meritati elogi, c moltissimi tra lutti a ragione ne riscosse il duca di Dino tanto nella commedia che nella farsa. - Le sere di mercoledì 4 e di venerdì 6 del corrente le scene della Pergola echeggiarono delle donizclliane melodìe della Lucrezia Bargia per opera della famiglia Ponialowsky, che unitamente ad altri diluitami, tra i quali merita distinta menzione la signora Nanni de Luigi che sostenne la parte di Orsino, si produsse a! pubblico, disimpegnando la principessa Elisa la parte di Lucrezia, il principe Carlo quella di Alfonso ed il principe Giuseppe quella di Gennaro, a vantaggio della solita filantropica causa. I cori formio disimpegnati gratuitamente dagli alunni della IL Accademia di Belle Arti. L’esito fu brillantissimo, tanto per la parte dello spettacolo scenicamente e musicalmente considerato, quanto per l’aUlueiiza di scello, elegantissimo ed affol* iato uditorio. - Anche molti altri filodrammatici trattenimenti hanno negli scorsi giorni avuto luogo per la stessa causa, dei quali non facciamo parola comeche la musica limi vi avesse parte d’importanza.?iOTIZI E — Auavimo. Il pianista russo, di quattordici anni, allievo di Chopin, diede il ’22 novembre una soirée mu sicale. — I5r.iii.no. Il merito e la rinomanza di Diilher quale pianista, e di Piatti come violoncellista, destai mio un insolito desiderio in quei molti amatori della buona musica di assistere in gran concorso al Concerto che essi diedero il 24 dello schiso novembre, e che entusiasmò l’udienza. Presero parte a quel Concerto la prima donna Tilice), ed il primo basso Nulli; quella esegui alcuni scelti pezzi in italiano e tedesco. con molto applauso degli intervenuti; questi cantò la romanza della Maria di Budenz con tale precisione e. maestria da risi noterne ben tosto i più clamorosi ed universali applausi. Fra lo onere del repertorio datesi ultimamente con tarisi La Pestale e L.a Figlia ilei Ileggimentn. ( BazarJ — Biuissei.leh. La casa di Beriot è, com’è nolo, il centro di riunione di tutte quelle notabilità artistiche c letterarie. Egli si è ora formato una nuova unione sotto la denominazione Cercle des,-Jrts, il di cui presidente è il prìncipe ili Chimay, ed il vice presidente il celebre artista stesso. La società si raduna ogni quindici giorni ed ha divisato di dare annualmente quattro grandi concerti, quattro rappresentazioni letterarie, (piatirò drammatiche e diversi trattenimenti. — Fiiascoi-oiite. I! pianista Rosenhaim prima della partenza alia volta di Parigi, ha dato un concerto a vantaggio degli innondati, in cui suonò un gran terzetto e tre pezzi brillanti per pianoforte di sua composizione. — Madrid. Frulliti ottenne pur qui successo pienissimo. Lo eseguivano POber Rossi, Bellini, Spedi e Euzct — Monaco. Verrà eretto in questa città un conservatorio di musica, che sarà affidato alla direzione de’signori Lachner, Sltinz e Poissl. — Nicoli Teatro.Xu’Wi. - Un centone, ossia un pasticcio di Ernesto del Piede, coti musica vecchia di dodicimila maestri... Libro musaico gratis. Fischi e li asco. Ehi fu sacrificalo Î 11 Pubblico. Ehi fu corbellalo? L’impresa. fAlbumJ — Pestìi. Il compositore Erkl ini ita tutti i musicanti d’Ungheria ad una gran festa musicale, ed eccita tulli i distinti compositori a scrivere in rpiesta occasione (piallile pezzo di musica da eseguirsi. Sarà destinalo un premio per la migliore composizione. — Parigi. Il signor Danjmi, organista della cattedrale di questa città, intraprenderà il 31 gennajo prossimo la pubblicazione di una raccolta mensile intitolata Bei’ue ile la musique religieuse et ecclésiastique. Questa pubblicazione conviene esclusivamente ai membri del clero, ag’i organisti, ai maestri di cappella ed agli amatori dell’arte religiosa. - Tutte le questioni che concernono la storia, la teoria e la pratica del canto ecclesiastico vi saranno diffusamente trattate da persone intelligenti. Il prezzo d’abbonamento è di 12 franchi per anno per Parigi, e fr. 13 50 pei dipartimenti. Il 30 (fogni mese ne uscirà un fascicolo di circa 32 a li) pagine. Gii esemplari saranno strettamente limitali al numero d’abbonati che esisterà il 31 gennajo prossimo. Le associazioni si ricevono presso l’autore, rue Sainl-Maiir, Saint Germain, N. 17, a Parigi. L’associazione è obbligatoria per un anno. - Leggesi nella Bevueet Gazette des Théâtres: - «Le nostre prevenzioni si sono realizzale: il terzo teatro lirico non vi sarà. La Commissione, riconoscendone dapprima i vantaggi, ha ora giudicalo che il gran numero di teatri di cui gode la capitale rendeva impossibile la sua applicazione, Ciononpeitanto pare che l’autorità sia decisa ad accordare il privilegio della nuova impresa mu ficaie subito che gli avvenimenti avranno ridotto i teatri ad un numero convenevole. 1 sollecitatori del nuovo privilegio non hanno or più a sperare che nelle eventualità. Perchè si i eretto un terzo teatro lirico, è d’uopo che cinque o sei teatri abbiano chiuso lo loro porte,che a nessuno non si permetterà di riaprire. Allora soltanto si farà dono ai giovani compositori di un teatro e di un pubblico.» — Venne testé pubblicato un decreto che vieta l’ammissione al teatro a persone minori di sedici anni. — Oggi domenica 15 dicembre avrà luogo al Circo Privilegialo di Calcografia, Copisteria c Tipografia Musicale di Giovanni IKiconm Contrada degli Omenoni N. 1720, e sotto il portico di fianco airi. K. Teatro alla Scala. de’ Campi Elisi la prima delle feste musicali che il signor Ettore Berlioz prepara per quest’inverno. Queste solennità si rinnoveranno ogni quindici giorni. Ecco d programma della prima: Vi si semiranno de’ bei frammenti d’Atys, di Piccini; la prima scena del terzo atto d’Echo et Farcisse, di Gluck; la scena dell’inferno dei Campi Elisi, F Orphée (dello stesso autore), cantala da Ponchaid; un concerto di Beethoven; una grande composizione nuova del signor Ettoie Berlioz, ed una parte del suo Pies irne. Gli eseculor i. in numero di 3ó<>, disposti sui gradini del magnifico anfiteatro, saranno diretti dal signor Berlioz. — Al Teatro dell’Opèra Cantique si rimise in iseena /Fallace, opera vecchia di Calci. Veramente quasi quasi della musica di Calci non rimane più che il nome, poiché vi si innestarono pezzi di alil i autori, fra i «piali tre di Boulanger, un finale di Ridant, un entr’aete di Garaudé, ecc., ecc. Infatti lotta la partizione originale fu manomessa. L’esito perii fu piuttosto soddisfacente. — L’opera biblica in due alti del signor Kaslner, intitolala Le rei de diala, non ebbe l’esito che speravasi. Buona parte degli spettatori sonnecchiò attesa la lunghezza estrema della partizione. Gl’inleiligenti però notarono qualche pezzo degno di elogio. - Atlendevasi per oggi un concerto interessante di certo signor /•’«licien Darid, nella quale questo compositore prometteva di offrire al pubblico alcuni pezzi, nuovi pcr forma e stile, fra i (piali un’Ode sinfonia che dovrebbe eccitare la curiosità de’dilettanti e professori. — Al Teatro dell’Opdra andò in iseena il 6 corrente la nuova opera Marie Stuart, di N’iedei ineyer. La musica, quantunque abbia qua e là qualche reminiscenza di autori italiani, è scritta in generale nello stile tedesco ed ha in complesso incontrato il pubblico aggradimento. Quest’opera conta, oltre i cori, venti personaggi, fra i quali nove almeno sono prime parti! I Da lettera} — Ai concerti «lolla France Musicale furono eseguiti i tre Lori di Rossini, La Fede, La Speranza, c La Carila. i «piali fecero grande impressione e specialmente il terzo, La Carità, che fu trovalo di sublime concetto. — Venezia. Teatro Malibran. - Al.Vabucco è sue ceduto il Boberlo il Diavolo, se non con eguale fortuna, rispetto a’cantatili, certo con eguale e maggiore «pianto al concorso. La Solerà piace nel nuovo come nel vecchio spartito, è applaudita nella bella e difficile sua aria dell’atto secondo, ma le sta forse mon bene la parte. Qui il canto del Gorin e un po’ troppo uniforme, monotono; egli ingrossa ognora la voce, e non fa in nessun luogo l’elfelto di prima. Il tenore s’ingegna corno può, ma il peso ch’egli sostiene nell’opera e, o c’inganniamo, maggiore delle sue forze. In somma, per dirla in breve. c’e più da compatire che da ammirare; e i cori nel sublime canto infernale non meriterebbero né meno compatimento, così barbaramente lo cantano. In compenso degna «Fogni lode e la parte dello spettacolo; la scena de’ sepolcri è bellissima, e ingegnoso il meccanismo. Le apparizioni e le sparizioni succedono con molta illusione, e il macchinista e ogni sera domandato e festeggi,ito sul palco. Crii alunni della nostra Scuola di ballo intrecciano nell’opera un balletto, ch’e assai applaudito, massime nell’assolo della Munegbini, e in quelli di «lue giovanetti che battono alcuni passi con molta giustezza ed agilità. (G. di F) — Teatro Apollo. - // Borgomastro di Schiedam di Lauro Rossi ebbevi esito «assai lieto. — Vienna. Il belgico violinista Francesco Piume, che i Viennesi erano ansiosi di conoscere, diede il suo primo concerto il 4 enrr. Egli venne applaudito per nettezza ed eleganza «li esecuzione, per agilità, buon gusto, ma non vi destò quell’entusiasmo che si era presagito. — Il (i corrente giunse in questa capitale il celebre Donizetti. — Il 30 del passato mese mori nell’età di GD anni Ignazio Schubert, maestro di scuola, fratello del celebre compositore di melodie Francesco Schubert, ed il maggiore dei Quattro fratelli. — Bing und Mastre ( // anello e la Maschera ), opera nuova di Enrico Prodi, andati in iseena il 4 corrente all’!. IL Teatro di Cortealla Porla Corinzia, ebbe lieto incontro. — Il secondo concerto del celebre pianista compositore Ignazio Mosclieles ebbe luogo il 3 di questo mese nella Sala della Società de’dilettanti di musica. A L T R E C O S E — Il direttore di musica Giuseppe GungI in Berlino ha ricevuto dal re di Prussia una tabacchiera d oro per la dedica di una marcia da lui composta. — La Società Olandese pcr I’ incremento della musica ha assegnati i seguenti premi: fl. 3ÙU per una sinfonia; fi. Gii per uni sonata di pianoforte; fi. 50 per una sonala quasi fantasia; 11.40 per una sonala in fuga per organo; fi. 23 per quattro «pialletti per soprano, contralto, tenore e basso; fi. 25 per tre melodie e due voci per soprano c baritono. — Mendelsshon-Bariholdy, che era incaricato delle funzioni di direttore generale di musica a Berlino, ha dato la sua dimissione, che venne accettata da Sua Maestà il re. Prima della sua partenza, il celebre compositore farà eseguire il suo Oratorio Faulus, a profitto di uno stabilimento di beneficenza. — Ònslow ha dato alla stampa il suo ventesimoquinto quartetto, ed il suo ventesimosesto quintetto per istromenli <1 corda. — Dohler in compagnia di Piatti si recherà da Londra a Berlino, e da colà a Varsavia e a Pietroburgo; in maggio dell’aiino prossimo Dohler ritornerà a Londra, si trasferirà a Lucca nell’est ite, e passerà l’inverno venturo a Napoli, Roma e Parigi. — Il maestro Ottone Nicoìaj ricevette) in nome del Zi Senato accademico della stia patria Konisberg.a dal vi- v ceretlore dell’! diversità signor consigliere cavaliere di U Bordaci), un lusinghiero scritto accompagnalo da una «j preziosa tabacchiera d’oro e dalla medaglia in segno di t ringraziamento pcr la sua partecipazione ed attiva eoo- W perazione alla terza festa secolare di quell’Università. AVVISO MUSICALE li edito/ e Giorgxyi BrcoRDt^ ha fatto acquisto con regolare contratto della proprietà esclusiva per l’Italia tutta delle seguenti composizioni musicali del celebre Il OSSI ni-. E A FEUE, E A SPERANZA, E LI CARATA Tre Cori fier Canto con accompagnamento di pianoforte. Polendo (pùtidi il suddetto editore usare dei diritti di proprietà a Itti derivanti dal suaccennato contratto, e giovarsi di tutti i privilegi accordati dalie Reggi e dalle Convenzioni Sovrane tra i diversi Stati Italiani riguardanti le proprietà dell ingegno g diffida i signori editori e venditori di musica ad. astertersi da (funisiasi riduzione. stampa, e pubblicazione delle opere suddette, non che dalia introduzione e vendita di edizioni estere delle medesime. duello stesso tempo fi noto che nel corrente. dicendo e pubblicherà i Cori suddetti m due edizioni, cioè italiana e francese. i M OVE PIBBL1CAZI0M MUSICALI DEI.L’t. II..STABILIMENTO NAZIONALE PhlVlLEG." Di G1OV1.VVJ 1CICO15I)! SUGLI STRO.MENTI E SI LL’ISTRUMEXTAZIOAE AI) LSD de’ giovani maestri componitori DI œil essimi W058 Fr..4 — LINDA DI CHAMOUNIX MUSICA DI GASTAnO D01TI5S7TI HID3TT IN QUABTSTTO । B FtoFw e Violoncello per Flauto, Ï iolino, Viola e I ioloncello IH PIETRO TONASSI 15061 15062 Fr. 20 — GIOVAVA! RICORDI EniTOIlI-PBOl’IIIETAHIO.