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BAZZETTA RISICALE ANNO III. - N. 50. DI MILANO D0MEN1Ci D!cembrt m4Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scella musica classica aulica e moderna, destinati a comporre un volume1 in 4." di ccnlocin<]tianta pagine1 circa, il quale in apposito elegante1 frontespizio si intitolerà s ihi.ogu classica m sie ri.k. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro gemere di musica si distribuisce un Catalogo di elica N. goni) pezzi di musica, dal quale possono far scella di altreftanli pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, c questi vengono dati t/ralis all’allo che si paga I’ associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. negasi P avvertimento pubblicalo nel Foglio N. 5o, anno H, 1S43. • f.a musique. par des in/le-rions vives. accentuées, et, • pour aitisi d ire, parlantes, e.rpriine toutes les pas• sioris, peint tous tes tabb-au.r, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations - et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen» timents propres a l’émouvoir. • J. J. liottSSEJ f. Il prezzo del! associazione alla Gazze!ttt v alla Musica e eli etTeilhe Austriache L. 12 per semcslre. ed ellcllive Austriache I,. 1.1 alìraiicala di porto (ino ai coiilini della Monarchia Austriaca: il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene falla mensilmente e franca di pollo ai diversi corrispondenl dello Studio Elicoidi. nel modo indicalo nel Mani lesto. — Le associazioni si ricevono m Milano presso I I Ilici della Gazzella in casa /licordi. contrada degli Dine noni N.° 172ii; all’estero presso i principali negoziarli di musica e presso gli l’Ilici postali Le lettere. i gì up i pi, ccc. vorranno essere mandati franchi di pollo. SOM MARIO. 1. Cenni intorno allo stalo e coltura progressiva della musica in Germania. - IL Cicalale di Bartolomeo Montanello. - III. Necrologia. - IV. Gazzettino SETTIMANALE Ul MILANO. - V. CARTEGGIO PARTICOLARE. - VII. Notizie. - VII Altre cose. - Vili. (Avviso MUSICALE. - IX. NtO’ E ITDBLICAZIOM MUSICALI. C E N A I IATO ALLO STATO E COLIUÙ PROGRESSIVA DELLA MUSICA IN GERMANIA. {Continuazione. Vedi il numero li).;,k odolfo 1. di Apsburgo, uno dei illusivi e grandi eroi della

  • et ’,lìa,,,ai nato 1218,conAcquistò

l Austria.e prendendone rù$v^j(3a*Q_dapp()i il pacifico possesso nel 1280, divenne fondatore delia felice regnante dinastia austriaca. Uomo d una sensata divozione, la di cui pietà religiosa (1) gli meritò il trono imperiale, era zelante del massimo decoro del culto divino. Le frequenti e strette relazioni ch’ebbero i principi, vescovi ed abbati dei più rinomati monasteri colla Corte di Roma, fecero sì di’ essi tentassero nelle loro metropoli di emulare la romana magnificenza ne’ sacri uffìcj, e colle pompe delle cerimonie religiose, e con numeroso, e scelto coro di cantanti. Ma non minore era la coltura del canto in lingua propria d ogni nazione* sottoposta all’Impero, il quale faceva sempre parte del di vino ufficio, come anche al giorno d’oggi vedesi praticato nei reggimenti, che cantano i loro inni in lingua nazionale; ed è pure uso nelle campagne de’paesi cattolici di cantare (adonta che tutto il resto dell ufficio sia latino) (1) A chi non è nolo il seguente aneddoto, che fu soggetto di tanti bei quadri cd incisioni? Trovandosi un giorno Rodolfo ( semplice conte di Apsburgo) alla caccia, s‘incontrò in un venerando sacerdote, che frettolosamente portavasi da un ammalato per amministrargli il Viatico, la strada era tutta quanta fangosa, cd interrotta da torrenti gonfi per recente pioggia: avvedutosi egli appena, scese da cavallo, e costrinse il vecchio di montarvi dicendo: lo non devo servirmene, mentre cammina a piedi chi porta il corpo di Gesù Cristo. Se ne approfitti) il curato, che sorpreso di sì insolita venerazione, benedisse Rodolfo, e gli predisse che sarebbe salilo al più allo grado di onore. - Difetti ben tosto si avveri) (pici vaticinio, essendo stalo Rodolfo nella prossima dieia di Francfort, con unanime volo di tulli gli elettori, e con universale e propria sua sorpresa, eletto a re de’ Romani. alcune laudi nelle proprie lingue in tempo dell offertorio (1). Rodolfo, benché non avesse avuto appropriata educazione, nè tempo alla coltura delle lettere, perchè sempre involto in vicende guerresche, era gran protettore e promotore delle scienze e delle arti (-!: né è a dubitarsi eli egli avesse apprezzato singolarmente la musica, e perchè inerente al culto religioso, e perché arte prediletta dai Tedeschi, giunta già allora nell Allemagna. come dicemmo. al maggior grado di coltura armonica, che altrove. Da quel tempo notasi negli autori che scrissero della storia musicale una rimarchevole lacuna quasi sino al secolo XV, cioè sino ai tempi di Massimiliano I, e ciò per mancanza di documenti a loro noli; essendo però impossibile che lo stato della musica fosse senza un progredimento sensibile, quando nel XII secolo presenfavansi degli scrittori, che avevano condotta l’arte, si nella notazione che nello sviluppo delf armonia ed artifizio del contrappunto. ad un grado superiore. in quell intervallo dominarono perii i trovadori. o menestrelli (ebbero essi principio nel secolo XII), i quali nei senso più ristretto erano poeti lirici, quasi tutti del più alto rango della società, che inventarono da sé le melodie alle loro ballate, e cantarono a suono di liuto e di viole. E noto che quest uso venne in Germania dalle provincie meridionali di Francia ove | resersi celebri gli Châtelain de Coucy, de i Tibault, ed Adam de la Halli*, ecc., di cui ci restano ancora varie canzoni. In Germania poi furono rinomali I ini- ’ peratore Federico, il re Venceslao. il duca Leopoldo IV. Walter voti (1er vot’hekveide:,j Ulrich von Lichtenstein, ecc.. di cui For- j kel nella sua Storia Universale della Mu- J sica, ci conservò alcune ballate colle ri- j spettive melodie. Gli oggetti stessi che essi; cantavano, come la stagione de’fiori. la bellezza delle dame de’ loro cuori, il va-! loi e de1 prodi loro compagni d’armi, loro inspirarono sentimenti pili elevali, e ddicale melodie più espressive e gentili, e ‘ le sfide poelico-musicali, che si tenevano I (!) Così nella diocesi di.Milano, benché non vi sia più permesso il canto figurato con aceoinpagnanien’o di stromcnli, fuorché dell’organo, dei coni rabbassi, violoncelli ed arpe, si cantano ancora de’mottetti in lingua volgare. (2) V. Coxe, Storia della Casa d‘Austria, che ne cita varj onorifici aneddoti. nelle Corti de grandi, li spronavano a perfezionarli. mentre f immensa varietà ed il fino gusto degli ornamenti li resero ovunque ammirali ed accetti. Vuoisi che 1 uso d ornare d canto sia venuto dall Oriente in Europa, per mezzo delle Crociate: ben tosto comparirono quest! a b Iiclhinenli. ed in maggior copia nella musica strumentale. come si vede nelle opere di Gironinio di Moravia, ove (nei suoi esercizj per le varie specie di viole ) indica già de’gruppi, appoggiaiuri* e trilli. I ah fioriture, divenute oramai di moda generale, s’introdussero anche nel l’auto ecclesiastico, e giunsero a tanto abuso che il Sommo Pontefice si trovò in necessità di emanare una Bolla (I) per frenare le fantastiche caricature, con cui i cantori cangiarono quell’aurea semplicità del cauto fermo in indecente cacofonia. Nello stesso tempo progredì I armonia, la diafonia fu abbandonata, delle quinte e delle (piarle se ne fece mollo minore uso, ed invece aumentaronsi le consonanze di seste e terze, e h* dissonanze come rilardi. La notazione nera venne cangiala in bianca, ed il canto figurato a più voci prese possesso nelle sacre funzioni. Il consigliere aulico di Vienna Kiesewelter nella sua Storia della Musica occidentale. ^(ri’scichte der Etiropardsch.-aben.rflarndischen, oder iinsererhriilinpeu Mu.dk} elici divide in epoche, classificandole col nome dei più grandi geiq di quel tempo, stabilisce quella dei XIV secolo col nome di Dufay. di cui presenta anche alcuni esenipj a tre voci. L epoca susseguente poi del 1400 1 intitola egli ad Ockeghem. celeberrimo capo-scuola, e per il suo genio singolare, e per la quantità di rinomati allievi eli egli ha formato. Forke.l nella citata sua opera riprodusse una sua composizione a 5 voci, ove si scorge pure un canone a tre molto bene sviluppato. Hobi’echi era pure rinomatissimo compositore di quel secolo, ed i Belgi in Generale si resero celeberrimi non solo nel loro paese, ma anche in Germania, in Francia, e nella cappella pontificia (Vi Rami (1) Ecco quan’o dic.cvasi in qtieHa Bolla: t< Non è nostra intenzioni* d’impedire che ili tempo in tempo, particolarmente nelle feste grandi, s’impieghino nel canto ecclesiastico, negli uffici divini delle consonanze e degli accordi, purché quel canto conservi la piena sua integrila, e non venga offuscalo colla mol i1 odine di Ile note ascendenti e discendenti n. Ó