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ù«wi m nuDsma Eseguitasi nell’I. K. C’ONSERVATORIO la mattina «lei giorno 9 settembre Fu questa una di ciucile solennità che hanno una grande importanza artistica, giacche in esse si pronuncia la prima parola che deve determinare l’avvenire delle nostre ’scene; specie di profezia teatrale clic viene accolta avidamente da tutti coloro, clic s’interessano pei destini dell’arte. E dinanzi a questo pubblico pieno di gentilezza c d’indulgenza; è frammezzo a questa festiva adunanza formata dalla più alta magistratura, da grandi e piccoli artisti, da’ uomini di gusto, da amabili creature scintillanti di grazia c di bellezza, c che nascondono forse sotto la lucida e tesa corteccia dei candidi loro guanti, delle dita che scorrono leggere ed appassionate sui tasti del pianoforte, o che potrebbero, volendolo, gettare in questa calda atmosfera dei suoni ammirabili, delle voci pure, argentine, modulate deliziosamente; è al cospetto di questa affettuosa c trepidante schiera di padri c di madri, sotto l’amorevole sguardo de’ premurosi maestri, che tentano i primi voli questi uccelli musicali, che battono per la prima volta le ali al di là del recinto del loro nido, c che si slanciano in un’atmosfera più agitata, più viva, più ardente di quella, clic calma e tranquilla ondeggiava frallc solitarie pareti delia scuola. È in quest’ora magnifica e tremenda clic l’orizzonte, il grande c fantastico orizzonte del futuro, si schiude innanzi a questi giovani sguardi; ò in quest’ora di trepidazioni c di giojc che piovono le prime corone e che s’javanzano formidabili le prime disillusioni; è in quest’istante clic la speranza, questo vago c brillante fiore di tutte le età, o dispiega il lusso delle sue tinte e dei suoi profumi, al suono dei primi applausi, o lascia cadere tristamente tutti i suoi petali, non conservando clic l’irla ruvidezza delle spine, allorché uno scoraggiante silenzio risponde a questi primi ed impotenti sforzi dello scolaro, che vorrebbe tramutarsi in artista. Là, da quelle tavole adorne di damaschi, da quelle file di bianche e graziose fanciulle, che stanno’ schierate come un’attraente collana di gelsomini, da quella schiera di fronti giovani, di visi che aspettano dagli anni il suggello della virilità, da quell’alveare di teste fresche, pelle quali il mondo ò angora una visione, l’arte un sacerdozio, c che credono a tutte le grandi c nobili passioni, all’amore, alla gloria, al dolore, a tutto in somma il poema clic mormora i suoi cantici inebbrianti al vergine orecchio della giovanezza, di là,. dico, sortiranno le aquile ed i gufi, le grdndi illustrazioni c le intollerabili mediocrità, il genio e l’ingegno, lo splendido artista e il detestabile consumatore di note, i cui occhi rimasero offuscali quando vide davvicino il fulgido sole dell’arte. E una fiera e tremenda mattina, questa che lia le apparenze tanto festive, che lussureggia di melodie c di sòrrisi, clic vi fa udire tanto fruscio di vesti e tanto rumore di.applausi, che fa scorrere sotto al vostro Sguardo delle donne adorabili, delle taolclte eleganti, degli uomini perfettamente guantati, tuttociò che v’è più di scelto nella aristocrazia, nell’-avvenenza, nello spirito, nelle arti, nella letteratura, nel dilettantismo! L’abisso è coperto di fiori, ma è pur sempre un abisso. Queste ore che passano leggere e quasi inavvertite, clic fanno succedere giojc ad emozioni, sensazioni a piaceri, palpili a trasalimcnli, sono forse ore fatali che cominciano un martirio, un lento c penoso martirio, clic spaventa l’immaginazione, tanto può essere fecondo di ambascio e di dolori. Vedete questa graziosa figura, questo viso puro c gentile, che si disegna soavemente nella ricca cornice de’suoi capelli? Quanta speranza, quanta gioja, quanto avvenire brillano nella bella fisonomia! Ebbene forse questo è l’ultimo giorno del. suo paradiso, forse l’Eden si è già chiuso sui passi dell’infelice, forse l’arte, invano invo•crtita nel fatale Cherubino dalla spada di fuoco. I suoi sogni, i dolci suoi sogni d’oro c di gloria, dimani svaniranno crudelmente nell’anticamera ■’rispondente, le soddisfazioni dell’amor proprio fuggiranno impallidite al soffio agghiacciante dei fischi, la sospirata corona cadrà a terra bruttata di fango, e sulla lucida capigliatura verrà gettata la cenere dell’umiliazione; il lusso c l’opulenza abbandoneranno la sconsolata creatura a cui si avvicineranno invece l’indigenza e la filine, i suoi pensièri di dispotismo, di trionfo, di sperate idolatrie, di eccitali fanatismi, lasceranno il posto alle crude’riflessioni d’una realtà, poetica ancora è vero, ma d’una poesia simile al terribile canto dcll’Ugolino, poesia piena di singhiozzi, di lagrime, e di terrori; insomma a questa adolescenza cresciuta negli studii, a questa giovanezza appena sbucciata nella solitudine mite c senza pensieri del collegio, succede ora la vita dell’artista, questa vita tempestosa rappresentata dalla parola carriera. Oh! sì, vera c tremenda carriera, in cui é si facile il cadere, in cui il più leggero accidente del terreno, un sasso che v’urti, una gleba clic s’affondi, basta per togliervi il premio, questo premio su cui avevate concentrate le speranze e forse tutte le passioni della vostra esistenza! Ma mio Dio! le riflessioni suscitate dallo spettacolo di questa gioventù, che con un passo agile e spensierato saltò ai di là della sbarra clic divide il suo passato dall’incognito c misterioso avvenire, mi trassero forse un po’ lungi, giacche a nessuno di coloro che compirono colla solennità clic ho accennata il corso de’ loro stutlii, la sorte si offrirà sì triste come l’ho involontariamente dipinta. Delle voci belle, fresche c bene educate, dei suonatori d’un’abilità assai ’ distinta, dei maestri che conoscono a fondo la scienza e clic sono accarezzati dalle ali dorate dell’ispirazione, debbono affrontare con sicurezza l’oceano che si schiude loro dinanzi, ed abbandonarsi con disinvoltura. alle onde della scena ed ai venti, Dio mi perdoni la frase! delle platee. E vero clic ad onta di tutte le buone volontà, ad onta delle insistenze studiose più ostinate, ad onta che tutto attualmente giustifichi le più belle speranze, potrebbe accadere clic il successo volgesse le spalle ai futuri esordienti,.giacché, parlando dei cantanti, chi può conoscere l’indomani d’un’ùgola, c quello d’un si di petto, o d’un mi sopraccuto? Quale infinità di cause, c infinitamente leggiere, basta a tarpare queste ali brillanti ma fragili, precisamente come quelle della farfalla!... Ma, lontani da noi i tristi augurii, lontane le funebri profezie; il destino rispetterà, lo speriamo, questi artisti educati con tanta cura, introdotti con tanta premura nel santuario dcll’arte, e su cui si versarono con tanta effusione i tesori di dottrina,|d’ingcgno, che rendono sì rispettabile il corpo insegnante del Conservatorio. Ed è qui opportuno d’accennare, come questo istituto, diretto con tanta saviezza dal conte Renato Borromeo, dal patrizio a cui l’altezza della nascita c l’abbondanza delle ricchezze sóno sprone a nobile gesta c generose c non occasione di ozio c di anncghitlimcnto, come, dico, questo istituto dia d’anno in anno dei risultati sempre più vantaggiosi, c vada sempre più meritandosi l’onorevole riputazione che gode in Italia e fuori. Il progresso é notabile, c noi siamo felici di poterlo costatare: l’accademia di quest’anno è la più evidente conferma della nostra asserzione. Noi però non discenderemo a molti particolari, limitandoci ad additare complessivamente come (ulti i pezzi venissero eseguiti in un modo, clic era quasi vicino alla perfezione, c come gli allievi palesassero le più felici disposizioni, c promettessero di divenire artisti da recar onore alla patria dell’armonia, lina sinfonia composta dal Mcincrs ed un suo duetto, meritarono molti elogi, come pure eccitò la generale approvazione una sinfonia dell’allievo Bellini. Si mostrarono esecutori valenti, i fratelli Fumagalli, il Rovelli ed il Fortina sui loro rispettivi stromcnli. La Molimi, la Cella, la Tavola - la Brambilla per grave malattia non ha potuto prender parte come doveva all’accademiaed il Gandini cantarono con espressione, con anima, con gusto, c quel che più importa, con voci.assai belle. Niente insomma mancò perché l’accademia ricscissc perfettamente aggradevole, e tale dal farci nutrire la speranza, che se il teatro decade orribilmente, v’é in pronto una schiera giovane ed ardente di artisti, clic varrà, se non. a rialzarlo all’antica gloria, almeno a trattenerlo sul rapido pendio della sua caduta. Ilcrmani KOLESXK DISTRIRIZIOVE un’PUDHl Fra gli Alunni e le Alunne che hanno terminalo i quest’anno il corso della loro educazione e dei loro studj musicali furono giudicati meritevoli di questa pubblica testimonianza di onore e del Premio Finale Mcincrs Giambattista, milanese. lìcllini Pio, milanese. Cella Giuseppina, milanese. Gandini Bartolomeo, crcmasco. Premio Secontlo Tavola J.uigia, milanese. Per gli Alunni e le Alunne, che tuttora rimangono nello Stabilimento non essendo in massima assegnato alcun premio, furono giudicati meritevoli di dare un saggio dei loro progressi musicali in quest’Accademia, e perciò meritevoli di Onorevole Menzione NEI. BEL CANTO Moltini Carlotta, di Trieste Brambilla Gaetana, milanese. Fumagalli Disma, d’Inzago. Rovelli Bmmanuclc, di Bergamo. NEL CLARINETTO Fortina Fortunato, di Milano. Fumagalli Polibio, d’Inzago. GII’1)1X10 HI GOETHE SIILI,* MUSIC* ITALIANA I TEDESCA Il penultimo numero di qìicsta Gazzetta confuti) un giudizio musicale di Goethe; sentasi anche il su notato, citato in un articolo maggiore della più recente Gazzetta Musicale Universale. Trovo però di avvertire che tal giudizio pronunzialo dall’uom illustre é anteriore alla comparsa di Rossini sulla scena melodrammatica, essendo stampalo circa l’anno 1800. a Ogni musica moderna é trattata in due guise: o la si considera come arte indipendente, la si coltiva, la si esercita, e la si gode col raffinato senso esterno, come suol farlo l’Italiano, oppure essa viene trattata relativamente all’intelletto, sentimento, passione., in modo che reclama le facoltà dello spirito e dell’anima, come é, c sarà mai sempre la musica de’ Tedeschi. ii Soltanto con questa considerazione si può veder chiaro nella storia della musica moderna c nella confusione de’ parziali combattenti; prendendo ben in vista ambe le maniere, laddove ora sono divise, i tempi in cui certi individui procurarono di ammalgamarle con maggior o minor successo, le divisero di bel nuovo non senza lasciare le traccio dcll’una nell’altra. a Siffatta divisione dovette aver luogo dopo il perfezionamento sollecito della musica, c sussiste sino al di d’oggi. L’Italiano preferisce le melodie ed armonie più piacevoli, consulta l’abilità del cantante, ma non isfugge sempre al rimprovero di non aver soddisfatto alle parole del suo testo. L’altra parte guarda più sul senso, sentimento e passione ch’esprime il poeta, c stima suo dovere di fare a gara con lui; quindi melodie interrotte, armonie singolari, violenti modulazioni per esprimere il grido dell’incanto, dell’angoscia e della disperazione. Siffatti compositori faranno fortuna presso i sentimentali ed intelligenti, ma difficilitientc presso gli orecchianti. Egli é fuor di dubbio clic l’unione di ambe le qualità trovasi, c deve trovarsi, ne’migliori lavori di ottimi compositori h. ì 11 il