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fanno meschina figura posli al confronto di varie prcjl cedenti pagine dell’islesso chiaro autore per comune lS) consentimento dichiarate fra le più belle e le più corrette, ìa clic per pianoforte siansi scritte dall’epoca di Ilummcl u in poi. Qucsla noslra franca asserzione riguarda p Kalkbrenncr, il quale or ora fece di pubblico diritto I un nuovo Duo per pianoforte e violino | sulla Favorita, al pari degli altri sull’Ebrea e sulla Regina di Cipro, composto in compagnia del; violinista Panofka. Il gusto del secondo collegato al sapere del primo, valse un’opera brillante alta a cor1 rispondere tanto alle esigenze degli amatori quanlo a quelle dell’arte. Il pezzo piacerà a tulli e verrà smerciato. Da questa espressione ponilo desumersi i suoi pregi ed i suoi difelti, senza clic di essi venga fallo apposito rimarco. Altrettanto potrebbe dirsi dell’altro Duetto dell’istesso Panofka con Thalbcrg desunto dalla Dcatrice Tenda. 0 quale e quanta commozione desterebbero le affettuose nolcjdcl Cigno siciliano modulate sul violino dalla magica Teresa Milanollo, (il più straordinario, astro strumentale-esccutivo apparso sull’orizzonte musicale. Chi all’olà di Ire lustri non ancor compiuti potè mai suonar con maggior precisione d’inluonazione, più giusto e profondo sentimento, più regolare e finita scuola, più posala compostezza, in una parola con più evidente perfezione di questo angiolo disceso a Savigliano in Picmonlc l’otto agosto 1820? Un altro famoso artisla, il più produttivo di tutti, ci si presenta nella persona di Carlo Czemy, 10 scorrevole scrittore di oltre scttcecnlo pezzi, 11 rifugio di ogni editore. Noi non diremo in qual conto egli sarebbe tenuto se allo smodato fascio delle sue fantasie, arie variale e Iranscrizioni non fossero avviticchiati un terzo mazzolino di sonate a due ed a quattro mani ed una vivida corona di utili studj. Fra questi ultimi occupar deve un distinto poslo Do studio generale ovvero Encicl<»|ic«lia «li ]>nMxi Iti’illaiiti per il pianoforte estraili dulie opere de’celebri pianisti antichi e moderni, raccolti, digitali e classificali per ordine cronologico da C. Czemy, lavoro, clic, come vicn riferito ncll’avverlimentq, è basato sopra un seguito di passi scelti a preferenza fra quelli clic senza interruzione si potessero facilmente ripetere, talché, attenendosi alle prescritte ripetizioni, ogni numero formasse uno studio compiuto. Questa Enciclopedia offre pertanto 260 cscrcizj tratti con discernimento dalle opere di trcnladue fra i più noti compositori che fino dal primo fiorire del cembalo (or son quasi cento cinquanta anni) scrissero per queslo stromcnto. Ogni pianista che desideri perfezionarsi vi troverà i mezzi di rendersi famigliar! le particolarità caratteristiche di ciascun autore e di studiare le diverse epoche del sempre crescente perfezionamento dell’esecuzione sul pianoforte. Qucsla raccolta, sì curiosa pel contrasto degli stili e per varietà, si apre con cinque cscrcizj di Domenico Scarlatti, l’antesignano dell’arte di comporre pel cembalo, ncll’islcssa guisa clic più tardi Clementi fu il principale propagatore dell’arte di render brillante ed espressiva la.musica per pianoforte: opperò le opere di questi benemeriti italiani verranno ognora e da pcrtullo con venerazione riguardate. 17 ordine cronologico dclV Enciclopedia di passi potrebbe andar soggetto a censura, trovandosi collocali Pixis avanti Ficld, Onslow prima di Weber. Vennero poi dimenticati ttn Adam, un Berlini, un Pollini ed altri clic a tulio drillo potino gareggiare con varj di quelli che figurano, nello Studio generale, o meglio Studio dee/li sludj ila raccomandarsi ad ognuno che si esercita sul pianoforte. Lo stesso Czerny, per aderire ad insistenti istanze finalmente determinossi di trarre dal voluminoso suo Metodo un compendio teorico-pratico ad uso de’principianli, clic vi troveranno con chiarezza distribuiti e con brevità trattati tutti i più essenziali principj onde predisporre gli allievi ad un più esteso studio. Non è a dubitare che il Piccolo iiictoilo dell’infaticabile compositore viennese, diviso in sole XX lezioni susseguile da una serie di buoni cscrcizj pratici e da un’appendice, abbia più generalmente ad esser ricercato del suo gran melode il cui dispendioso acquisto non è alla portala di tulli. Noi qui non lascicrcmo sfuggire l’occasione di encomiare l’editore Ricordi per aver fregiato il ricchissimo suo catalogo del rinomato Mctoilo di Httmmcl che presso gli studiosi di pianoforte deve tener le veci di un dizionario a cui ricorrere in ogni caso dubbio o difficile, e clic appartiene al piccol numero delle opere che risultano di vero incremento alla bell’arce. È già lungo tempo che E. Herz si rese celebre come cscculorc e compositore. Alle prime brillanti sue opere, clic in tutta Europa vennero applaudite ed imitate e che con quelle di Moschclcs e di Czerny, or son circa venti anni, segnarono una trasformazione nella musica per pianoforte, fece succedere molte al1 tre ( sempre commcndevoli per regolarità e scorrc) volczza di maneggio, per brio, e vaghezza ili passi); in complesso: non altro che una più o meno felice de3 rivazionc delle antecedenti, eccettuatone il /rio ed i ) concerti in do e re minore, lavori di non lieve importanza,, o - Liszt,, uniformarsi all’invalso gusto, Herz scrisse non (lochi pezzi ove modificò il primitivo suo individuale carattere ed in essi trovaronsi congiunte le due diverse maniere. Da molti una tale fusione venne proclamala con lode; ne noi faremo altrimenti in rapporto alla nuova Fantasia sul Don Pastinale, sebbene per avventura potremmo esser maggiormcnle inclinali ad csallarc il quarto Concerto (Op. 151) ove Herz rinnovò i più bei titoli della gloria clic nessuno sarà per contrastargli. I graziosi motivi di Donizetli sono preceduti da una introduzione di poche battute, frammezzali da vivaci e spontanee variazioni, ed uniti fra loro coi passi e eolie modulazioni abituali all’egregio autore, clic destinò il suo pezzo ad esser eseguito nelle sale àc’fashionablcs. Al finire di questa rivista bibliografica citeremo al- j cune recènti opere, come l’or accennala di Herz, do- j tato de’ requisiti per destar sensazione o produr di-; letto più nelle società clic al cospetto degli aristarchi; musicali. Il ijuartetto «lei Bini Patinale con intelligenza, e leggiadria e chiarezza variato da Prudcnl, può far emergere l’anima, la delicatezza! e la bravura dell’cscculorc, ed aver la voga della j fantasia sulla Lucia dell’islesso pianista francese dalla J propria perspicacia e da uno squisito sentimento por- j tato a non scompagnare mai i passi ili bravura dal! prestigio della melodia. - Nell’opera 45 ili Dòhlcr avvi j da render soddisfatti gli svariali gusli delle molliformi j classi dc’suonatori: le belle ngilalc dall’angoscia di dover! abbandonare l’amante potranno sospirar e gemere al- j l’Addio di Schubcrt, sì finamente Irascritto da la- i sciar quasi supporre in origine esser sialo idealo per j pianoforte; coloro clic rintracciano dolce memorie, im- i magmi lusinghiere scelgano il Torneo il più effet- j tuoso della collezione; i giovani clic preferiscono ag- j girarsi in vortici ballabili si csilirino eolia Tarali; tella per pianoforte e violino poco meno clcltriz-! zantc dell’altra Op. 59 di Dòlllcr; infine le due Melodie Spagnole sono a disposizione dc’molli il j cui udito vuol esser blandemcnlc lusingato da canti ti caratteristici e. piacevoli. - Scligmann col modesto ti-! tolo di Aottiii’iio eapreMMivo sopra diversi molivi del Nabucco per violoncello o pianoforte, ci dà una svariala fantasia alla moda appoggiala ispccic all’istromento da lui con singolare macst coltivalo. - Le ESiiiiemliraii/.r «li Trieste estro - di Sartori sono di una difficoltà che da pochi potrà superarsi: ne recheremo giudizio allorché le avremo udite debitamente interpretale, non essendoci ora permesso clic di aggiungere l’abile giovane ’ nelo in varj giornali proclamalo di una forza lisztia aver con fruito meditato non solo sopra gli autori moderni ma eziandio sopra i classici modelli, con disdoro oggidì fra noi trascurali. - Delle Ire Itomanze senza parole ili Gamliini, clic tcslè a Parigi pubblicò un lodato Omaggio alla memoria eli Cherubini, e che tiene in portafoglio una imponente fantasia di concerto sul Nabucco, abbiamo già ragionalo nel N. 57 della noslra Gazzella: le noie (lolla terza - Il Rimprovero - sono tanto palpitanti di verità, che incantevolmente vi ripercuotono sul. là n i può andare pianoforte le passioni umane; sul I. R. TEATRO ALLA SCALA ACCADEMIA DEL SIG. ERNESTO CAVALLINI Non ci voìfea meno del nome di Ernesto Cavallini per fare clic un pubblico, in preda ancora alle emozioni suscitate dai numerosi concerti delle Milanollo, si avventurasse ad affrontare quell’assieme d’ordinario più agghiacciante clic musicale, che porta il pomposo titolo di accademia. Fu dunque dietro la garanzia di questa bella illustrazione artistica della nostra Milano che ci fu dalo d’osservare nella platea e nei palchetti un numero abbastanza abbondevole di uditori, fra cui si coniavano delle celebrila di tulli i colori, cominciando dalle graziose della bellezza, per discendere o salire, come vi piace, alle gravi e severe dell’arte e della letteratura. Nè qucsla affluenza, clic può, attese le circostanze, essere considerala come singolare, fu il solo trionfo ottenuto da Cavallini nella brillante serata. Quelle mani, che pochi giorni prima aveano festeggialo forse il più mirabile portento musicale del nostro tempo, rinnovavano i clamorosi loro applausi pel clarinettista eccezionale, che seppe dare al suo stromcnto un’importanza, di cui solo chi ha udito il Cavallini può formarsi un’idea siifficicnlcmcnlc completa. Noi non ci fermeremo all’analisi dei quattro pezzi suonali da questo artista, nei quali abbiamo rilevalo mollo gusto ed eleganza di composizione, ed un gran ordine nelle idee, ma ci limiteremo a dire clic ciascuno d’essì procurò al sommo esecutore n mate eli’ erano il giusto compenso dell’abile maniera < con cui era trattalo il canto, e della superiorità affatto * unica con cui venivano vinte le difficolta più torri- i bili nelle variazioni.. L Venendo ora agli altri frammenti dell’accademia,, noi non abbiamo a fare molti elogi, nè alla sinfonia del signor Colombo, nè alla fantasia per banda ed orchestra del signor Pezzoli. che ad onta d’una faltm-a sufficientemente lodevole ed ingegnosa, non presentano quel carattere di distinzione e di novità clic solo può, ai nostri giorni, dare dell’importanza ad un lavoro ■strumentale. Dacché l’istruzione fondamentale si è tanto diffusa, un’abilità artistica clic non sia consecrata a dar colore e rilievo all’elevatezza ed all’originalità dei concelli, è una dolo, troppo comune, perché meriti che li crilien se ne occupi con qualche diffusione. Nella sinfonia sopra molivi dello Slabal del Maestro Merendante, abbiamo riddilo con piacere le idee più eminenti e più deliziose gettate da Rossini nel suo grande e sacro poema; è mi bel lavoro su cui ci formeremmo Volentieri,’se la nostra gaz offerto al s: ph» inalisi diffusa e gionata; evitiamo dunque le ripetizioni. Trapassando ora alle parte vocale notiamo la com. parsa della signora Paquicr, gentile straniera che possiede una voce sufficiente ed una graziosa figura. Riformando il suo metodo, cercando di dare al suo canto maggiore espressione ed un colorito più appassionalo, sforzandosi di rispettare con una religione più scrupolosa le imprcscrcltibili leggi del riimo e del tempo, diverrà Una cantante che potrà percorrere una conveniente carriera sui teatri (l’Italia. Che cerchi dunque collo studio e coll’applicazione di trarre il massimo profitto dagli elementi artistici da lei posseduli, e clic non avventuri il suo avvenire polla smania di divenire esordiente con eccessiva precipitazione. Senza occuparci più a lungo dei pezzi vocali che formarono il (rallcnimenlo di Domenica, e clic non offrirono nulla d’osservabile, chiuderemo questi rapidi cenni col dire che l’ansiosa aspettazione con cui ci preparavamo ad udire il famoso quartetto ciel Bianca e Ealicro di Rossini, non fu in alcun modo giustificala. Era impossibile riconoscere le bellezze di queslo magico pezzo attraverso l’insufficienza di un’esecuzione, clic può luti’ al più meritare il titolo di mediocre. Quest’avvenimento ci confermò sempre più nella dolorosa noslra convinzione, clic pelle attuali condizioni cioè dell’arte e del teatro, la musica di Rossini sia divenuta una musica impossibile. Clic i noslri cantami del giorno, tanto avidi di gloria e di denaro, vi pongano bene attenzione. La* musica facile, volgare, monotona, urlante, con tanto fracasso chiamala musica drammatica, comincia a esaurire la pazienza dei pubblici, e ad essere troppo inferiore all’esigenze di novità e di originalità che questi si credono in diritto di manifestare. La noja, l’indifferenza clic regnano nei teatri coslalano con una grande evidenza questo fatto. Il ritorno quindi alla grande, alla vera musica può essere imminente; clic sticno dunque apparecchiali, che procurino, se è possibile, con studi ostinati e saggiamomi diretti di prepararsi al possibile avvenimento, perchè alla fine potrebbe darsi che una generazione giovane e ardila, accortasi dei nuovi bisogni, sorgesse a prendere il loro poslo, facendo finalmente dimenticare le fittizie celebrità clic misero per troppo tempo alla prova la longanime pazienza degli spel latori. ACCADEMIA A benefizio «lei E*i«Infittito Teatrale. L’I. R. Teatro alla Scala giovedì sera faceva pietà, tanto era spopolalo; e si clic cranvi varj motivi per indurre i signori ad intervenirvi. Traltavasi di soccorrere ad un istituto piticchemai bisognoso, e di ammirare: la magnifica introduzione del Guglielmo Teli, quell’inesausta miniera, alla (piale si vedono ricorrere ì maestri più acclamati della giornata, il famoso baccanale delle Quattro stagioni di Haydn, e l’inarrivabile bravura di un Cavallini il cui profluvio di note oliremodo sorprendo. Oltre i due pezzi e l’esecutore ora citati, non che la sempre elettrizzante ouverture della Gazza ladra, eseguita con qualche colorilo, potcvasi udire: il caporione de’ bassi della scorsa stagione, Dc-Bassini, il quale riportò hallimnni in ispecie nell’aria della Bianca eli Santa fiora, brano di mollo effetto; la signora Krcutzer, figlia del celebre violinista, applaudita nella doppia qualità di cantante e di pianista; ed il pot-pourri clic Mercadantc volle metter insieme servendosi dc’molivi dello Stubai Mieter di Rossini, capolavoro che dovrehbcsi quanto f prima fra noi riprodurre. Mi dimenticava del gra- j zioso passo a due delle ben addestrate giovanotte «danzatrici Fuoco e Baderna, ma di esso già ne par- * larono e ne parleranno altri giornali.