Gazzetta Musicale di Milano, 1843/N. 50

N. 50 - 10 dicembre 1843

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[p. 209 modifica]GAZZETTA MUSICALE ANNO II. domenica N, 50. 4 0 Dicembre 843. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno s danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musici classica antica e moderna, destinali a comporre un vo lume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale ir apposito elegante frontespizio figuralo si intitolerà An DI MILANO • La musique, pur des inflexions vives, accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets,» soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir.» J. J. Rovssf.au. Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta c aWyénlologia classica musicale è dicITeii. Ausi. L. 12 persemestre, ed cITctt. Alisi. I,. U affrancala di porlo Tino ai confini della Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — f,a spedizione dei pezzi ili musica viene falla mensilmente c franca di porlo ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicalo nel Manifesto. - I.c associazioni si ricevono in Milano presso l’ilflìcio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Onicnoni N.° 1720; ail’eslcro presso i principali negozianti di musica e presso gli Ullici postali. — f,c lettere, i gruppi, cc. vorranno essere mandati franchi di porto. I. Antologia Classica Musicali-:. Avvertimento ai signori Associati. - II. Esami: sullo stato attuale della Musica Drammatica in Italia. - III. Bibliografia Musicali:. Alcuni pezzi per pianoforte - IV. I. R. Teatro alla Scala. - I. Accaof.mia del signor Ernesto Cavallini - II. Accademia del imo Istituto Teatrale. V. Varietà’. - VI. Notizie Musicali. - VII. Nuove Pubblicazioni Musicali. ANTOLOGIA CLASSICA MUSICALE AVVKRTINIÌKIVTO SECESSA JSIO AI SIGNORI ASSOCIATI ALLA 61ZZETTA MUSICHE Il sottoscrillo proprietario Uditore della Gazzetta Musicale, nellavvertire i suoi signori Associati che nel corso del prossimo dicembre avrà pubblicati ipezzi di musica r/e/f Antologia Classica rimanenti a compire le promesse d’associazione, si fa un dovere di annunziar loro quanto segue..L’Antologia Classica Musicale continuerà a pubblicarsi anche pel prossimo venturo anno, e la scelta de’ pezzi verrà fatta inalterabilmente colle norme fin qui seguite, e nello scopo lodevole cui fu destinala, di favorire cioè lo studio dei capolavori dei grandi maestri antichi. Talt avolta, desiderando il sottoscritto Editore proprietario dare a quest1 uopo maggiore estensione «//’Antologia stessa, avverte che col pria- i! cipiare del -1844 la medesima si pubbli- 1 citerà anche con apposita e separata associazione al prezzo, netto di sconto, di franchi 20. Però, ai signori Associati alla Gazzetta Musicale, si continuerà a dare gratis la detta Antologia Classica, così piacendo ad essi: e coloro invece, i quali in luogo di questa amassero altro genere di musica, potranno sceglierla da un Elenco, estratto dal Grande Catalogo Ricordi, e composto di N. circa 2000 pezzi di musica di vario genere, per canto, e per istromenli diversi-, dal quale Elenco che si distribuirà ai signori Associati, avranno i medesimifacoltà di fare scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N.° 430 pagine. In esso Elenco si comprenderanno anche i diversi pezzi componenti l’Antologia Classica dei decorsi anni 4842-43. I pezzi che i signori Associati alla Gazzetta Musicale vorranno scegliere dalI Elenco suddetto saranno dati gratis ai medesimi allatto del pagamento anticipato f dellassociazione annua alla Gazzetta Muli sicale. Chi poi amasse pagare anticipaj tamente la sola metà dell associazione annua alla Gazzetta Musicale non riceverà I; che una corrispondente quantità di pezzi • di musica in dono, per T ammontare di I sole pagine 73 circa.; La scelta però, tanto di uriannata che I della metà, dovrà esser fatta in una sola volta e non in diverse riprese. I signori associati nelle piazze lontane vorranno rivolgersi ai relativi corrispondenti della Casa Ricordi. GIOVAWIVI KICOltHl PROI’K. eoit. della gazzetta musicale. ESAME IIM1X» STATO ATTUALE DELLA IttSIOA DRAKltATICA 111 ITALIA {Vedi i N. 19, 27, 48 e 49.) Avendo altrove bastevolmente discorso dell’utilità di staccarsi dalle solite forme adattandole alla natura di ciascun pezzo, ci limiteremo qui a due soli punti, nei quali principalmente ci sembra essere luogo a perfezionamento. L’islrumentazione cioè e la struttura della melodia. Quanto alla prima ognun sa come dai tempi di Cimarosa fino ai nostri sia venuta crescendo di forza, e non ostanti le continue censure dei critici più assennati siasi fatta dominatrice del canto, il quale andò man mano decadendo. I mirabili effetti che alcuni ingegni seppero ricavare dall’orchestra, sebbene non sempre i più adattati alle sceniche circostanze, trassero i men valenti in inganno, e: orchestra, orchestra, fu quasi la parola d’ordine, il motto della bandiera sotto la quale vennero ad arruolarsi i compositori tutti. Non si fu contenti se l’orchestra non giungeva ad assordare l’udienza, e ad ottenere questo meschino vanto fu chiamata a soccorso la banda sul palco, nè questa pure col doppio tamburone bastò ad alcuni che avrebbero voluLo aggiungervi lo sparo del cannone!!! La cosa andò lant’ollre che quello stesso Rossini tanto censuralo per avere sopraccaricato la parte istrumentale potrebbe ora proporsi a modello di moderazione. Almeno la sua istruinentazione produce sem£re un’armonia nutrita e soddisfacente, iddove tanti altri, impiegando maggior numero di stromenti e stancando orchestra e cantanti non ricavano che un armonia magra e slombata. Oramai però anche il volgo è stanco del fracasso, eia critica che in tanti altri punti fini col tacersi o stanca o ravveduta, grida su questo da ogni parte più forte che mai, mostrando ovunque gli infelici risultali di una tal pratica, fogli è tempo pertanto di studiare meglio il partito di questa importantissima parte della nostra musica, e di apprendere a servirsene con maggior parsimonia e più giusto senso. E il mezzo più acconcio ad ottenere che l’orchestra concorra all’espressione drammatica, senza soffocare il canto, e ne riescano ad un tempo effelti delicati, nuovi e interessanti, si è di adoperarla per lo più a frazioni o gruppi nei quali entrino appunto quegli stromenti che all’espressione di (ale o (ale affetto meglio si addicono, riservando l’effetto cieli’ intiera massa alle situazioni più risentite, ai grandiosi pezzi d’insieme. Nò si dica, o che cosi già si pratica per lo più, o che l’adoperare più che non si fa d’ordinario piccole frazioni d’orchestra nuocerà all’effetto e produrrà dei vuoti molto sensibili, lasciando l’istromenlazione languida e povera di colorilo. Così non si pratica per lo più, chè anzi non vedesi se non assai di rado una scena, un’aria, un duetto (e siano pur brevi), senza l’impiego di tutta intiera l’orchestra, nè lunghissimi per solilo sono i silenzii a cui si obbligano alcuni islrumenti, nè frequentissimi, talmente che dal continuo sentirsi or l’uno or l’altro il cui carattere non fa al caso, nasce appunto un importuno frastuono, una quasi totale mancanza di chiaroscuro e di espressione. Nè tar ipoco: da temersi che un frequenle uso delle frazioni d’orchestra sia per nuocere all’effetto e snervare l’istrumentazione. Tre o quattro voci bastano d’ordinario all’abile contrappuntista per riempiere sufficientemente l’armonia, nè è duopo ristringersi sempre a cosi limitato numero di parti. Clic anzi, se si abbia cura di variare di continuo le combinazioni e di ben adattarle alle diverse circostanze si vedrà quanta vaghezza, e qual maggiore verità drammatica si potrà ritrarne. In tal modo, ci viene asserito, il celebre Berlioz ottiene stupendi e non prima sentiti effetti e senza ricorrere agli stranie- I ri, che poco o nulla conosciamo se non ■ per fama (e ciò con non lieve nostro danno) | abbiamo pure fra noi esempi bastevoli a ( [p. 210 modifica]I persuaderci. Ce ne fornisce quello stesso j Mercatante che tante volte abusò straria, mente dell’orchestra soffocando con essa | il canto, e basta ricordare di lui il Giuramento, ed il Bravo ma in questi che pure ebbero il plauso universale egli non fu guari imitato. Ai tratti dal medesimo sparsi nelle opere teatrali in cui si trovano impiegati per un tempo considerevole soltanto alcuni pochi istromenfi, ne aggiungeremo uno il quale sarà men noto perchè appartiene all’ultima grandiosa messa che egli scriveva prima di lasciare la Cappella di Novara («). Consiste questo in un duetto non brevissimo di due clarinetti senza alcun accompagnamento situato dopo il vivacissimo e rumoroso pieno del (iloria, il cui efletto riuscì incantevole a segno di non lasciar desiderare neppure un bassetto in giunto (l). Sia forte il concetto, sia vera l’espressione, e non si avrà tanto bisogno dell’assordante forza materiale troppo spesso impiegata a supplire al vero calore dell’affetto. Diremo per ultimo della struttura della melodia, la quale sembra si vada sempre più accostando alle forme della canzonetta, anziché assumere un fare largo qual si conviene alla drammatica; specialmente se trattasi di argomento serio. Non vi ha dubbio che le regole melodiche e ritmiche registrate dal Reicha nel suo trattato della melodia abbiano fondamento nella nostra istessa natura; ma non vi ha dubbio del pari che il seguirle troppo alla lettera non impicciolisca il pensiero e non ne scemi molte volle. l’efficacia. Il bello nella melodia drammatica sarà egli solo riposto nella facilità di imprimersi nella memoria sì che si possa ripetere questo o quel tratto subito dopo la prima recita? Non sappiamo crederlo, e stimiamo anzi che al dramma meglio si convenga una certa libertà, una certa artifiziosa trascuranza. purché diretta ad accrescere evidenza all" espressione, e dignità al carattere, e novità al concetto. Quel restringere i periodi in otto, dodici, o sedici battute come si fa per lo più, quell’appajare i ritmi e le frasi si, che ciascuna sia seguita da una seconda corrispondente, se può essere indispensabile in una musica da ballo, o in altri generi di piccole proporzioni. può molte volte nuocere alle composizioni grandiose e sconvenire alla ragione drammatica, la quale vuole che tutti i mezzi siano subordinati allo scopo di dipingere i fatti che si rappresentano colla maggior illusione possibile (2). Da questa servilità proviene in (a) Si ripone (pii a suo luogo questo e l’antecedente paragrafo, clic per uno sbaglio tipografico, furono inseriti nella terza colonna dell antecedente articolo. La R. (1) Questo pezzo fu sentito tre volte a Novara, eseguito sempre dal celebre Ernesto Cavallini, c dall’egregio Careggia alunno dcll’I. R. Conservatorio di Milano, ed ogni volta fu al pubblico graditissimo, restando tutti maravigliati come da si pochi mezzi tanta bellezza potesse prodursi. (2) Molti maestri pratici e teorici si sono dichiarati contro la regola clic tenderebbe a introdurre in ogni genere di musica una rigorosa euritmia. Fra tutti ci contenteremo di citare il lodatissimo Albrcchtsbcrger cui nessuno può tacciare o di spirilo d’innovazione, o di rilassatezza di principii. j Questo maestro nel suo metodo elementare di com} posizione, tradotto dal rinomato Choron, dice apcrlas mente che il ritmo musicate nei pezzi richiedenti lar» glie proporzioni (e si parla appunto di musica dramj malica) non può essere assoggettalo alle forme rego■ gran parte l’uniformità che guasta molte; delle moderne melodie, e la difficoltà di: crearne di nuove. Da questa l’esclusione i: di alcuni metri nella poesia drammatica, i ii quali potrebbero essere opportuni a eoa- |! diuvare l’espressione, e le leggi quasi sempre arbitrarie con cui i maestri martoriano spesso i poeti; i quali, costretti ora a fare | un’aria invece di un duetto, perchè così j vuole la prima donna, ora un duetto col; tal cantante invece del tal altro, così esi■, gendo le convenienze, ora ad introdurre | contro ogni buon senso il coro e la banda,; ora a raccorciare a costo di mutilare, ora | ad estendere a costo di diluire, ed a mille altre tutte del pari irragionevoli esigenze della virtuosa famiglia, son ben degni di scusa se a mala pena riescono a fare un soffribile pasticcio. Concludiamo. Si vuole la maggiore possibile perfezione nella musica drammatica? Si esamini bene tutto che s’accorda coll’idea che abbiamo a principio stabilita, si sottopongano a severa critica le leggi imposte, le pratiche usate, per eseguire ciò che la più sana ragione dimostra utile, ed evitare quanto può nuocere. La composizione musicale ha delle norme impreteribili per l’armonia, perchè quanto riguarda questa cade sotto il dominio del calcolo; ma non può avere se non se norme generali per l’invenzione e condotta della melodia, per l’istrumentazione, perchè queste dipendono dall’immaginazione del compositore. Se dunque il trascurare le prime è riprovevole perchè conduce a una scorrezione di stile nocevole al buon effetto armonico; il farsi schiavo di regole troppo particolarizzate nelle altre parli non produce che grettezza. Peggio poi è il farsi del pubblico un vano spauracchio sul timore che ad ogni novità egli debba avventarsi contro l’autore. Sebbene composto dei più strani elementi, il pubblico è d’ordinario miglior giudice che non si pensa, e beh di rado avviene poi che egli l’accia mal viso alle novità, benché talvolta ardite e poco ragionevolmente introdotte; e per altra parte, salve alcune circostanze sociali sotto la cui influenza tutti viviamo, non è già il pubblico che determina il gusto nelle arti; ma è l’artista di genio che volge a suo talento il gusto del pubblico, nè questo ha mai dimostrato una forte predilezione per gli stazionarli (I). M. R. Boucheron. lari c simmetriche dei piccioli pezzi, perchè i limiti clic una tal legge prescrive possono sconcertare, ed anche annientare la più felice idea. In quanto a noi, siamo d’avviso che quella regola sia da porsi a paro di quella che si da ai pittori di disporre i gruppi delle figure di un quadro in forma piramidale. Regola da seguirsi quando non siavi un motivo di trascurarla, e sufficiente ci sembra quello di dare novità alla melodia purché ciò sia senza nuocere alla chiarezza ed alla verità di espressione. (I) Non avendo in questo esame avuto intenzione di fare l’elogio o la critica d’alcuno in particolare, ci siamo limitali a parlare soltanto di quei maèstri che nel tratto di tempo da noi abbracciato figurano quai capi scuola, tacendo di molli altri per belle composizioni meritevolissimi d’encomio. Nessuno se ne adonti; verrà tempo in cui potremo forse mandare ad effetto il pensiero di fare in questo medesimo giornale una ragionala rassegna di quanto si produsse di bello nella nostra Italia da alcun tempo in qua nella musica drammatica, affinchè gli studiosi non appartenenti a conscrvatorii possano facilmente scieglierc i modelli su cui meditare. Nessuno allora sarà defraudato della lode meritata per quanto il consentiranno i nostri scarsi BIBLIOGRAFIA MUSICALE ALCX’KI PEZZI PER PIANOFORTE l recentemente editi presso Ricordi. Allorché si tratta di un nome poco cognito, o di un artista la cui riputazione è all’aurora, in certo qual modo diventa indispensabile qualche parola d’csordio onde disporre il pubblico in favore del compositore le cui opere voglionsi assoggettare a particolare esame. Ma allora (pianilo si deve tener discorso di una celebrità già da molli anni universalmente riverita a che servnn superflue argomentazioni? Nominare Sphor, ed il lettore trovarsi ad un tratto preparato ad esser trattenuto di lavori coscienziosi c dotti non è la stessa cosa? 11 sommo armonista alemanno, non ha molto, pubblicò un Necomlo Trio concertato per violino, violoncello e plaforte in cui, come adoperò nel primo, dispose le parti istromentali in modo che ciascuna presentasse un interesse speciale, c cercò che avesse ben anco a risultarne un pregevole tutto, dimostrando la profonda conoscenza e padronanza di tutte le combinazioui scientifiche, per render preponderanti le quali qua c là parve talvolta inceppare il libero corso della sua immaginazione, c pertanto non è a meravigliarsi che nelle parli più ricercate del pezzo ne sia derivata una lieve tinta di monotonia. Il Trio, Op. 125, di Sphor merita che i maestri c gli esecutori nudrili di buone dottrine musicali lo faccian soggetto di accurato studio. Il primo tempo - allegro moderalo - in fa contiene alcuni pensieri maestrevolmente riprodotti sotto differenti aspetti che forse a tutta prima non sembreranno troppo omogenei c nuovi, ma più si udranno meglio potranno apprezzarsi e si finirà per applaudire all’eccellente loro sviluppo. La nobile cantilena del larghetto a tripla è assecondata da sì efficaci e si ben coloriti accompagnamenti, ed un islromcnlo serve di sì attraente risalto all’altro, clic chiunque l’avrà ad eseguire o ad udire non potrà a meno di rimanerne penetrato. Lo scherzo in do minore col trio in la bemolle brilla per vivacità di concetti e degli andamenti per squisitezza delle enarmoniche transizioni; deve riuscir non agevole I’ eseguirlo nell’animato movimento e coll’accento prescritti. Il finale che principia in fa minore, ed al par del primo tempo si compie in fa maggiore, è travagliato in stile fugato c le più erudite imitazioni mirabilmente si susseguono e si collcgano fra lo svolgersi d’incessanti modulazioni. Le ricerche scientifiche c lo sfoggio delle armonie, portate ad un sì eminente punto, se non gran diletto agli orecchianti, devon al certo recare stupore agli intelligenti, che di esse ponno fare tesoro. Rendasi pertanto il debito tributo di grazie c di cncomj a Sphor che come irremovibile scoglio manliensi fermo in mezzo al precipitoso torrente devastatore della musica istromentalc moderna. I severi componimenti di lui, improntati di classicismo, sopravvivranno all’epoca in cui furon scritti, nei mentre la maggior parte de’pezzi ora calorosamente acclamali dalla generalità fra pochi anni verranno obbliati. Tale si è il destino clic la moda riserba a’eieci suoi seguaci. Varj di questi, tuttavia in vigorosa età, piangoli già le derelitte loro pagine musicali. A quelli invece che con avvedutezza si mantennero forti sulla via del vero bello, in compenso del corpo curvato sotto il peso degli anni, è data la soddisfazione di osservare le opere della loro giovinezza innalzarsi vie maggiormente nella stima de’ conoscitori. O voi che possedete eletto ingegno decidete a qual partilo vi convenga attenervi? Oggi piacere al pubblico; metter insieme delle fantasie (!!) sopra altrui motivi, e fra poco esser dimenticali. Disdegnare le momentanee capricciose esigenze del pubblico; creare della musica ragionata? c procacciarvi la riverenza de’ posteri. Se non avete coraggio per appigliarvi al meglio, almeno abbracciate un sistema clic troppo da esso non si scosti! Adolfo Ilcnsclt è fra que’ pianisti d’ingegno nel novero delle produzioni de’quali trovansi alcune falle per cattivarsi i suffragi ne’ concerti c nelle sale, ed altre invece dirette all’intelligenza di chi nella musica vuole immaginazione c condotta. I superbi suoi stndj c l’appassionato Duo per pianoforte e violoncello da una parte, e le Variazioni sull’Elisir d’amore c sul Roberto il Diavolo, dall’altra, vengono in appoggio alla nostra opinione: - Ee tallitati musicalfantasia sopra un’aria liocina-russa (così sta segnato nel frontispizio del pezzo più nuovo di Hensclt) senza pretendere ad esser qualificato fra quelli di maggior importanza, deve assai aggradire per l’elegante e dignitosa maniera con cui I’ autore svolse, adornò ed armonizzò il tema da lui scelto, al quale frappose una specie di pastorale di una melodia che t trasporta. Dispiace come una delle provette sommità pianistiche siasi abbassata in alcune delle più recenti sue produzioni ad offrire al malaccorto dilettantismo cd £ alla speculazione degli_editori de’ pezzi a pot-pourri che ( [p. 211 modifica]fanno meschina figura posli al confronto di varie prcjl cedenti pagine dell’islesso chiaro autore per comune lS) consentimento dichiarate fra le più belle e le più corrette, ìa clic per pianoforte siansi scritte dall’epoca di Ilummcl u in poi. Qucsla noslra franca asserzione riguarda p Kalkbrenncr, il quale or ora fece di pubblico diritto I un nuovo Duo per pianoforte e violino | sulla Favorita, al pari degli altri sull’Ebrea e sulla Regina di Cipro, composto in compagnia del; violinista Panofka. Il gusto del secondo collegato al sapere del primo, valse un’opera brillante alta a cor1 rispondere tanto alle esigenze degli amatori quanlo a quelle dell’arte. Il pezzo piacerà a tulli e verrà smerciato. Da questa espressione ponilo desumersi i suoi pregi ed i suoi difelti, senza clic di essi venga fallo apposito rimarco. Altrettanto potrebbe dirsi dell’altro Duetto dell’istesso Panofka con Thalbcrg desunto dalla Dcatrice Tenda. 0 quale e quanta commozione desterebbero le affettuose nolcjdcl Cigno siciliano modulate sul violino dalla magica Teresa Milanollo, (il più straordinario, astro strumentale-esccutivo apparso sull’orizzonte musicale. Chi all’olà di Ire lustri non ancor compiuti potè mai suonar con maggior precisione d’inluonazione, più giusto e profondo sentimento, più regolare e finita scuola, più posala compostezza, in una parola con più evidente perfezione di questo angiolo disceso a Savigliano in Picmonlc l’otto agosto 1820? Un altro famoso artisla, il più produttivo di tutti, ci si presenta nella persona di Carlo Czemy, 10 scorrevole scrittore di oltre scttcecnlo pezzi, 11 rifugio di ogni editore. Noi non diremo in qual conto egli sarebbe tenuto se allo smodato fascio delle sue fantasie, arie variale e Iranscrizioni non fossero avviticchiati un terzo mazzolino di sonate a due ed a quattro mani ed una vivida corona di utili studj. Fra questi ultimi occupar deve un distinto poslo Do studio generale ovvero Encicl<»|ic«lia «li ]>nMxi Iti’illaiiti per il pianoforte estraili dulie opere de’celebri pianisti antichi e moderni, raccolti, digitali e classificali per ordine cronologico da C. Czemy, lavoro, clic, come vicn riferito ncll’avverlimentq, è basato sopra un seguito di passi scelti a preferenza fra quelli clic senza interruzione si potessero facilmente ripetere, talché, attenendosi alle prescritte ripetizioni, ogni numero formasse uno studio compiuto. Questa Enciclopedia offre pertanto 260 cscrcizj tratti con discernimento dalle opere di trcnladue fra i più noti compositori che fino dal primo fiorire del cembalo (or son quasi cento cinquanta anni) scrissero per queslo stromcnto. Ogni pianista che desideri perfezionarsi vi troverà i mezzi di rendersi famigliar! le particolarità caratteristiche di ciascun autore e di studiare le diverse epoche del sempre crescente perfezionamento dell’esecuzione sul pianoforte. Qucsla raccolta, sì curiosa pel contrasto degli stili e per varietà, si apre con cinque cscrcizj di Domenico Scarlatti, l’antesignano dell’arte di comporre pel cembalo, ncll’islcssa guisa clic più tardi Clementi fu il principale propagatore dell’arte di render brillante ed espressiva la.musica per pianoforte: opperò le opere di questi benemeriti italiani verranno ognora e da pcrtullo con venerazione riguardate. 17 ordine cronologico dclV Enciclopedia di passi potrebbe andar soggetto a censura, trovandosi collocali Pixis avanti Ficld, Onslow prima di Weber. Vennero poi dimenticati ttn Adam, un Berlini, un Pollini ed altri clic a tulio drillo potino gareggiare con varj di quelli che figurano, nello Studio generale, o meglio Studio dee/li sludj ila raccomandarsi ad ognuno che si esercita sul pianoforte. Lo stesso Czerny, per aderire ad insistenti istanze finalmente determinossi di trarre dal voluminoso suo Metodo un compendio teorico-pratico ad uso de’principianli, clic vi troveranno con chiarezza distribuiti e con brevità trattati tutti i più essenziali principj onde predisporre gli allievi ad un più esteso studio. Non è a dubitare che il Piccolo iiictoilo dell’infaticabile compositore viennese, diviso in sole XX lezioni susseguile da una serie di buoni cscrcizj pratici e da un’appendice, abbia più generalmente ad esser ricercato del suo gran melode il cui dispendioso acquisto non è alla portala di tulli. Noi qui non lascicrcmo sfuggire l’occasione di encomiare l’editore Ricordi per aver fregiato il ricchissimo suo catalogo del rinomato Mctoilo di Httmmcl che presso gli studiosi di pianoforte deve tener le veci di un dizionario a cui ricorrere in ogni caso dubbio o difficile, e clic appartiene al piccol numero delle opere che risultano di vero incremento alla bell’arce. È già lungo tempo che E. Herz si rese celebre come cscculorc e compositore. Alle prime brillanti sue opere, clic in tutta Europa vennero applaudite ed imitate e che con quelle di Moschclcs e di Czerny, or son circa venti anni, segnarono una trasformazione nella musica per pianoforte, fece succedere molte al1 tre ( sempre commcndevoli per regolarità e scorrc) volczza di maneggio, per brio, e vaghezza ili passi); in complesso: non altro che una più o meno felice de3 rivazionc delle antecedenti, eccettuatone il /rio ed i ) concerti in do e re minore, lavori di non lieve importanza,, o - Liszt,, uniformarsi all’invalso gusto, Herz scrisse non (lochi pezzi ove modificò il primitivo suo individuale carattere ed in essi trovaronsi congiunte le due diverse maniere. Da molti una tale fusione venne proclamala con lode; ne noi faremo altrimenti in rapporto alla nuova Fantasia sul Don Pastinale, sebbene per avventura potremmo esser maggiormcnle inclinali ad csallarc il quarto Concerto (Op. 151) ove Herz rinnovò i più bei titoli della gloria clic nessuno sarà per contrastargli. I graziosi motivi di Donizetli sono preceduti da una introduzione di poche battute, frammezzali da vivaci e spontanee variazioni, ed uniti fra loro coi passi e eolie modulazioni abituali all’egregio autore, clic destinò il suo pezzo ad esser eseguito nelle sale àc’fashionablcs. Al finire di questa rivista bibliografica citeremo al- j cune recènti opere, come l’or accennala di Herz, do- j tato de’ requisiti per destar sensazione o produr di-; letto più nelle società clic al cospetto degli aristarchi; musicali. Il ijuartetto «lei Bini Patinale con intelligenza, e leggiadria e chiarezza variato da Prudcnl, può far emergere l’anima, la delicatezza! e la bravura dell’cscculorc, ed aver la voga della j fantasia sulla Lucia dell’islesso pianista francese dalla J propria perspicacia e da uno squisito sentimento por- j tato a non scompagnare mai i passi ili bravura dal! prestigio della melodia. - Nell’opera 45 ili Dòhlcr avvi j da render soddisfatti gli svariali gusli delle molliformi j classi dc’suonatori: le belle ngilalc dall’angoscia di dover! abbandonare l’amante potranno sospirar e gemere al- j l’Addio di Schubcrt, sì finamente Irascritto da la- i sciar quasi supporre in origine esser sialo idealo per j pianoforte; coloro clic rintracciano dolce memorie, im- i magmi lusinghiere scelgano il Torneo il più effet- j tuoso della collezione; i giovani clic preferiscono ag- j girarsi in vortici ballabili si csilirino eolia Tarali; tella per pianoforte e violino poco meno clcltriz-! zantc dell’altra Op. 59 di Dòlllcr; infine le due Melodie Spagnole sono a disposizione dc’molli il j cui udito vuol esser blandemcnlc lusingato da canti ti caratteristici e. piacevoli. - Scligmann col modesto ti-! tolo di Aottiii’iio eapreMMivo sopra diversi molivi del Nabucco per violoncello o pianoforte, ci dà una svariala fantasia alla moda appoggiala ispccic all’istromento da lui con singolare macst coltivalo. - Le ESiiiiemliraii/.r «li Trieste estro - di Sartori sono di una difficoltà che da pochi potrà superarsi: ne recheremo giudizio allorché le avremo udite debitamente interpretale, non essendoci ora permesso clic di aggiungere l’abile giovane ’ nelo in varj giornali proclamalo di una forza lisztia aver con fruito meditato non solo sopra gli autori moderni ma eziandio sopra i classici modelli, con disdoro oggidì fra noi trascurali. - Delle Ire Itomanze senza parole ili Gamliini, clic tcslè a Parigi pubblicò un lodato Omaggio alla memoria eli Cherubini, e che tiene in portafoglio una imponente fantasia di concerto sul Nabucco, abbiamo già ragionalo nel N. 57 della noslra Gazzella: le noie (lolla terza - Il Rimprovero - sono tanto palpitanti di verità, che incantevolmente vi ripercuotono sul. là n i può andare pianoforte le passioni umane; sul I. R. TEATRO ALLA SCALA ACCADEMIA DEL SIG. ERNESTO CAVALLINI Non ci voìfea meno del nome di Ernesto Cavallini per fare clic un pubblico, in preda ancora alle emozioni suscitate dai numerosi concerti delle Milanollo, si avventurasse ad affrontare quell’assieme d’ordinario più agghiacciante clic musicale, che porta il pomposo titolo di accademia. Fu dunque dietro la garanzia di questa bella illustrazione artistica della nostra Milano che ci fu dalo d’osservare nella platea e nei palchetti un numero abbastanza abbondevole di uditori, fra cui si coniavano delle celebrila di tulli i colori, cominciando dalle graziose della bellezza, per discendere o salire, come vi piace, alle gravi e severe dell’arte e della letteratura. Nè qucsla affluenza, clic può, attese le circostanze, essere considerala come singolare, fu il solo trionfo ottenuto da Cavallini nella brillante serata. Quelle mani, che pochi giorni prima aveano festeggialo forse il più mirabile portento musicale del nostro tempo, rinnovavano i clamorosi loro applausi pel clarinettista eccezionale, che seppe dare al suo stromcnto un’importanza, di cui solo chi ha udito il Cavallini può formarsi un’idea siifficicnlcmcnlc completa. Noi non ci fermeremo all’analisi dei quattro pezzi suonali da questo artista, nei quali abbiamo rilevalo mollo gusto ed eleganza di composizione, ed un gran ordine nelle idee, ma ci limiteremo a dire clic ciascuno d’essì procurò al sommo esecutore n mate eli’ erano il giusto compenso dell’abile maniera < con cui era trattalo il canto, e della superiorità affatto * unica con cui venivano vinte le difficolta più torri- i bili nelle variazioni.. L Venendo ora agli altri frammenti dell’accademia,, noi non abbiamo a fare molti elogi, nè alla sinfonia del signor Colombo, nè alla fantasia per banda ed orchestra del signor Pezzoli. che ad onta d’una faltm-a sufficientemente lodevole ed ingegnosa, non presentano quel carattere di distinzione e di novità clic solo può, ai nostri giorni, dare dell’importanza ad un lavoro ■strumentale. Dacché l’istruzione fondamentale si è tanto diffusa, un’abilità artistica clic non sia consecrata a dar colore e rilievo all’elevatezza ed all’originalità dei concelli, è una dolo, troppo comune, perché meriti che li crilien se ne occupi con qualche diffusione. Nella sinfonia sopra molivi dello Slabal del Maestro Merendante, abbiamo riddilo con piacere le idee più eminenti e più deliziose gettate da Rossini nel suo grande e sacro poema; è mi bel lavoro su cui ci formeremmo Volentieri,’se la nostra gaz offerto al s: ph» inalisi diffusa e gionata; evitiamo dunque le ripetizioni. Trapassando ora alle parte vocale notiamo la com. parsa della signora Paquicr, gentile straniera che possiede una voce sufficiente ed una graziosa figura. Riformando il suo metodo, cercando di dare al suo canto maggiore espressione ed un colorito più appassionalo, sforzandosi di rispettare con una religione più scrupolosa le imprcscrcltibili leggi del riimo e del tempo, diverrà Una cantante che potrà percorrere una conveniente carriera sui teatri (l’Italia. Che cerchi dunque collo studio e coll’applicazione di trarre il massimo profitto dagli elementi artistici da lei posseduli, e clic non avventuri il suo avvenire polla smania di divenire esordiente con eccessiva precipitazione. Senza occuparci più a lungo dei pezzi vocali che formarono il (rallcnimenlo di Domenica, e clic non offrirono nulla d’osservabile, chiuderemo questi rapidi cenni col dire che l’ansiosa aspettazione con cui ci preparavamo ad udire il famoso quartetto ciel Bianca e Ealicro di Rossini, non fu in alcun modo giustificala. Era impossibile riconoscere le bellezze di queslo magico pezzo attraverso l’insufficienza di un’esecuzione, clic può luti’ al più meritare il titolo di mediocre. Quest’avvenimento ci confermò sempre più nella dolorosa noslra convinzione, clic pelle attuali condizioni cioè dell’arte e del teatro, la musica di Rossini sia divenuta una musica impossibile. Clic i noslri cantami del giorno, tanto avidi di gloria e di denaro, vi pongano bene attenzione. La* musica facile, volgare, monotona, urlante, con tanto fracasso chiamala musica drammatica, comincia a esaurire la pazienza dei pubblici, e ad essere troppo inferiore all’esigenze di novità e di originalità che questi si credono in diritto di manifestare. La noja, l’indifferenza clic regnano nei teatri coslalano con una grande evidenza questo fatto. Il ritorno quindi alla grande, alla vera musica può essere imminente; clic sticno dunque apparecchiali, che procurino, se è possibile, con studi ostinati e saggiamomi diretti di prepararsi al possibile avvenimento, perchè alla fine potrebbe darsi che una generazione giovane e ardila, accortasi dei nuovi bisogni, sorgesse a prendere il loro poslo, facendo finalmente dimenticare le fittizie celebrità clic misero per troppo tempo alla prova la longanime pazienza degli spel latori. ACCADEMIA A benefizio «lei E*i«Infittito Teatrale. L’I. R. Teatro alla Scala giovedì sera faceva pietà, tanto era spopolalo; e si clic cranvi varj motivi per indurre i signori ad intervenirvi. Traltavasi di soccorrere ad un istituto piticchemai bisognoso, e di ammirare: la magnifica introduzione del Guglielmo Teli, quell’inesausta miniera, alla (piale si vedono ricorrere ì maestri più acclamati della giornata, il famoso baccanale delle Quattro stagioni di Haydn, e l’inarrivabile bravura di un Cavallini il cui profluvio di note oliremodo sorprendo. Oltre i due pezzi e l’esecutore ora citati, non che la sempre elettrizzante ouverture della Gazza ladra, eseguita con qualche colorilo, potcvasi udire: il caporione de’ bassi della scorsa stagione, Dc-Bassini, il quale riportò hallimnni in ispecie nell’aria della Bianca eli Santa fiora, brano di mollo effetto; la signora Krcutzer, figlia del celebre violinista, applaudita nella doppia qualità di cantante e di pianista; ed il pot-pourri clic Mercadantc volle metter insieme servendosi dc’molivi dello Stubai Mieter di Rossini, capolavoro che dovrehbcsi quanto f prima fra noi riprodurre. Mi dimenticava del gra- j zioso passo a due delle ben addestrate giovanotte «danzatrici Fuoco e Baderna, ma di esso già ne par- * larono e ne parleranno altri giornali. [p. 212 modifica]- 242 Il senso musicale ilegll Ebrei e <Ic>i,li l’«garetti Sotto il litoio:» Intorno allo sviluppo del senso musicale presso i vurj popoli d’Europa» lessi ultimamente un articolo ne’ fogli letterarj c critici di Amburgo, il quale, frammezzo a diverse asserzioni false, contiene delle verità, per il che veggo necessario dirvene alcuna cosa, parendomi argomento degno delle osservazioni de’ filarmonici. Cominciando dal titolo dell’articolo osserverò che ò esso falso, poiché l’autore non parla già dello sviluppo, ma bensì dell’esistenza di un tal senso musicale ne’ diversi popoli europei, dimostrando tuli’al più con alcune ardile pennellate, come questi popoli si siano sviluppati. Così fra le altre cose egli dice: «presso gli Ebrei, questi asiatici-egiziani della razza araba, fra noi dimoranti in dispersione, si sviluppò una grande abilità anche nel rompor musica, ma con tutto ciò, c sebbene Miriam battesse i timpani, c Davide sonasse l’arpa, l’intero popolo addimostra in genere non mollo senso musicale. Gli Ebrei non cantano! la maggior parte di questo popolo ha una voce cattiva ed aspra; nelle sinagoghe, malgrado gli antichissimi cori del tempio, non si fa altro clic berlingare e mugolare.» Ora l’autore ò in errore sul conto di questo popolo. Il quale, per quanto a me fu dato di studiarlo, sembrami dotalo all’incontro di molto sentimento musicale. Già da 18 anni insegno quasi non intcrrottamcntc la musica nelle varie case israelitiche, c vi feci tuli’altre ed opposte sperienze ed osservazioni. Quasi tutti i miei allievi ebrei pervennero a un notabile grado di abilità musicale, e persone di questa tribù, non artisti, s’interessavano estremamente quando si eseguiva della musica, c mi ricordo ancora di gente di servizio, clic non furono mai in alcun luogo per procurarsi un colto orecchio musicale, cantare bene le melodie eseguite dai mici allievi, od anche quelle sentile nelle corti da suonatori ambulanti, prova evidente dell’esistenza di un senso musicale. L’autore dice inoltre: a gli Ebrei non cantano.» A ciò si risponderà additando la quantità di cantanti di nazione ebraica impiegali ne’templi c nei teatri, c le orchestre delle maggiori città ove e ben raro non vi siano ebrei. Ommcltiumo parlare ile’ molti compositori c virtuosi di questo popolo, dc’quali ne basterà nominare poiché, come: Moschclcs, Meyerbccr, Ernst, Herz, Halcvy, Mcndelssohn, Heller, Rubinstcin, Haumann, Ilanscr ecc., (1). Avesse l’autore sentito una sol volta il culto musicale, nella sinagoga di Vienna, sul cui modello se ne organizzarono tante altre, egli non avrebbe dello certamente, che la loro voce é bruita c clic nelle sinagoghe non si fu altro che berlingare c mugolare. Chi mai visitò le gallerie de’ nostri teatri saprà che sono zeppe d’individui di questo popolo, e si può asserire senza esagerazione che tanti dopo la fine deil’opera vanno a letto colla fame, non polendo far senza del godimento della musica. E un tal popolo non avrebbe un sentimento per la musica? Ciò che l’aut. dice riguardo agli altri popoli, p. c., Francesi ed Italiani, è giusto nella cosa principale, ma egli annovera pure gli Ungarcsi fra i popoli, i quali» hanno pochissimo sentimento musicale n c ciò con permesso non è vero. Egli chiama monotone le melodie nazionali unguresi nelle loro canzoni c danze, dicendole perfino slave, essendovi più slavi cantanti che ungaci danzanti; benché non si capisce bene. Egli ascrive ancora il più gran talento musicale ai Zingari, asserendo eli’ essi abbiano coltivato l’arte musicale al maggior grado ne’paesi meridionali dell’Europa. L’aut. non sembra in generale essere nel chiaro riguardo alia musica nazionale degli Ungaresi, altrimenti egli saprebbe, come già venne dimostrato in questi fogli, aver tale musica già sussistito prima della comparsa de’ Zingari nel loro paese, e che questi ultimi presero c prendono tuttora i motivi alla loro guisa d’esecuzione dalla musica nazionale ungarcsc. Questa differisce anche tanto dalla slava, che ogni profano se ne accorge tosto. Ma l’autore rovescia di nuovo i Zingari dal loro coturno, dicendo in fine del suo articolo che il sangue tedesco c slavo intimamente misto, genera un incredibile, si può dire gigantesco sviluppo al talento musicale, non solo nel creare, ma anco nella condotta; che egli vuol provare particolarmente colle provincic austriache. Ma il mio scopo non è di criticare l’articolo de’Fogli lellcrarj amburghesi, ma eccitare solo l’attenzione de’giudici competenti di quanto alto interesse sarebbe un’Opera, oppure una memoria sullo sviluppo del sentimento musicale de’ varj popoli europei. (I) Ben inteso clic la religione conservala al presente di qualcheduna fra questi, nulla fa alla cosa, I trattandosi qui solamente dall origine loro. {Gaz*. IHus. di Vienna.) NOTIZIE MUSICALI — Milako. Jaccl quel fanciullo-prodigio delle cui staordinaric prove recentemente con strepitoso successo offerte a Venezia parlossi ncH’antecedente numero, testé arrivò a Milano. Egli non giunge al decimo anno, ha uno sguardo tino, modi vivaci c franchi, ed una fisonomia che dinota genio. Le dita di lui non possono agevolmente toccar l’ottava, eppure suona a rapire alcuui fra i più brillanti pezzi di Thalbcrg, Dòhlcr, ecc.. Si spera che il piccolo pianista darà qualché accademia, c che in lui potrassi avere un conforto per la partenza delle Milanollo, le quali trattenute a Verona, vi si produssero per tre volte rendendo tutti entusiasti della sovraumana loro precocità. Congratuliamoci di veder l’arte in siffatta guisa cadere nell’infanzia, e ciò sia di qualche compenso per la oricalchica grandezza a cui viene indotta da taluni fra gli adulti. — Roma. La Rivista riferisce chcilsucccsso della nuova opera del principe Poniatowski - Bonifazio de’ Geremei - fu strepitoso, e che l’entusiasmo del pubblico non poteva esser espresso con più solenni manifestazioni. Alla seconda rappresentazione ( la sera del 29.) il concorso fu immenso c non minori evviva si rivolsero al compositore da riguardarsi siccome il più abile ed il più fecondo fra que’ che in Europa coltivino l’arte per semplice diletto. — Vienna. S. M. 1. R. si è degnata di ordinare che sia collocato nell’1. R. Archivio di musica di Corte un esemplare del grande oratorio, il Noi; composto ed umiliato a S. M. dal membro della cappella di Corte c professore al Conservatorio di Vienna, Goffredo Preyer, e di far consegnare al compositore un ricco presente in segno del sovrano suo aggradimento. (G. di Vienna) — Nell’I.R. Teatro Kornerthor, a Vienna, fu data il 24 novembre per la prima volta in lingua tedesca la Lucrezia Borgia di Donizclti, nella quale si distinse particolarmente la protagonista, signor Stokcl-Kcinefctter, non che il basso Schober,chc ha molta pratica nell’esecuzione della musica dell’Opera italiana. — Nel teatro Joscphstadt la nuova opera Todlentanz (danza de’morti), del maestro Titl ottenne il medesimo gran successo del suo Zauberschleicr (velo magico); alla decima recita il teatro rigurgitava in modo clic molli dovettero tornarsene a casa, senza potervi cn— Nell’I. R. Negozio di Musica del signor Haslinger a Vienna (1), si pubblicò per il Pianoforte un Potpourri di Walzer in forma di l.° Fascicolo delle Opere postume di Lanner. Inoltre N.° 4 Fascicoli di Melodie ungarcsi, del maestro Carlo Dololy che saranno continuate. {Gazz. teatr. Vienn.) — Dublino, 27 Novembre. L’I. R. Consigliere della Cancelleria di Stalo J. Hovcn, compositore di musica, il quale trovasi qui attualmente, ebbe l’onore di esser invitato da S. M. il Re ad un pranzo di famiglia. La musica del signor Hovcn è qui mollo stimala, la sua opera Turando! fu qui eseguila sul Teatro Kònigstadt, c la sua Giovanna d’Arco lo sarà fra poco nel Teatro Regio. Parecchi de’suoi Canti, come la Gita sul Beno, una barcarola italiana, ebbero molto applauso tanto nei concerti pubblici quanto nei circoli privati. ( Gazz. Univ.) — Due libretti postumi di Federico Kind, poeta del FreyschUtz, saranno posti in musica. (Segnale) — Presso Schlcsingcr a Berlino si pubblicarono colla stampa: Lettore sul sougiobno di Liszt in Ungheria. — Lipsia. Il rinomalo pianista compositore Ferdinando Hillcr col;maggior zelo c con notevole intelligenza diresse otto accademie alla società filarmonica, clic riuscirono di comune aggradimento sì per l’ottima scelta de’pezzi, come per la perfetta loro esecuzione, a cui presero parte i migliori artisti c dilettanti di questa città fra le più musicali della Germania. Hitler medesimo colla maestria che lo contraddistingue per uno de’ prediletti allievi di llummcl vi suonò un nuovo suo concerto, senza esitare, da porsi fra i più interessanti e ragionati componimenti clic possa offrire la moderna scuola di pianoforte. Vennero pure accordati speciali suffragi ai ben elaborali suoi quintetti a voci sole in cui spiccò il bel metodo, non che la soavità c sicurezza di modi della signora Hiller. - Egli ora è chiamato a Berlino per produrre a quell’accademia di canto l’oratorio - La distruzione di Gerusalemme - qui tenuto pel degno riscontro del Paulus di Mcndclsohn, oramai fra noi popolare. La stessa partitura drammatico-sacra di Hiller quanto prima verrà eseguila a Zurigo per conC) E in Milano presso Bicordi. tribuire all’erezione di un monumento al benemerito Nageli. (Da lettera del 24 p.p.) — Copenaghen. Gli amatori di musica di questa capitale compartiscono clamorose acclamazioni al violinista italiano Bazzini che venne pareggialo a’ più grandi concertisti che ora vanno percorrendo l’Europa. L’esprcssionc di questo giovane è oltre ogni dire toccante. MOVE PUBBLICAZIONI MS1HL1 t. n. stabilimento nazionale piuyileg.” di GIOVANNI ItICOltDl PER L’ORGANO KILLER E mtX ove si trovano: 1.° Una breve descrizione dell’Organo c dei suoi Registri, colla rubrica delle Officiaturc ecclesiastiche, del Canto-fermo e del Falso-bordone. 2.° Trenta Prcludj in tutti i Toni c trentasei pezzi o Versetti di differenti caratteri musicali. CAVATINE FAVORITE DE L’0PÉltA EA STRANIERA ni: DEEEIXI variée pour te I*insta 14750 Op. 8. Fr. 2 50 GRAND DUO CONCERTANT liour Piano et Violate SUR DES MOTIFS DU ATABUCODOAOSOH du VERDI H08H0RÉ -x C." DE CESSOLE 45731 Fr. 6 litsar Piano SUR DES MOTIFS FAVORIS DE l’oPÉRA MARIA DI ROUAN db DOA IZETTI a®. Op. 91. SUo itua. fctûzia- inJ^oiiOete lier Tenore con affossiti." eli Pfte. SINIGAGLIA [ LOMBARDI ALLA PRIMA CROCIATA M8MB WD1 15502 Fr. 2 50 13019 La stessa ridotta per Pftc solo. Fr. 1 75 GIOVIMI RICORDI EDITORE-PROPRIUTABIO. AH. 91 unisce a questo folcilo li pezzo JV. 9 DELL ASTOLOGIA CLASSICA MUSICALE Dall’I. R. Stabilimento Arazionale Privilegialo «li Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale (11 GIOVAKA’I RICORDI Contrada degli Omenoni N. 4720.