Gazzetta Musicale di Milano, 1843/N. 38

N. 38 - 17 settembre 1843

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[p. 161 modifica]GAZZETTA MISIGHE ANNO II. DOMENICA N. 38. 47 Settembre -1845. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in A." dì centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà AsI. Vaeirta’. Una dilettante di pianoforte. - II Consiglio per quelli che apprendono la composizione musicale. - III. Accademia ni Musica vocale ed istrumcntalc eseguitasi nell’I. R. Conservatorio. - IV. Giudizi di Goéthr sulla musica Italiana c Tedesca - V. Inconvenienze ed intemperanza de’ virtuosi. - VI. Notizie Musicali Diverse. - VII. Nuove Pubblicazioni MuV ARI ISTÀ. UNA DIFETTANTE DI PIANOFORTE ^^“■"C^uonavano al Duomo le sette ore ^tS$g}del mattino, quando madamigel-^ele u<^‘ picchiare all’uscio ^^^^A@della sua camera da letto. «Su presto, donna Adelina, questa mattina c’è lezione di cembalo. Il sig. papà m’ha detto che non vuole che si perda neppure un minuto del tempo della seduta, [>erchè il biglietto costa due franchi». Era a voce di madama G***, una vecchia grenoblese di nobilissima famiglia scaduta, e allogata presso il barone 11*** quale governante della, giovinetta unica sua figlia. La bella Adelina sbadigliò tre volte, si strofinò gli occhi, guardò la soffitta, tornò a sbadigliare: indi, calata con tutta flemma una gamba dal letto, poi l’altra, poi indossata la vesta da camera, e messo alla sbadata il fazzoletlino da collo, mezzo tra sonnacchiosa, svogliata e di mal umore, entrò nella vicina sala, e tirandosi dietro con lungo stropiccio le pianelle, alzò la coperta del pianoforte, accostò la scranna e sedè. «E anche oggi dovrò ingojarmi questa noja, disse fra sè la fanciulla: E mio padre è tanto incapricciato di farmi diventare una grande filarmonica, me che oramai ho a fastidio la musica...» Di li a pochi minuti fece capolino dall’uscio opposto ser Minuzio, il maestro di cembalo; si avvicinò, e gli venne trovala la bella Adelina che si era nuovamente addormentata colle spalle abbandonate al dorsale della sedia, col capo chinato sur una spalla e le mani penzoloni tra l’una e l’altra foglia di una Grande Sonate de Dussek noce accompagnement de violon alto, et violoncelli. Ser Minuzio è un ottimo galantuomo, amico sviscerato delle sue antiche abitudini, delle sue lezioni a due franchi, delle tavole ben imbandite, del cioccolatte della fabbrica Girondelli e del vino di Magenta. Al pri— DI MILANO La musique, par des inflexions vives, accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tout les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nattire entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • Il prezzo dcH’associnzione alla Gazzella e M’Antologia classica musicale c dicffeit. Ausi. U. 12 per semestre, ed cITelt. Ausi. I,. 14 affrancata di porlo fino ai conlinidclla Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — I,a spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e’ franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ulllcio della Gazzella in casa Ricordi, contrada degli Omcnoni N.° 1720; a.lPestero presso i principali negozianti di musica c presso gli Urtici postali. — Le lettere, i gruppi, cc. vorranno essere mandati franchi di porto. mo suo entrare nella sala non si accorse che la gentile donna Adelina aveva le pupille dolcemente chiuse al sonno, e fece la solita triplice riverenza di saluto,abbassando tre volte il cappello verso terra, e tre volte alzandolo verso il mento. II fruscio de’suoi stivali nuovi destò in soprassalto donna Adelina, la quale, come vergognata di essere stata sorpresa in quell’atteggiamento sì poco musicale, affrettossi ad assestare sul leggìo la partitura di Dusseck, e a fare scorrere ambe le mani sulla vasta tastiera. «Oh che spiritino, che spiritino folletto! esclamò ser Minuzio tutto sorridente del più onesto sorriso di adulazione che mai sfiorasse le labbra di un galantuomo,che non ha peranco fatto colazione e che ha grandissimo desiderio di meritarsela gratis; ella, mia cara donna Adelina, ha troppo entusiasmo per la musica, ha troppa smania di farsi celebre, è troppo indefessa allo studio... Io non vorrei che questo suo fuoco le facesse male alla salute: Est modus in rebus.» Adelina portò una mano sulla bocca, e nascose un altro saporitissimo sbadiglio, che certo non doveva essere l’ultimo in quella mattinata musicale. Intanto ser Minuzio con tutta pacatezza moveva il passo verso la opposta estremità della sala, ove si recava a deporre il cappello e il bastoncino. Indi, tornando adagio adagio verso il pianoforte: «Il primo e principale inse- j| guarnente da darsi a un degno allievo di jj cembalo, esclamava, è la vera e giusta positura della persona. Il petto in fuori, la testa alta, l’occhio vivace» e levavasi di tasca la tabacchiera, ne prendeva con accuratezza una gran presa e la fiutava con tutta la gravità del più riflessivo sibarismo. «I moderni istitutori di pianoforte, proseguiva, non le curano queste cose, e le chiamano frivolezze, ed hanno torto... Rossini, per esempio, sta al cembalo malissimo, e per queste Rossini, è, fu, e sarà sempre un mediocre maestro... Di Bellini non parlo: ora il poverino è tra i quondam e pace all’anima sua, maini ricordo d’averlo veduto al pianoforte!... Uri orrore! un vero òrrore! Ma io, che mi vanto dell’antica scuola, e che sono allievo di uno dei più grandi compositori del secolo d’oro della musica, voglio dire del famoso maestro Mosca, io posso assicurare... Qui donna Adelina ebbe a prorompere con una gran risata, perchè, data un oc-: chiata di sfuggita alla partitura, si era ac- j corta che nella fretta avevaia messa colle | gambe in aria, onde tutte le scale ascen- P denti diventavano discendenti, le note prò- j fonde metamorfosavansi in tante voci acute e così via via. Destino consuete di molte musiche prese al rovescio. Entrò nella sala il barone R*"*, il papà di Adelina, un bell’omaccione di scssant anni o poco meno. Acerrimo nemico di tutte le idee moderne, egli suole in ogni suo discorso incastrare un’invettiva ai romanzi di Balzac, e ai drammi di Vittor Hugo. Le strade di ferro sono la sua antipatia. Egli si dice fanatico per la musica, e si spaccia per dotto nella scienza del contrappunto. Ma non ha mai potuto soffrire le partiture di Rossini; ei le trova piene di barocchismi. Quelle di Bellini e in ispecie i Puritani putono per lui di rivoluzionario: le avrebbe fatte proibire volentieri dalla censura, ed anche abbruciare, massime il famoso duetto dei due bassi: Saprem sfidar la morte, gridando libertà. «Ebbene, ser Minuzio, come va la scolara; facciamo o non facciamo progressi? ei domanda al vecchio professóre. «Eh si immagini, signor barone, signor eccellenza; benissimo, moltissimo! La signora baronessina ha un genio, ha un istinto per la musica... Ma già figlia di tanto padre... «Bravo, ser Minuzio, sono contento del fatto vostro. Continuate sulle orme dei nostri vecchi... «Oh non dubiti, eccellenza... «Non lasciatevi sedurre dalla stravaganza degli innovatori... «Il cielo me ne guardi, signor barone... «Ehi! chi è di là? (Si presenta unti livrea). Si porti il cioccolatte al maestro... «Ma troppa bontà, tròppa cortesia! «In mia casa si è sempre usate cosi. Ma voi procurate di non perder tempo. «Immagini... «I minuti sono preziosi, mi capite!... «Preziosissimi: e d’altronde donna Adelina, che ha tanta passione perla musica, non mi permetterebbe... Il baione non gli fece l’onore di rimaner ad udire il fine della sua frase... Gli voltò le spalle ed usci... Egli stimava queste un modo eccellente a dimostrare la superiorità del rango. Intanto ser Minuzio si era sedute al fianco della spiritosa sua scolara. Si levava i guanti, e li ripiegava l’un nell’altro; toglievasi di tasca gli occhiali, coll’angolo del fazzoletto ne puliva diligentemente i cristalli, inforcavaseli sul naso, appuntava ambe le mani sulle ginocchia, e chinalo colla dovuta lentezza il capo verso il leggio, accennava di voler dare finalmente principio alla lezione, Una buona mezz’ora era già passata. [p. 162 modifica]i lunga tastiera di un vecchio cattivo | clavicembalo di Fri ti (che, il barone per, la sua-innata antipatia alle pòse nuove, non j aveva mai voluto indursi a cambiarlo con uno slromenlo di fabbrica più moderna), è alia bell’e meglio tempestata dalle irrequietissime dita di donna Adelina... Peccato che alle sue incomparabili modulazioni facciano eco sgradevole dalla strada le.sgangherate grida del lattaio che passa, gli strilli dello spazzacammino, che dall’abbaino della casa di rimpelto fa’ udire con voce di sopranello sfocato la sua prolungata solfa, e l’urlo dell’ortolano che colla male untata sua carretta carica di cavoli attraversa il selciato. Questo strepito discorde non garba punto a ser Minuzio, e da probo e discreto maestro di cembalo, che non vuol rubare nè il tempo nè il denaro agli scolari, accenna a donna Adelina di sostare un istante, finché l’infernal strepito sia passato. Donna Adelina, abbandonatasi di nuovo alla spalliera,.della sedia, torna a sbadigliare. Sèr Minuzio slava per cominciare una dissertazione elegiaca sulle aberrazioni della musica moderna e sui cattivi metodi dei tanti maestrini di pianotorte usciti dal Conservatorio da alcuni anni in qua, quando a impor silenzio alla nojosissima sua didattica eloquenza entrò un servo con una piccola chicchera di cioecolatte per metà empita di spuma. Ser Minuzio si inchinò al bacile d’argento massiccio ch’ei recava: tornò a sedersi, e con tutta la serietà comandata da una delle più importanti operazioni della vita, attese ad ammollare 1 un dopo l’altro i varii crostellini di pane che una mano provida e sagace aveva saputo ammucchiare nella debita quantità intorno allo spumante calice. «Ora che ho lo stomaco confortato, prese quindi a dire, nell’atto di restituire lo sguernito vassoio al servo, potrò ammirare con niente più serena i prodigi della scolara, che io sopra tutte le altre apprezzo, e che deve i suoi incomparabili progressi al genio particolare che sorti dalla natura per la bell’arte de’ suoni... «E fece ségno a donna Adelina che proseguisse la Grande Sonale de Dusseck, ecc. É donna Adelina, sbadigliando forse per l’ultima volta, calava le mani sulla tastiera e dava nuòvamente principio alle scompigliate sue armonie. In quell’istante, dalla pendola vicina scoccò l’ultima mezz’ora della lezione. La precisione e la puntualità non sono i meriti i meno commendevoli di ser Minuzio... Eccolo quindi già alzalo dalla scranna: ecco già ribassati gli orli delle maniche, ecco già riposti gli occhiali, già pigliato il cappello ed il bastone... già intascato il biglietto... «Raccomando caldamente quella appoggiatura al do naturale... tyieW’ ammoizalo alla terza battuta, e quel rallentando presso alla cadenza... A rivederci domani all’ora dello cioecolatte». Ed esci tutto frettoloso avviato alla casa della contessina Fioridia, ove, a giudicarne dalla sua esemplare sollecitudine, lo attendeva senza dubbio un’altra aromatica libagione mattutina coll’anàlogo e convenevole mucchietto di crostelli. Dopo cinque anni di lezione, donna Adelina venne condotta da S. E. il sig. ba> rone suo papà ad un’accademia nella casa l della vecchia marchesa S***. Due giovignifica fantasia di Thalberg. Il barone, mentre la radunanza applaudiva entusiastata, torceva il naso e scrollava il capo. «Genere falso, gusto depravato, bisbigliava tra sè sotto voce». Fu pregala sua figlia di porsi al pianoforte. Dopo reiterate preginere accondiscese -ai generali desiderii. Ser Minuzio le si pose seduto al fianco con aria d’uomo che si prepara a un gran trionfo. Donna Adelina si scusò coi circostanti dicendo che per mancanza d’altro avrebbe eseguito un pezzo di musica, imparato da pochi giorni, e strimpellò alla meglio la Grande Sonale de Dusseck, ecc., che noi conosciamo da un bel pezzo. Dopo due pagine l’adunanza cominciò a sbadigliare sotto ai ventagli e ai guanti gialli, dopo quattro nessuno più badava alla musica. Ser Minuzio e il baróne R’”” nemico di Balzac e di Vittor Ugo, di Rossini e di Bellini, erano rapiti in estasi. ’ nette, predilette allieve di un maestro di | venticinque anni, diedero saggio deila loro valentia eseguendo a quattro mani una maCOtVKICLIO per quelli che apprendono la Composizione musicale. Con una gentilissima sua lettera V egregio maestro Simone Mayr ne accompagnava il seguente scritto che noi ci affrettiamo ad offrire dnostri lettori. «Avevo, in mente, egli ne scrive in essa lettera, di mandare alcuni altri miei articoletti intorno alla semplificazione e maggior precisione dei comuni elementi musicali: ma ora che sorge apposita officina per propagare la Riforma del Gambale. ora che il Montanello propone al Beccafichik1) il più economico sistema di nuove segnature. e che un nuovo riformatorefrancese condanna e vuole riformare tutte le antiche e moderne riforme, sarebbe fuor di proposito esternare alcune idee in simile materia». Ne spiace che per ragioni, a nostro giudizio non abbastanza valide, Tegregio Mayr si astenga dal prender parte ad una c/uistione di principii e di teorie che finora non fu combattuta con bastevole suppellettile di dottrina nè dalV uno nè dall’altro de1 varii campioni che a questi ultimi tèmpi sorsero in campo con diverse proposte di ’r forma nella. scrittura musicale. L‘ opinione e i giudizii d’un uomo nelle cose dell’arte de’suoni tanto altamente stimato coni1 è V autor della Medea avrebbe certamente sciolti non pochi punti di contrasto e dissipati i dubbii di coloro che non credono poter aver piena fede se non se nella scienza provata da ripetuti e fortunati esperimenti. Ma non più di ciò, e vengasi all’articolo promesso. Un esercizio molto utile, benché può sembrare a prima, vista tutto meccànico, è certamente per gli studiosi della composizione musicale, quello di mettere in partitura le classiche Opere di vario stile, e carattere. In nessuna altra maniera possono i principianti rilevare cosi bene l’originalità, ed i pregi intrinsici di un valente compositore, poiché nel.semplice sentire spariscono inosservate molte cose, e talvolta le prime finezze dell’arte. Veggendo non solo, ma praticando essi medesimi la distribuzione delle parti nello (1) Vedi la lettera pubblicata dal nostro Ricordi col titolo: Intorno allo scrivere la Musica. Lettera di Bartolomeo Montanello a Marco Beccatelli. trascrivere, vengono a conoscere l’inven- f zione, ed andamento della melodia, il rit- j mo, e la disposizione de’periodi, la con- ■ catenazione delle idee, e l’affinità de’pen- j sieri, nascendo dal principale (o Tema) molli altri analoghi, come da un fiume escono varj canali, lo che costituisce nella composizione il raro pregio dell’unità -, come nel sottoporre alla parte principale l’orditura dell’Armonia, la distribuzione ed il giro delle parti ora ristrette, ora lontane, l’imitazione fra di loro, la varietà e ricchezza armonica in giusto e quasi architettonico equilibrio, ecc;, mentre il paragonare lo stile dell’uno colle maniere proprie d’un altro-scrittore, apre una fonte inesausta d’idee, del modo di condurle,ecc. E se lo scolare volesse, darsi la pena di contrappuntare (come si suol dire) la parte principale d’un autore classico, e geniale, e comparare dappoi il suo lavoro coll’originale medesimo, essa verrebbe compensata dal molto utile che ne caverebbe. Nè credasi che la semplice lettura d’una partitura rechi lo stesso profitto a chi da principio non è atto ancora a scoprire con un solo sguardo la finissima orditura dell’artifizioso tessuto, né comprendere la ragione ed il fondanientó di strani ed inusitati accordi, che a prima giunta possono sembrare licenze arbitrarie, e viete^ o l’andamento, e l’intreccio di parti che talora sembrano cozzare contro le regole o di dissonanze, che sembrano abbiano ad offendere l’uditore, e rispetto alla espressione del sentimento diventano bellezze} e neppure desumere si può l’effètto d’un pezzo, e che più monta, additar non si sa ìa fonte da cui scaturisce quel magico diletto, che generano le opere classiche d’ogni genere. Ci fu assicurato che non pochi con questo, forse per molti nojoso metodo, hanno imparato più che non da un’arida esposizione delle regole, o da alcuni ischeletriti esempj. Di questo mezzo si valse pur Rossini istudiando sotto la disciolina delP. Mattei dimettendo in partitura quartetti di Mozart e di Haydn^ e del pari praticavano altri valentissimi compositori come Winter, Aiblinger (2), ecc. Quanto frutto non trae il giovine pittore dal ricopiare i classici modelli dell’arte, ora osservando ne’ capolavori di Rafaello l’altezza della concezione, la ricchezza della composizione, l’espressione del bello ideale, e la correzione del disegno, ora tentando colla varia mescolanza di colori di giungere ad imitare la lucidezza, la degradazione de’chiaro-scuri, e quelle quasi impercettibili sfumature, onde risulta queb l’incantesimo della vera imitazione della natura, di cui risplendono gli originali di Tiziano. Il V. S. di V. (1) Vedi vita del P. Mattei scritta da G. A. DeLafage, c tradotta da L. Rossi, pag. 11. (2) Per avvalorare vieppiù questo consiglio amasi di ripetere qui ciò che trovasi notato nella Autobiografia del famoso, c fecondissimo Carlo Czcrny, or ora stampato in questa Gazzetta nel IX. 5i. - Ecco le sue parole: a Mi occupai nella mia gioventù a stendere in partitura le composizioni d’orchestra de’gran maestri, come le sinfonie ed i quartetti di Mozart, llaydn c Beethoven, il quale esercizio mi fornì molte cognizioni per rispetto all’islrumcntalc, cd in generale riguardo all’armonia. [p. 163 modifica]ù«wi m nuDsma Eseguitasi nell’I. K. C’ONSERVATORIO la mattina «lei giorno 9 settembre Fu questa una di ciucile solennità che hanno una grande importanza artistica, giacche in esse si pronuncia la prima parola che deve determinare l’avvenire delle nostre ’scene; specie di profezia teatrale clic viene accolta avidamente da tutti coloro, clic s’interessano pei destini dell’arte. E dinanzi a questo pubblico pieno di gentilezza c d’indulgenza; è frammezzo a questa festiva adunanza formata dalla più alta magistratura, da grandi e piccoli artisti, da’ uomini di gusto, da amabili creature scintillanti di grazia c di bellezza, c che nascondono forse sotto la lucida e tesa corteccia dei candidi loro guanti, delle dita che scorrono leggere ed appassionate sui tasti del pianoforte, o che potrebbero, volendolo, gettare in questa calda atmosfera dei suoni ammirabili, delle voci pure, argentine, modulate deliziosamente; è al cospetto di questa affettuosa c trepidante schiera di padri c di madri, sotto l’amorevole sguardo de’ premurosi maestri, che tentano i primi voli questi uccelli musicali, che battono per la prima volta le ali al di là del recinto del loro nido, c che si slanciano in un’atmosfera più agitata, più viva, più ardente di quella, clic calma e tranquilla ondeggiava frallc solitarie pareti delia scuola. È in quest’ora magnifica e tremenda clic l’orizzonte, il grande c fantastico orizzonte del futuro, si schiude innanzi a questi giovani sguardi; ò in quest’ora di trepidazioni c di giojc che piovono le prime corone e che s’javanzano formidabili le prime disillusioni; è in quest’istante clic la speranza, questo vago c brillante fiore di tutte le età, o dispiega il lusso delle sue tinte e dei suoi profumi, al suono dei primi applausi, o lascia cadere tristamente tutti i suoi petali, non conservando clic l’irla ruvidezza delle spine, allorché uno scoraggiante silenzio risponde a questi primi ed impotenti sforzi dello scolaro, che vorrebbe tramutarsi in artista. Là, da quelle tavole adorne di damaschi, da quelle file di bianche e graziose fanciulle, che stanno’ schierate come un’attraente collana di gelsomini, da quella schiera di fronti giovani, di visi che aspettano dagli anni il suggello della virilità, da quell’alveare di teste fresche, pelle quali il mondo ò angora una visione, l’arte un sacerdozio, c che credono a tutte le grandi c nobili passioni, all’amore, alla gloria, al dolore, a tutto in somma il poema clic mormora i suoi cantici inebbrianti al vergine orecchio della giovanezza, di là,. dico, sortiranno le aquile ed i gufi, le grdndi illustrazioni c le intollerabili mediocrità, il genio e l’ingegno, lo splendido artista e il detestabile consumatore di note, i cui occhi rimasero offuscali quando vide davvicino il fulgido sole dell’arte. E una fiera e tremenda mattina, questa che lia le apparenze tanto festive, che lussureggia di melodie c di sòrrisi, clic vi fa udire tanto fruscio di vesti e tanto rumore di.applausi, che fa scorrere sotto al vostro Sguardo delle donne adorabili, delle taolclte eleganti, degli uomini perfettamente guantati, tuttociò che v’è più di scelto nella aristocrazia, nell’-avvenenza, nello spirito, nelle arti, nella letteratura, nel dilettantismo! L’abisso è coperto di fiori, ma è pur sempre un abisso. Queste ore che passano leggere e quasi inavvertite, clic fanno succedere giojc ad emozioni, sensazioni a piaceri, palpili a trasalimcnli, sono forse ore fatali che cominciano un martirio, un lento c penoso martirio, clic spaventa l’immaginazione, tanto può essere fecondo di ambascio e di dolori. Vedete questa graziosa figura, questo viso puro c gentile, che si disegna soavemente nella ricca cornice de’suoi capelli? Quanta speranza, quanta gioja, quanto avvenire brillano nella bella fisonomia! Ebbene forse questo è l’ultimo giorno del. suo paradiso, forse l’Eden si è già chiuso sui passi dell’infelice, forse l’arte, invano invo•crtita nel fatale Cherubino dalla spada di fuoco. I suoi sogni, i dolci suoi sogni d’oro c di gloria, dimani svaniranno crudelmente nell’anticamera ■’rispondente, le soddisfazioni dell’amor proprio fuggiranno impallidite al soffio agghiacciante dei fischi, la sospirata corona cadrà a terra bruttata di fango, e sulla lucida capigliatura verrà gettata la cenere dell’umiliazione; il lusso c l’opulenza abbandoneranno la sconsolata creatura a cui si avvicineranno invece l’indigenza e la filine, i suoi pensièri di dispotismo, di trionfo, di sperate idolatrie, di eccitali fanatismi, lasceranno il posto alle crude’riflessioni d’una realtà, poetica ancora è vero, ma d’una poesia simile al terribile canto dcll’Ugolino, poesia piena di singhiozzi, di lagrime, e di terrori; insomma a questa adolescenza cresciuta negli studii, a questa giovanezza appena sbucciata nella solitudine mite c senza pensieri del collegio, succede ora la vita dell’artista, questa vita tempestosa rappresentata dalla parola carriera. Oh! sì, vera c tremenda carriera, in cui é si facile il cadere, in cui il più leggero accidente del terreno, un sasso che v’urti, una gleba clic s’affondi, basta per togliervi il premio, questo premio su cui avevate concentrate le speranze e forse tutte le passioni della vostra esistenza! Ma mio Dio! le riflessioni suscitate dallo spettacolo di questa gioventù, che con un passo agile e spensierato saltò ai di là della sbarra clic divide il suo passato dall’incognito c misterioso avvenire, mi trassero forse un po’ lungi, giacche a nessuno di coloro che compirono colla solennità clic ho accennata il corso de’ loro stutlii, la sorte si offrirà sì triste come l’ho involontariamente dipinta. Delle voci belle, fresche c bene educate, dei suonatori d’un’abilità assai ’ distinta, dei maestri che conoscono a fondo la scienza e clic sono accarezzati dalle ali dorate dell’ispirazione, debbono affrontare con sicurezza l’oceano che si schiude loro dinanzi, ed abbandonarsi con disinvoltura. alle onde della scena ed ai venti, Dio mi perdoni la frase! delle platee. E vero clic ad onta di tutte le buone volontà, ad onta delle insistenze studiose più ostinate, ad onta che tutto attualmente giustifichi le più belle speranze, potrebbe accadere clic il successo volgesse le spalle ai futuri esordienti,.giacché, parlando dei cantanti, chi può conoscere l’indomani d’un’ùgola, c quello d’un si di petto, o d’un mi sopraccuto? Quale infinità di cause, c infinitamente leggiere, basta a tarpare queste ali brillanti ma fragili, precisamente come quelle della farfalla!... Ma, lontani da noi i tristi augurii, lontane le funebri profezie; il destino rispetterà, lo speriamo, questi artisti educati con tanta cura, introdotti con tanta premura nel santuario dcll’arte, e su cui si versarono con tanta effusione i tesori di dottrina,|d’ingcgno, che rendono sì rispettabile il corpo insegnante del Conservatorio. Ed è qui opportuno d’accennare, come questo istituto, diretto con tanta saviezza dal conte Renato Borromeo, dal patrizio a cui l’altezza della nascita c l’abbondanza delle ricchezze sóno sprone a nobile gesta c generose c non occasione di ozio c di anncghitlimcnto, come, dico, questo istituto dia d’anno in anno dei risultati sempre più vantaggiosi, c vada sempre più meritandosi l’onorevole riputazione che gode in Italia e fuori. Il progresso é notabile, c noi siamo felici di poterlo costatare: l’accademia di quest’anno è la più evidente conferma della nostra asserzione. Noi però non discenderemo a molti particolari, limitandoci ad additare complessivamente come (ulti i pezzi venissero eseguiti in un modo, clic era quasi vicino alla perfezione, c come gli allievi palesassero le più felici disposizioni, c promettessero di divenire artisti da recar onore alla patria dell’armonia, lina sinfonia composta dal Mcincrs ed un suo duetto, meritarono molti elogi, come pure eccitò la generale approvazione una sinfonia dell’allievo Bellini. Si mostrarono esecutori valenti, i fratelli Fumagalli, il Rovelli ed il Fortina sui loro rispettivi stromcnli. La Molimi, la Cella, la Tavola - la Brambilla per grave malattia non ha potuto prender parte come doveva all’accademiaed il Gandini cantarono con espressione, con anima, con gusto, c quel che più importa, con voci.assai belle. Niente insomma mancò perché l’accademia ricscissc perfettamente aggradevole, e tale dal farci nutrire la speranza, che se il teatro decade orribilmente, v’é in pronto una schiera giovane ed ardente di artisti, clic varrà, se non. a rialzarlo all’antica gloria, almeno a trattenerlo sul rapido pendio della sua caduta. Ilcrmani KOLESXK DISTRIRIZIOVE un’PUDHl Fra gli Alunni e le Alunne che hanno terminalo i quest’anno il corso della loro educazione e dei loro studj musicali furono giudicati meritevoli di questa pubblica testimonianza di onore e del Premio Finale Mcincrs Giambattista, milanese. lìcllini Pio, milanese. Cella Giuseppina, milanese. Gandini Bartolomeo, crcmasco. Premio Secontlo Tavola J.uigia, milanese. Per gli Alunni e le Alunne, che tuttora rimangono nello Stabilimento non essendo in massima assegnato alcun premio, furono giudicati meritevoli di dare un saggio dei loro progressi musicali in quest’Accademia, e perciò meritevoli di Onorevole Menzione NEI. BEL CANTO Moltini Carlotta, di Trieste Brambilla Gaetana, milanese. Fumagalli Disma, d’Inzago. Rovelli Bmmanuclc, di Bergamo. NEL CLARINETTO Fortina Fortunato, di Milano. Fumagalli Polibio, d’Inzago. GII’1)1X10 HI GOETHE SIILI,* MUSIC* ITALIANA I TEDESCA Il penultimo numero di qìicsta Gazzetta confuti) un giudizio musicale di Goethe; sentasi anche il su notato, citato in un articolo maggiore della più recente Gazzetta Musicale Universale. Trovo però di avvertire che tal giudizio pronunzialo dall’uom illustre é anteriore alla comparsa di Rossini sulla scena melodrammatica, essendo stampalo circa l’anno 1800. a Ogni musica moderna é trattata in due guise: o la si considera come arte indipendente, la si coltiva, la si esercita, e la si gode col raffinato senso esterno, come suol farlo l’Italiano, oppure essa viene trattata relativamente all’intelletto, sentimento, passione., in modo che reclama le facoltà dello spirito e dell’anima, come é, c sarà mai sempre la musica de’ Tedeschi. ii Soltanto con questa considerazione si può veder chiaro nella storia della musica moderna c nella confusione de’ parziali combattenti; prendendo ben in vista ambe le maniere, laddove ora sono divise, i tempi in cui certi individui procurarono di ammalgamarle con maggior o minor successo, le divisero di bel nuovo non senza lasciare le traccio dcll’una nell’altra. a Siffatta divisione dovette aver luogo dopo il perfezionamento sollecito della musica, c sussiste sino al di d’oggi. L’Italiano preferisce le melodie ed armonie più piacevoli, consulta l’abilità del cantante, ma non isfugge sempre al rimprovero di non aver soddisfatto alle parole del suo testo. L’altra parte guarda più sul senso, sentimento e passione ch’esprime il poeta, c stima suo dovere di fare a gara con lui; quindi melodie interrotte, armonie singolari, violenti modulazioni per esprimere il grido dell’incanto, dell’angoscia e della disperazione. Siffatti compositori faranno fortuna presso i sentimentali ed intelligenti, ma difficilitientc presso gli orecchianti. Egli é fuor di dubbio clic l’unione di ambe le qualità trovasi, c deve trovarsi, ne’migliori lavori di ottimi compositori h. ì 11 il [p. 164 modifica]I inconvenienze ed intemperanza de virtuosi ’ La Nuova Gazzella di Amburgo contiene sotto tal I rubrica un lungo articolo che dice in sostanza quanto I segue. Egli è ormai tempo di chiarire apertamente c francamente l’intemperanza de’ Virtuosi. Per verità il pubblico sembra aver già detto un vaici, od anche con una indifferenza, un percat ai loro.concerti. Cotesti Virtuosi fanno i musici erranti, non solo per raccogliere quotidiane limosino, ma per farsi rapidamente ricchi, accumular tesori su tesori. Trattano eglino la loro arte da artigiani. Il sig. N., ha egli fatto buoni affari a N.? - Egli va a IS. per far denari. - Recandosi a N., può subito en passoni dar un’accademia a N. - Si studia come si può aumentare il prezzo d’ingresso, e via discorrendo. Anticamente gli artisti viaggiavano per domandar al mondo il giudizio della loro abilità; cosi viaggiavano Rombcrg, llummcl, Rode, Moschclcs, Kalkbrcnncr. Lo scopo de’ Virtuosi attuali è l’oro. Speriamo clic la moda di dar accademie sia per passare, che il pubblico vide ormai abbastanza i Virtuosi, e crede di poter impiegar meglio i suoi talleri. Tutta la Germania è ornai stanca de’ concerti, che devono essere rimpiazzati dalle nostre feste musicali(Segnale) NOTIZIE MUSICALI DIVERSE — Vienna. Nei primi giorni di settembre si rappresentavano il Fidelio di Beethoven, le Nozze di Figaro c il Flauto Magico di Mozart, questo ultimo con teatro (Gazz. tealr.) — La compagnia dell’opera italiana dell’impresario Romani, attiva attualmente a Baden, vicina a questa capitale, darà fra poco, diccsi, alcune recile al nostro I. R. Teatro dell’Opera. Per questo istesso teatro, ove in questi due mesi si diedero il Don Giovanni, le Nozze di Figaro, il Flauto magico, e Fidelio, si prepara il Hallo dal Serraglio. — Il celebre violoncellista Bohrer continua a piacere e far buoni affari nell’America. (Gazz. Teat. di Fienna) — Moriani passò ultimamente per questa capitale, recandosi a Pest, ove canterà nella Lucia, Lucrezia, Belisario, Norma, ecc. Passando un’altra volla per Vienna si recherà di nuovo a Dresda ove, a generale richiesta, continuerà le sue rccite, indi pensa di andare a Berlino e Varsavia. — Il maestro Ferdinando Fuchs sta terminando una grande Opera in 4 atti, coi titolo: Gio. Guttenberg. — Nella R. Biblioteca di Brussclies furono scoperti mottetti e messe di celebri maestri del 1390 al 1420, e così si riempirà con esse una gran lacuna nella storia dell’arte musicale. (Gazz. JUus. di Fien.) — La Gazz. JUus. di Fienna pubblica una lettera fino al presente ignota, scritta da Mozart a sua sorella in data di questa capitale 13 febbrajo 1782, dalla quale caviamo i seguenti paragrafi dinotanti il suo modo di vivere d’allora. Dimandando scusa che le sue risposte si fanno sempre aspettare, continua come segue: — Conoscete bene Vienna! l)n uomo che non ha un soldo di rendita sicura, non ha egli da pensare e da lavorare giorno e notte in tal luogo?... Se nostro padre ha finito il suo servizio di chiesa, se tu hai dato le lue lezioni, potete fare l’intero giorno quel che volete e scrivere litanie intere di lettere, ma io no. — «Ho già descritto ultimamente la mia maniera di vita al padre, e te la ripeterò ora. Alle 6 ore di mattina i miei capelli sono già sempre arricciati, alle 7 sono vestito, compongo fino alle 9, dalle 9 a un’ora do lezioni, poi pranzo, se non sono invitato, altrimenti alle 2 o alle 3 come oggi e dimani, in cui sono invitato dalle contesse Zizi e Thun.

  • Prima delle 5 o 0 di sera non posso lavorare, essendo

sovente impedito da un’Accademia; diversamente scrivo sino alle 9, poi vado dalla mia cara Costanza (in allora sua futura sposa). Alle 10 c mezzo o alle 11 vengo a casa. Essendo sicuro di non essere occupato altrove, e nel caso che venga a casa più a buon’ora, compongo ancora prima d’andar a letto, e talora mi perdo sin a i mezza n0tie, ma alle sei ore son su, ecc. — Dresda. Il nostro giovine scultore Hàhnel, il cui disegno per la statua di Beethoven ebb.e il premio, ha terminato in grande tale statua colossale, e finito il modello, che parte in breve per Norimberga per essere fuso in bronzo. L’ili. maestro è presentato ritto in piede, nella man destra col braccio teso tenendo lo stile, il braccio sinistro entro il mantello, e nella mano che lo tiene al corpo un libro di note musicali; la testa alquanto chinata indietro e gli occhi diretti all’insù. L’impressione della fisionomia palesa il momento di una concezione animata; il tutto è di un concepimento ed effetto grandioso. (Gazz. JUus. di Fienna) — Londra 5 settembre. - II sig. C. Ashley, violinista vantaggiosamente noto nel mondo musicale, è morto jeri in questa capitale, in età di 72 anni. (Gazz. Univ. d’Aug.) — La France Musicale nel far cenno della riproduzione dell’Opera francese Les Martyrs, del nostro Donizetti, al gran teatro dell’Opera a Parigi, olire in poche righe compendiata la storia degli splendidi successi di questo spartito, scritto in origine per il povero Nourrit, cui fu negata la fortuna di cantarlo, comparso poi per la prima volta a Parigi all’Academie Hoyale, or fa quattro anni, dato poscia all’Aja, a Vienna, a Lisbona a Bordeaux e dovunque clamorosamente accolto. L’attuale ripresa dei Martyrs valse, al dire della France Musicale, a porre in piena luce le bellezze di primo ordine d’un’opera concepita fortemente, e ricca di nobili e severe inspirazioni. Madama Dorus, Masso! e Duprez la interpretarono da artisti distinti. La Gazette Musicale nel render conto della riproduzione attuale dei Martyrs non pare accesa dal medesimo entusiasmo che spira dal breve articolo della France. Questa differenza di sentimento e questa, stiam per dire, contraddizione di giudizii, sarebbe mai cagionata dalle diversità dei vincoli pei quali I illustre maestro è legato alla redazione dell’uno e dell’altro giornale? — È voce generale che la nuova Opera francese Mi Donizelti il Don Sebastien abbia ad esser pronta per la fine di Novembre. E sì che le prove sono cominciate da un pezzo! Quc’signori del Grand’Opéra di Parigi pigliano le cose con qualche flemma, ed hanno ragione, se poi il risultato de’ lunghi loro sludii è degno della nobile riputazione che a buon dritto si son meritala. La loro prudente lentezza nel prodursi al pubblico vada a compenso della sbadata e presuntuosa precipitazione colla quale nella maggior parte de’ teatri italiani si danno alle scene tante opere colpite da esito infelice grazie all’indegna guisa con che si interpretano dui cantanti, dall’orchestra, dai cori, tutti d’accordo a chi più barbaramente le fraintende. — Fu già dato cenno tempo fa in questa stessa Gazzetta dei perfezionamenti arrecali dal sig. Sax nella fabbricazione degli stranienti da fiato. 1 signori Dauvernct e Schiltz fecero ultimamente udire la tromba, la cornetta e il trombone a pompa del signor Sax all’orchestra delVAcademie Hoyale de Musique di Parigi c i risultati di questo esperimento furono ottimi. — Gli artisti della Compagnia italiana riprodussero ultimamente a Marsiglia lo Slabat di Rossini e n’ebbero felicissimo risultato. — A Santa Crux, l’oboista ddl’-orchestra del teatro, un giovine di 2-2 anni, produsse una sua nuova Opera sul medesimo argomento del Tebaldo e /solina diMorlacchi. Sebbene sparso di (rimembranze questo primo saggio palesa un ingegno non comune nell’esordiente maestro. Vi cantarono Marini, Verger e la Brambilla. — La Nuova stagione del Teatro Italiano a Parigi si aprirà colla Lucia di Lammermoor-, che servirà alla prima comparsa di Ronconi e di Salvi; poscia si darà il Belisario per il debut di Fornasari. Maria di Hohan sarà la prima Opera nuova che avranno ad udire i Parigini, e in essa le tre prime parti saranno affidale a Mario, a Ronconi e a Madamigella Grisi. — Il Grande Festival che la società degli artisti musicanti di Parigi proponevasi di dare il 14 del corrente nella sala del Teatro Italiano, doveva offrire gli elementi di una grande varietà e le probabilità di clamoroso successo. Quattrocento artisti sotto la direzione del signor Bcrlioz compor dovevano i cori e l’orchestra. Il programma diviso in due parti annunziava il primo atto dell’Ifigenia in Tauride di Gluck, cantata dai signori Massol, F. Prévot, M. Nathan-Treilhet M.a Meguillct e Duclos; l’invito al TFalts, di Weber, istrumentato da ( Bcrlioz; l’aria dell’Italiana in Algeri cantata da, M. Stoltz; un frammento della sinfonia Romeo e Giù- «lietta, di Berlioz; il sccond’atto della Fatale di Spontini, cantato dai signori Massol, Bouche, M.a Nathan- ^1 & Trehet, Mequiljct e Duclos; una fantasia sulla Romanza dell’Otello composta ed eseguita da Ernst, la sinfonia in do minore di Beethoven. L’illustre autore della Festale doveva dirigere egli stesso l’orchestra durante l’esecuzione dell’opera sua. — «Rossini, dice la G. M. de Paris, debbe lasciar Parigi fra un mese. Egli se n’andrà com’è venuto, a gran stento ei si piegò ad udire in sua casa alcuni artisti desiderosi di sottoporre il loro talento al sovrano suo giudizio. Finora ei non volle assistere a veruna rappresentazione teatrale, e secondo ogni apparenza l’epoca della sua partenza cadrà appunto in quella dell’apertura del teatro Italiano. Si accerta chea Duprez, il qual lo pregava con istanza che volesse scrivere un’opera per lui, rispondesse: «Arrivai troppo presto, e voi troppo ERE AT A-CORRI GB Nel foglio scorso, dell’articolo - Gustavo Modena e i suoi artisti - alla linea 6.a invece di - comecché affatto nascitura, leggi, nascente. MOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI 1. R. STABILIMENTO NAZIONALE PR1VILEG". di eiOVANNI RICORDI TAL ZER PEB PIANOFORTE SOJLO mtoùsm stVùSm 11851 II Riletto Alemanno, ovvero Aleloilie elei Rannoso senza parole (Deutsche Lusl odcr Donau-Licder-Ohnc Tcxt.) Op.l 27. Fr. 2 25 11852 Ailelaitle ( Adelaiden - Walzer. ) Op. 129 «11855 II Maestro ili Ballo (Dii Tanzmcister.) Op. 155.... «2 50 2 30 «iiiii mn&mu ET VARIEES /ioter le Piano SUR PLUSIEURS MOTIFS DE l’oPÉRA t ®m 8&««SMirt de MAZZIJCATO 2Se v&SAmm 14754 Fr. 3 75 jtour le Violoncelle avec uccotn/tagnenienl ile Piano Op. io. eiOVANNI RICORDI EDlTOBE-PKOPBlETABIOi Dall’I. R. Stabilimento Razionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVANNI RICORDI Contrada degli Omenoni N. 17J0.