Gazzetta Musicale di Milano, 1843/N. 20

N. 20 - 14 maggio 1843

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[p. 83 modifica]GAZZETTA MUSICALE ANMO II. domenica N. 20. 14 Maggio ’1845. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica c moderna, destinali a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà AsDI MILANO • La musique, par des inflexions vives, accentuées, et• pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • J. J. rtOVSSEJU. ed effett. Aust. L. 14 affrancata di porlo fino ai contini della Mon’arclìia Austriaca: il doppio per l’associazione annuale. — I.a spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio incordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa liicordi, contrada degli Omcnoni N.° 4720; all’estero presso i principali negozianti di musica c presso gli Uffici postali. — Le lettere, i gruppi, cc. vorranno essere mandali franchi di porto. LETTERA MUSICA3VTE E PITTORE Sopra alcuni artisti c sull’arte in Ciermania (Dalla Franco Musicale) ’lato di un gran numero di perr ^ wBfìSone che non cercano e che non ’^potranno toccare altra meta niella musica tranne una frivola sfeffcffWgpSft distrazione, a lato di coloro che impiegano tutte le loro facoltà a fare dei giuochi di destrezza e di mestiere, debbo per forza formarsi una classe di amatori, che aspira a più nobili godimenti. Allorché si è giunti a possedere qualche erudizione musicale, allorché la memoria é arricchita da alcuni capi d’opera di antichi maestri, si è costretti a desiderare ed a imaginare un mondo musicale migliore di quello, nel quale si vive in Francia. Si è allora ben persuasi chè Parte può essere più potente, più solenne che non lo sia fra le quinte del nostro teatro:, e ciò che alcuni uomini di gusto possono ideare a questo riguardo si realizzerà in Francia ad un’epoca che non può essere molto lontana-, frattanto, e già da più anni, la Germania ci mostra la meta, i mezzi, ed i più magnifici risultati. Quando l’amicizia mi fa un bisogno di palesarvi quali sieno i miei studi,, le mie osservazioni, ed i miei godimenti nei’paesi tedeschi, voi potrete pensar forse che la mia! debole voce valga ad animare qualche musi- j cante, ed a accrescere il numero di colorò che si sentono la missione di migliorare i nostri costumi e le nostre istituzioni musicali. Io vi do dunque il pei’messo di pubblicare la serie di lettere che conto di scrivervi, e comincierò da oggi col raccontarvi in qual modo le arti abbiano abbellito le feste del congresso scientifico di Magonza nell’ultimo settembre.. Noi, in Francia, sappiamo che Haendel è un gran maestro, presso a poco come j sappiamo che Newton è un fisico illustre;? ma sopra cento dilettanti non ve n’ha l forse uno che abbia letto una pagina del I; 1 vecchio maestro. Frattanto ecco ciò che si j; ha il modo qualche volta di osservare quando si tratta di uomini come Haendel. Un giorno che le Gazzette diranno come Musarci farà eseguire il famoso Oratorio il Messia, un dilettante compra lo spartito di quest’Opera, invita due o tre amici intorno al piano; la parte del soprano è cantata da un tenore, quella del contralto si omette, oppure un basso procura di cantarla; l’uno stuona, l’altro non va a tempo, e dopo aver consumata una mezz’ora in questa pretesa lettura, si decide all’unanimità che il Messia potrà essere un’opera dotta, ma che non vi sono canti graziosi. Lo spartito è seppellito in una biblioteca, la polvere lo copre col mistico suo velo, é ciascun dilettante ritorna alle. sue romanze, ed alle arie favorite dell opera. In Germania si sa meglio come debba riguardarsi Haendel; si sa che è impossibile di voler eseguire qualche cosa di solenne e di colossale senza ricorrere alle composizioni di ist’antico maestro. Si conta talmente sulla costanza della grandezza, che si è scielto per la festa musicale del congresso il più ignoto dei suoi oratorii, Baldassare, composto precisamente tre anni dopo il Messia. Questo fu cominciato il 25 agosto 17-44, ed eseguito il 12 del seguente settembre, Baldassare cominciato il 24 agosto 17-44, non fu eseguito che il 24 settembre. Il primo di questi oratorii non costò adunque che venti giorni circa di lavoro, ed il secondo un mese. Allorché si riflette che quest opere si compongono quasi interamente di cori fugati a 4, a 5, ed a 6 parti si resta confuso pensando ad una tale rapidità di concezione e di esecuzione. Bisogna dire altresì come si giunge e come si opera ordinariamente sulle sponde del Reno, per riunire il numero d’esecutori necessario a questi Jestivals: ciò sarà assai istruttivo per noi, clie non possiamo radunare quattro cantanti per leggere della buona musica. Il direttore della società di canto del luogo dove si farà la festa musicale, invia degli spartiti e delle parti staccate alle società di varie città più o meno lontane, coll’invito di trovarsi nei giorni indicati al luogo designato pella prova generale e peli’ esecuzione. Ecco ciò che vidi a Magonza. Alla mattina del giorno fissato pella prova generale, il cannone ad ogni momento annunziava l’arrivo delle società di canto,che venivano ricevute dai commissarii del congresso. Al suono d una musica eccellente, le signore salivano sovra carrozze preparate al sito dello sbarco, ed il cortegr il gio entrava in città fra i concerti delle arj monie ed a bandiere spiegate. Alle due dopo; il mezzogiorno settecento voci e duecento j cinquanta istrumenti si trovarono raccolti i e disposti sovra gradini, distribuiti ad an| fi teatro, al fondo dell’immenso mercato dei! frutti, elegantemente adornato per tale soli lennità. l| Le bandiere di tutte le città, nelle quali avevanogià avuto luogo delle riunioni seien! tifiche, le divise di queste città e gli sten; dardi -delle differenti società di canto, forj mavano dei trofei attaccati alle tribune. Il Tutto ciò avea un aspetto imponente. Poscia, allorché queste masse di esecutori fecero risuonare la sala con questa musica di Haendel si grande, si colossale, sì gigantesca, io mi trovai gettato frammezzo a quel nembo di emozioni, a cui avea sognato tante volte, quando leggeva nella solitudine gli spartiti del vecchio maestro. Pure un penoso pensiero sovente turbava queste impressioni che mi ammaliavano; m’era impossibile di vedere tanti dilettanti venuti da lungi e riuniti fraternamente peli’ onore di questa bell’arte, che essi I hanno il diritto di chiamare divina, senza pensare alla nostra Francia, ove tante sciagurate circostanze ci impediscono di nulla effettuare di simile. Se lo spirito d’aSso| dazione, se lo zelo di questi buoni tedeschi mi penetrava d’ammirazione, io non era meno costretto ad ammirare la loro il esecuzione. Si crederebbe che quasi lutti i; grandi cori fugati a cinque o sei parti fo.s:| sero eseguiti senza imperfezioni alla prima prova e che non si dolesse ripetere altro che alcuni recitativi? Una sinfonia di Mozart in do, destinata ad aprire la seduta, non fu eseguita nel giorno della prova che dopo l’Oratorio. Quest ordine di successione fe’ sembrare l’opera di Mozart debole di stile; però l’andante pieno d’una celeste dolcezza, non soffriva alcun paragone. AH’indomani questa sinfonia, suonata al principio, produsse un grande effetto. Essendo intieramente sconosciuto in Francia lo sparlilo del Baldassare, non si può parlare minutamente delle bellezze e del carattere di questo capolavoro. Io dirò soltanto, e ciò sembrerà abbastanza strano, che lo stile mi parve più vecchio di quello delMessia sebbene sia stato scritto tre anni dopo. Si scorgevano evidentemente nelle arie e neidueltileformolecaratteris.tichedella maniera e dell’epoca di Haendel. In ciò non v’è un gran male, anzi questo sigillo d’antichità! dà una maggiore maestà all’opera. Una tale ’| osservazione non può essere presa a maleche [p. 84 modifica]da coloro, che sono avvezzi a rimarcare una paglia nell’occhio del loro prossimo, e che sono inetti a vedere la trave nel proprio. Si, si ha l’aria d’essere disgustosamente colpiti da una vecchia cadenza, e non si vede che ciò che si canta e si suona dal mattino alla sera non è che una sola e medesima forinola. Del resto, se ciò che io dico dell’Oratorio di Baldassàre, risveglia la curiosità di qualche dilettante, egli potrà leggere lo spartito nella collezione d’Arnold, posseduta dal Conservatorio,di Parigi, oppure farà venire da Vienna quello {per pianoforte, aggiustalo da Mosel, e pubblicato recentemente da Schlessinger, sotto il titolo Belsazer oder: der Fall Babylons,ubersetz and bearbeitet von Mosel. All’indomani della prova ebbe luogo l’esecuzione di questo capolavoro, a cui aggiunsero effetto un immenso e brillante uditorio, delle eleganti toelef/es ed una splendida illuminazione. I soprani ed i contralti, tutti vestiti di bianco, colle bionde loro capigliature adornate da rose o da foglie di quercia, emblema della Germania, questo sciame di quattrocento giovani e belle teste sporgenti da un fondo di gaza e di leggera mussola, rassomigliavano a quei cori di cherubini, che tanti pittori hanno rappresentati frammezzo a bianche nuvole nell Assunzione della Vergine. L’uditorio era forse composto da diecimila persone: un fatto singolare attesterà che questo numero non è esagerato. Ciascuno spettatore, avendo fra le inani un esemplare delle parole dell’Oratorio, il foglio lu da lutti voltato nel. medesimo momento. Ebbene! il. fruscio della carta fece un rumore che somigliava perfettamente a quello d una pioggia dirotta che fosse caduta nella sala. Un mormorio di meraviglia manifestò la sorpresa cagionata da questo effetto singolare. Quando questa gran festa musicale fu terminata, un uditore montò’ sovra un banco, prese la parola e votò tre salve d’applausi ad onore dell’opera di Haendel e de’ suoi esecutori. All’istante la sala risuonò a tre riprese d’un rumore eccitato dal più vivo entusiasmo. Siccome in Francia le persone che amano la musica amano ancora più la danza, non bisogna lasciar sotto silenzio che all’indomani un gran ballo fu dato nel medesimo locale clalla città di Màgonza, e che questa festa danzante fu assolutamente degna della festa musicale: non vi erano come da noi, delle pompose toelettes, non si vedeano quasi che delle giovani e belle ragazze vestite di bianco, ma io credo che la gioventù e la bellezza valgano bene tutti gli adornamenti. Un’altra particolarità musicale sovra Magonza ^ ad ogni mattino si veniva risvegliati da un coro di tromboni, posti sulla parte più elevata del duomo, conosciuto dagli artisti come uno de’monumenti più beili delle rive del Reno. Questo coro aereo, e per così dire celeste, eseguiva il corale: ìVie fekoen leuchtet uns der Morgen. Cosi dappertutto la musica, e dappertutto impiegata con intelligenza. Addio. F. B. Laurens. STUDJ BIOGRAFICI AEESSI© PRATI Ogni città deve nel suo particolare ceI lebrare la- memoria de’benemeriti ch’ella ‘ produsse nella bell’arte musicale,,non già Ì come vanto di borioso onore municipale, ) ma bensì coinè una porzione di quel tanto, die ciascuna è obbligata a contribuire nell’associazione delle città tutte d’Italia. Le storie letterarie non passano al certo sotto dimenticanza i nomi di molli, che o pel canto, o per l’arte del suono, o per la composizione contribuirono distintamente all’onore della scena italiana. ÌNè Ferrara ha certamente da rimproverarsi di avere poco contribuito a generare e maturare la gloria musicale degl italiani. Ed abbenchè Guido fosse di patria aretino, fu però monaco nel convento di Pomposa, terra del ferrarese, ove, neM 022, diede esistenza alla musica col trovare l’espressione delle sei note sopra l’inno di Paolo Diacono «ut c/ueant laxis» e v’introdusse le terze maggiore e minore, lasciò sussistere l’ottava e la quarta, e rigettò la quinta siccome troppo dura. In Ferrara visse quell’Afranio pavese detto Ambrosio, canonico della Cattedrale, il quale inventò il fagotto, islrumento poscia così bene suonato da maestro Tommaso Bambasi ferrarese. In questa città gli Estensi fondarono una delle prime scuole di musica clic ebbe per.professori Josquino de Près, Adriano "Villvert, Cipriano de Rove. e gli altri fiamminghi di quell’epoca, de’quali Leonello ed i suoi successori -ebbero piena la corte. In Ferrara nacquero e furono rappresentati i primi drammi lirici, Y Egle dèi Giraldi con musica di Antonio dal Cornetto, il Sacrifizio del Beccari, l’A refusa di Alberto Lollio, lo Sfortunato dell’Argenti colle note di Alfonso dalla Viola, La Dafne e l’Euridice del Rinuccini, coi recitativi del Cacciiii. li Egle fu rappresentata nel 4545, il Sacrifizio colle altre, di Alfonso dalla Viola, dal 1354 al-1507, Y Euridice nel -1000. Sotto il regno di Alfonso II, e delle sue sorelle Anna e Lucrezia gentili cultrici della musica si radunarono in Ferrara i più celebrati maestri nell’arte, Alessandro Milleville, Ercole Pasquini. Luzzasco Luzzasclii. Girolamo Frescobaldi, Lodovico Agostini, Domenico Bastamonte. Giuslierto Bolduchi, Ippolito Fiorini. Cesare Ferfuzzi. Innocenzo Alberti. Francesco Arrigoni, Stefano Arrivieri, Giulio Giusberli, detto l’Eremita, Paolo Isnardi, Filippo Nicoletti, Ercole j Serraglio, Sulpizio Pombesi, Francesco ed! Alfonso della Viola, tutti ferraresi di grande i rinomanza in que’tempi, parte maestri di! Cappella, parte cantori e suonatori di stru- j menti, c parte scrittori di opere musicali.: Tra la sfera dei cantori di drammali- j che poesie fu Girolamo Frescobaldi orga- j nista di S. Pietro in Roma. il quale ac- 1 crebbe l’arte di nuovi modi che fu lo j stupore di tutte le città d’Italia nel prin-; cipio del XVII secolo, e datosi anche al; comporre, salì in tanta fama, che le opere j di lui formano tutt’ora l’ammirazione dei j dotti musicanti. Antonio Draghi, pure ferrarese, fu maestro di musica in corte del-; l’Imperatore Leopoldo-’ circa il 1652. Le i sue opere teatrali furono assai apprezzate dagl’intelligenti. Ed a somma gloria conta Ferrara fra j suoi concittadini Arcangelo Corelli nativo! della terra di Fusignano, grande suonatore e perfezionatore del violino, che per opera sua divenne re dell’orchestra, che primo pose movimento nel basso, e per tutta Europa‘è riconosciuto quale restauratore della musica, le cui opere saranno per sempre modelli della scienza annonica per la grandiosa semplicità, e per la maestà melodiosa degli accordi, allargando con tali mezzi i confini, che nessuno avanti di lui seppe cavarne tale profitto da mutare lutto il sistema dell’armonia, incominciando quella perfezione che oggi si vede. Lucrezia Agujari fu cantante celebratissima, e venne istrutta nella musica dal bravo maestro di cappella D. Brizzio Petrucci, e poscia, appresa che ebbe l’arte di regolare e perfezionare la natura, percorse i principali teatri d’Italia, di Francia e d’Inghilterra, che per la nitidezza e flessibilità di una voce estesissima, formò nella breve sua carriera della vita le meraviglie di tutti i teatri. E finalmente in Ferrara nel -1750, alli 19 di luglio, ebbe i natali il rinomato maestro Alessio Prati, che meritossi un rango fra i Cimarosa, i Sarti, i Paisiello ed i Guglielmi, e nella stessa finì di vivere il giorno 17 gennajo 1788. La musica teatrale cresciuta e fattasi bella nelle mani dello Slradella, del Carissimi, dello Scarlatti, del Porpora, del Vinci, del Leo, del Durante, del Pergolesi. del Galuppi, del Piccini, del Saccliini, giunse al grado di perfezione sotto il Jomelli, che fu il più celebre maestro che mai veduto avesse l’Europa. Tale era la condizione della musica drammatica, quando Prati entrava nell’arringo, favorevolissima in quanto agli ammaestramenti che da tanti sommi poteva ricavare. difficilissima a chi andasse in cerca di gloria per segnalarsi fra la schiera dei molti compositori. Studiò il Prati i primi elementi della musica in patria sotto il Marzolla maestro di cappella della Cattedrale che ne fece favorevolissimi pronostici. In età di diciotto anni passò a Napoli nel R. Conservatorio sotto valenti maestri, fra quali basta nominare il Piccini, e vi rimase sei anni studiando sempre con ardore, passati i quali terminò ì suoi studj. Sortito di Conservatorio si portò a Roma sotto la direzione dell’abate Speranza contrappuntista molto rinomato, onde apprendervi i misteri più nascosti della scienza, e l’arte di scrivere per la chiesa, di cui Roma fu sempre maestra. Ei fece grandissimo studio sulle pagine di questo illustre compositore, e rivestì di miglior colorito gli stessi disegni del suo maestro, che in capo a dieci mesi gli disse «or va, eli è lu sei proprio un maestro». il giovine Prati, bramoso di acquistar fama, nell’anno 4775, tornò in Napoli e colà imbarcossi per la Francia e giunse a Marsiglia sprovveduto di tutto, senza conoscenza o relazioni di sorta, ignorando perfino la lingua. Ma, poco dopo il suo arrivo, ebbe a congiuntura favorevole di mettersi in relazione con un italiano professore di contrabbasso, il quale conoscendo che il giovine Prati era maestro, gli proferì di scrivere un pezzo musicale da eseguirsi in una sacra accademia solila a tenersi ogni venerdì sera. Venne il giorno e la musica piacque fuor di misura, per cui con questo mezzo si procacciò l’amore dei Marsigliesi:, ed èssendo il Prati anche eccellente suonatore di cembalo e buon cantore, queste qualità gli divennero utili per dar lezioni di musica. Due anni stette in Marsiglia, passati i quali si recò a Parigi, dove in allora teneva il campo della mu- li sica il celebre Gluck. Anche colà si acco- <5 modò come maestro di cembalo e canto, m scrivendo piccole cose secondo se gliene offeriva occasione. L’indole dolce del Prati, Il tutta spirante una flebile melanconia, mal m [p. 85 modifica]si adattava colle fiere idee della ti’agedia ì lirica del Gluck, onde le opei’e sue facevano. un bel contrasto, colla musica forte e terrij bile di quel sublime alemanno. Ma sebbene O il Prati camminasse per diversa via da quella che in allora era in grido, lungi dal rimanere oppresso, surse anzi in voga entro breve termine, e più si accrebbe il suo nome quando gli fu dato sottopoiTe alla Semiramide del Metaslasio la musica, la quale gli procurò il merito di sedere fra i più eletti ingegni che abbiano onorato l’arte in quella età così fortunata e feconda di genj musicali. Quest’opera ha sempre riempiuto di ammirazione e di diletto il volgo ed i dotti, talché anche al giorno d’oggi è uno dei capo-lavori che nel grande Conservatorio di Parigi viene dato a modello fra le mani dei giovani compositori. Molte altre opere scrisse pel teatro Italiano, tra le quali fu assai applaudita la Ifigenia in Aulide. Sci-isse pure non poche messe ed altra musica sacra per la cappella di corte. Nè $olo in Parigi stette rinchiuso il suo nome, poiché fu il Prati sovente chiamato in Olanda, a Ginevra ed a Monaco per iscrivervi musiche teatrali o da chiesa. Nel 1781, da Paolo, Imperatore di Russia^ fu invitato a Pietroburgo. Colà acquistò il suo maggior titolo di glox’ia, come ristoratore di un genere spento lino dal secolo XYI, ed inventore nel medesimo di grazie sconosciute e veramente originali: voglio dire la musica che altre volte chiamavasi da camera;, madrigali, notturni, canzoni amoi’ose, romanze, ecc. Il Prati a bella posta creato dalla natura per questo genere, lo i-isuscitò dopo quasi due se-; coli, per servire all’imperatrice Maria Federowna. Erano le composizioni predilette del suo cuore, perciò quelle ove riuscì più eccellente di quanti lo precedettero. e fu uno dei più ì-omantici maestri italiani. Da quanto possiamo conoscere, a Pietrobui’go non scrisse che due opere teatrali e furono due oratorj del Metastasio, G io aire di Giuda, e Giuseppe riconosciuto, lavori che entrambi gli acquistarono sempre più fama di esimio compositoi’e. Tei-minati i suoi impegni alla corte di Pietroburgo, nel 1782, venne a Varsavia dove fu maestro della duchessa di Curlandia, e parti in seguito riportando 0110ri, regali ed applausi. Fece il giro della Germania, andò in Prussia, in Sassonia,: a Vienna, in Baviera, e da per lutto furono conosciuti ed onorati i suoi talenti: e comechè in Monaco fosse stato di circa due anni preceduto dal celebre Mozart, il quale avea colà scritto 1 ’ Idomeneo^ tenuto per uno de’suoi capolavori, pure XAnnida abbandonata del Metastasio e le opei-e da chiesa, e più le inarrivabili romanze dell’Italiano, piacquero tanto alla corte, che ne fu nominato maestro e ricolmo di favori. Sul finire del -1784, ì-itornava in Ferrara dopo un’assenza di diciasette anni, carico di ricchezza e di gloria. Contava già in cuor suo d’iustituire in patria un Conservatorio di musica, dove aveva fissato di terminare i suoi giorni nella cura dell’istruzione de’ giovani e nella tranquillità dei suoi studj-, ma una messa scritta hell785

  • pel di di S. Gioi’gio, e che tuttora sì rifi

pi’oduce in qualche solenne occasione, fu? causa di molte dicerie fra’suoi compatriot1 ti, non penetrati al certo dallo spirito m filosofico della composizione, per. cui venne tacciata di secchezza e povertà d’idee, la qual cosa tanto lo inasprì, che tosto si allontanò dalla sua patria in cuor suo assai disgustato. Portossi a Firenze, e colà scrisse la Vendetta di Nino e ne riscosse grandissimi applausi. Pel carnovale del 4787, fu scritturato a Venezia, ove scrisse il Demofoonte, opera che fece grande incontro. Tornato in patria si preparava a scrivere di nuovo il DemoJ’oonte da eseguirsi l’anno vegnente a Torino:, ma còlto da male di petto, dopo tre mesi di penosa malattia lini di vivere in età di anni trentasette e mezzo. Fu il Prati di ottimi costumi, buono cristiano, buon cittadino, e colto d’intelletto in modo non oi’dinario fra i compositori di musica. Bersagliato dall’invidia non mosse mai querela contro veruno: modesto ne’ suoi giudizj, superiore alla ìivalità, non negò i dovuti elogi ai grandi maestri suoi contemporanei. Egli era di mezzana statura, di color bruno tendente all’olivastro, ed abbastanza ben complesso della persona, pulito ed amabile. r „:.1 i T»— ..: • j:.*: La musica dei Prati si distili e per uno stile suo proprio, per l’indole malinconica che in essa spira, ed è ad ammirarsi il suo ingegno, perchè,malgrado la sublimità a cui l’arte era salita, egli seppe trovare un campo ove ottenere la palma, non che la via di segnalarsi notabilmente in ogni genere di composizioni, che tutte sentono l’impronta di una straordinaria delicatezza e danno a scorgere gli slanci del genio. F. B. CRONACA DEL TEATRO RE DKAjm VTICA CO VII*AtiìVl A FRAJVCESE Questa Compagnia Francese diretta da mons. Alexandre, caratterista il cui merito è già conosciuto fra noi, 6 senza dubbio migliore della sua fama, quantunque non annoveri sotto le sue bandiere nessun artista veramente distinto; c se la buona intenzione di dare un repertorio piuttosto nuovo non perdesse molto del suo merito in grazia della scelta di alcune produzioni insignificanti c leggierissime anziché no, sarebbe una: vera ingiustizia quella del nostro pubblico di lasciarla, come fa, in abbandono. Vogliamo dire che, se il complesso degli artisti pende di soverchio all’aurea mediocrità, questa mediocrità si rende anco vieppiù sensibile in grazia del nessun appoggio ch’ossi possono, trovare nella sostanza delia maggior parte dei componimenti che rappresentano, poiché nelle poche cose di qualche pregio da essi fatte diedero a divedere non solo di non guastare, ma seppero eziandio cattivarsi giustamente la benevolenza degli spettatori. Chi ha pentito Patitine ou Sail’on qui gouverné? La Demaiselle à marier, Lo. I.ion amoumix, Le Proces criminet, che ci pare siano le migliori o meno deboli produzioni,stale rappresentale, si metterà dalla parie nostra perchè avru trovato, ne siamo certi, la signora Dclarochc-Stcfani un’attrice intelligente. piacevole, di garbo, la signora Grassau, aulica nostra conoscenza, una valente duiìgne o madre nobile caratterista, non si sarà mostrato malcontento dei signori llonis, Perret c Gaston, ed avrà fatto volonticri conoscenza col signor Darbel clic forse ricorda un poco Alessandro Mauzin. Anche il bel visino di madamigella Thuillier non é cosa da disprezzarsi, 6’ se recitasse con un po’ di fuoco sarebbe meglio ancora; di fuoco ha pur bisogno madama Duvernoy attrice di bella apparenza. Ma in complesso anche questi attori come tutti gli altri loro colleglli da noi veduti, hanno dal primo all’ultimo il bel pregio di procurar di raggiungere l’esatta imitazione del vero senza mai dare nelle più piccole smanie, ed in quelle benedette grida ed alzale di voce clic rompono o, direni meglio dilaniano il timpano dei galantuomini. Ah sì, saremo dalla parte del torto, ma in quanto a noi, preferiamo il difetto (che é un vero difetto) di parar troppo sottovoce, a quello ben peggiore d’assai di parlare come se dal pergamo si parlasse ad una assemblea di sordi! Si fa parola, e noi giornalisti lo abbiamo anche annunciato sulla iedfc dèi manifesti, che qualche attore di maggior rilievo deb- f i*“"ì a questa compagnia prima che termini il j di recito, ma nulla possiamo dirne ai «i positivo, se non chi ’ che ciò tornerebbe di utilità agli interessi del signor t Alexandre, massime se con qualche attore ili polso potesse egli trovar modo di accrescere anche l’importanza del repertorio (1). Ci resterebbe? a parlare dei meriti musicali di questa compagnia, che rappresenta, come é noto, quasi sempre Vaiatevi Ilei, ma per un giornale come il presente, il cui priueipal argomento é appunto la critica musicale, noi non ci reputiamo da tanto, c crediamo prezzo dell’opera il rimanercene silenziosi. G. I. (1) Ora possiamo dare per cado che due nuovi attori si uniranno quanto prima alla C.ompagnia del sig. Alexandre; sono questi: mons. c mad. /ladingue. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE - S. M. I. R. A. con Sovrana Risoluzione dell’S le scienze, la Croce di Cavaliere del Reale u belgico di Leopoldo, c l’Ordine ducale della Casa Sassone Eriicstiua. — Micino. Lunedi sera, attratti da un avviso che annunziava l’esecuzione di un Misererò in musica, e ) nella chiesa di S. Giovanni alle Case Rotte; ornò lo Stabat A/a ter-, noi, clic già da più n vaino ansiosi di bearci nuovamente con quei magici concepimenti. Essi non più erano associati alla monotona lamentazione di Fra Jacopone da Todi ma, da non so qual mano, oratisi alla meglio adattati al cinquantesimo salmo di David, in modo clic (11011 volendosi tener conto dello parole ) sembrava non derivarne alcun altro sconcio, se non quello di aversi dovuto affidare al tenore ed al basso ciò che in origine crasi immaginato per voci bianche, e d’esscrnc necessitate non poche punlaturc. Non diremo che l’esecuzione vi fosse perfetta: la varietà di colorilo, la precisione nelle misure si facevano desiderare, i cantanti c l’organo troppo fortemente facevano il loro offizio: ma con tutto questo uscimmo profondamente penetrali, c da mollo tempo nelle nostre minori chiese non udimmo melodie clic meglio al tempio d’iddio convenissero. Dovremmo parlare di una messa di recente con solennità ad ogni suo movimento avrebbesi potuto a tutto dritto applicare l’epiteto di teatrale!!! Fossa presto sorgere chi abbia a ridonare alla nostra musica sacra quella maestà c quella mistica espressione che servono a conciliare un devoto raccoglimento! — 11 Messaggiero torinese, nel suo numero 17, coniparte lusinghieri clogj al maestro Adamo Federico Alary, allievo dcH’csimiif Mayr. per aver accompagnato il canto dei fedeli nella sera del venerili santo di una musica soavemente melanconica qual,siaddiccva alla circostanza, e sparsa di molta inspirazione c dottrina. — Anche a Barcellona si è eseguito lo Stabat di Rossini. L’ammirazione pel capolavoro giunse al colmo. Marini colla tonante sua voce, c la Brambilla colla energica sua espressione, operarono meraviglie. — Notizie diverse di /toma. — Allo Scaramuccia nel teatro.Metastasio subentrò la nuovissima opera del maestro Aspa intitolata Paolo e Virginia, melodramma espressamente scritto dal chiaro poeta Ferretti. La musica, al dir di quei fogli e di corrispondenze particdlari, s’ebbe un brillante successo, e quasi tutti i pezzi vennero accompagnali da unanimi fragorosi applausi. • Nella parte vocale ed istrumcntalc di quest’opera, in cui in bel modo si conciliò la scuola antica colla moderna, v’è fuoco, vita, passione c novità: cosi ci si scrive; i pezzi che meglio piacquero furono due duetti fra la Olivieri c Rcbussini; un magnifico largo che precede il finale, così pure il terzetto fra Luzio c le due or citate cantanti,, un quintetto che ha una stretta felicissima, ed un altro terzetto a tre uomini, nel quale il Luzio alla prima rappresentazione 11011 ‘ha potuto far spiccare abbastanza la preponderante sua parte, essendo alquanto indisposto. Nella seconda sera il Paolo e Virginia é cresciuto nel favore del pubblico. Aspa venne assai festeggiato; Ferretti lodato per le interessanti situazioni, ed.i cantanti andarono di bene in meglio». — Giuseppe Grassi diede una mattinata musicale il 2i scorso, di cui quella Rivista così ragiona: ■ Bastò la prima fantasia a far conoscere come il sig. Grassi sappia elevarsi al di sopra de’più distinti violinisti, c come con una maestria tutta sua riesca a superare le più ardue difficoltà. Vigore neV archeggiare, boll’nccop■! ” straordinario forte col piano il più dcli, mio di uj calo, uno slancio nell’allegro,’ un’esecuzione di adagio che sorprende; 1111 ardilo uso del pizzicalo, uu’ abilità compiuta nel suono polifonico, uno spiritoso scherzare con ogni modo artifìziale del suono,-Ceco le rare, prerogative clic distinguono il sig. Grassi e che lo pongono meritamente a fianco de’ primi violinisti del «giorno... — Anche il cav. Vincenzo Bianchi, rinomato violinista e della Lucia furono i pezzi ove ebbqia n I [p. 86 modifica]) quel pezzo? Tutti sanno che un concertista di violino,! per poco abile ch’ei sia, deve saper suonare a due, a i tre corde, c perciò riesce ridicolo l’annunziarlo in pre( vcnzionc. — Preceduti dalle più esagerale giornalistiche ( relazioni si produssero a Roma il celebro cav. Bochsa I c la signora Bisohp, ed ivi pure trovarono enfatici proclamatori. Più valente arpista di Bochsa mai si presentò a quel pubblico. Sulla sicurezza d’intonazione e sul metodo di canto della Bisohp le opinioni degli intclligonli non furono troppo concordi: il fatto si ò che buona parte dc’bencvoli spettatori,entrati nei teatro Valle nelle sere del 22, 23 e 26 p. p-, la festeggiarono con entusiasmo; c la sopraccitata Itivista le consacrò un lungo articolo in lode. Possa averlo pienamente ineritalo. — Vknkzia. Il sig. Samuele Levi ha diretta alla Presidenza del Gran teatro la Fenice la generosa esibizione di scrivere per Tanno prossimo la musica per un’Opera seria pel detto Teatro, alligando la condizione al premio di italiane lire mille, da erogarsi a beneficio dei patriiistituti per la povera infanzia; la quale esibizione venne pienamente accolla dalla Società proprietaria del luddetto Teatro nella convocazione del giorno 19 marzo. {Dalla G. P. di Pene zia) — Firenze. 11 giorno 25 delioscorso aprilo, lord Orlando Slandish, mecenate della musica, cessò di vivere per un colpo apoplclico. — Vienna. 11 29 si diede, per la prima volta, In Prima Donna, operetta in un solo alto del maestro Malico Salvi. Vi sono alcune belle melodie, comunque non nuove, il tutto 6 ben insirunicntato, e qualunque pezzo fa vedere un talento di miglior specie. Del resto questo giovine compositore, che per la prima volta scrivo pel teatro, ebbe anco la fortuna, di affidare la sua musica a valorosi cantanti, come la Tadolini, Salvi c Rovere, c poteva già andar lieto anticipatamente di un semi-successo. Un duetto fra la Tadolini e Rovere piacque in modo particolare, e la sua stretta, un bellissimo walzer, ebbe perfino l’onore del bis. Il libretto del signor Guaita, il quale da alcuni anni fa qui dimora, é fatto con abilità discreta. (Gazz. teatrale). — Le sorelle Milanollo diedero il loro terzo concertò il giorno 30 aprile, ed eccitarono entusiasmo còme nei due precedenti. {Pedi più avanti) — Scrive la detta Gazzetta csserè giunto a Vienna, proveniente da Milano il celebre violoncellista Piatti. il quale si farà sentire in un’accademia Avi) orcllc Mi— {Dalclteradi Piemia)-Abbiamo udito le sorelle... lanollo, che già percorsero le principali città d’Europa eccitando dappertutto un illimitato stupore e delle quali può gloriarsi non solò il Piemonte, ove nacquero, ma ben anco tutta Italia. Non potremmo abbastanza dire quale piacere e quale entusiasmo domenica scorsa esse desiarono. La maggiore di appena li anni, che si potrebbe però credere anche più giovane, eseguisce i concerti c le più difficili composizioni di Wieuxtemps, Bériot, Mayscdcr con una precisione mirabile, senz’alcun stento; e con una straordinaria espressione. In una fantasia di Lafont sulla Muta di Portici cavò le lagrime c fra la commozione generale dovette ripetere un cantabile che nessuna voce umana avrebbe potuto meglio rendere. L’altra sorella di nove anni circa per la forte cavata e per la sua arditezza sorprese tutti quanti nella sesta Polonesc di Maysccder: la Teresa, di cui è scolara; I’ accompagnava col violino ed era una cosa assai interessante vedere come la seguiva coll’occhio e come la sua bella e sentimentale Usonomia si rischiarava allo scorgere il pubblico prorompere in applausi. Per ultimo que’ due angioli eseguirono un ducilo concertante por due violini di Dancla si perfettamente che a voto unanime tutti gridarono: al prodigio. La maggiore delle Milanollo, considerata artisticamente, fra i violinisti più celebrati dell’epoca, teme ben pochi rivali per bravura, forse supera tutti per anima ed accento. La quarta accademia delle due le sorelle Milanollo ebbe luogo il giorno 3 maggio, e quantunque I csccu a (sorella maggiore) fosse alquanto mcn a nessuno il primo gran premio. Il sig. Duvcrnoy riportò il secondo: c questi un giovane di 22 anni, allievo di Halcvy. Il sig. Marchaud, allievo di Fétis, ottenne una menzione onorevole. — Il celebre violinista Ernst ottiene degli immensi successi a Copenaghen; egli e stato nominalo membro onorario della Società musicale del Nord della Germania. — Dopo la sua partenza da Berlino, Dòhlcr ha dati due concerti a Francfort, due a Magdcburgo, quattro ad Amburgo c due ad Altona. Ora egli si trova a Copenaghen, ove ha cominciata una serie di concerti, di cui non si conoscono ancora i limili. Passerà quindi a Londra, ove conta di trattenersi per tutta la stagione. — A Bucharcsl il FreysclMz di Weber ha fatto fiasco. I giornali di quella città chiamano barbara la musica di questo spartito. È proprio il caso di dire, l’epiteto resta a voi, giacché noi non faccettiamo. — Il Re di Grecia conferì a Rossini l’ordine del Salvatore. — Ferdinando Hiller terminò l’opera il Mugnajo e suo figlio, che deve essere rappresentala a Francoforte. — Un Mozarleum c stato formato a Darmstadt sotto lu direzione del signor NcukeulTer. Nel primo concertò che si diede da quella nuova società, non si esegui che musica di Mozart. — A Weimar l’opera di Sloc’r, la Fuga, non ottenne — A quanto dice la Gazzetta Musicale di Vienna nello spazio di cinquantanni si rappresentarono in questa città 67 Opere tedesche di trenta diversi compositori, 13 delle quali fecero liasco, 30 ottennero un mezzo succcsso; e 24 furono accolte con fanatismo. — Si innalzò a Praga un teatro per rappresentarvi delle Opere in lingua boema. Si speravano delle Opere nuove, scritte appositamente su libretti boemi, ma fino ad ora non si ebbero che delle traduzioni di Opere francesi, tedesche ed italiane. — Si pubblicarono in Germania tre minuetti di tre epoche diverse; l’uno è di Lulli; e risale al Ì646, l’al— I dilettanti di Londra hanno delle maniere alquanto basse. Ad un concerto dato dalla Società dell’armonia sacra, miss Novello, avendo rifiutato di replicare un pezzo che le veniva richiesto, fu l’argomento d’una delle più violenti ostilità. Avvertita in tal modo, essa mise in un’altra occasione la maggior premura nel ripetere un pezzo, che I’ esigente uditorio volca udire due volte. — In conseguenza di alcune scene scandalose che ebbero luogo in qualche chiesa di Madrid, si sospese l’esecuzione dello Slabat di Rossini clic dovea aver luogo alla Madonna del Carmelo, ed a cui dovevano prender parte le principali notabilità artistiche della capitale. — Al Liceo di Madrid, una piccola celebrità violinista di sci anni, il signor Jesus Monastcrio, ottenne un furibondo successo. L’orgoglio spagnolo vede già in questo rovinalore di corde un nuovo Paganini. Le signore se lo rapiscono e sono ambiziose di tenerlo per più tempo clic possono sulle loro ginocchia. I giornali s’occupano già del suo spirito ed a questo proposito narrano, che interrogalo se fosse contento degli applausi ricevuti rispondesse: - Sì, sono contento degli applausi, ma queste signore mi hanno provveduto di dolci per venti anni - Se questo è dello spirito, ci sente detestabilmente il latte delia nutrice. Nuovo e Vecchio Sotto questa rubrica la Gazzella Universale Musicale di Lipsia del 26 p. p. contiene il seguente articolo: «Nell’anno scorso si lesso in più fogli pubblici la nomina di Mcyerbccr, direttore generale di Musica di S. M. di Prussia coll’annuo emolumento di 30U0 talleri (4500 fior, austr.), e di Donizctli maestro di cappella di Corte dò S. M. l’Imperatore d’Austria coll’annuo emolumento di 4000 fiorini, c entrambi col permesso Nl’OVE PUBBLICAZIONI MUSICALI DEI.L I. B. STABILIMENTO NAZIONALE PUIVILEG.° di GIOVAMI RICORDI. o entusiasmo colle sue variazioni di Queste artistc davano il 6 maggio la loro quinta aesposta ed c Mayseder. — Rubini va anche cgli’a Pietroburgo, da dove per la via di Odessa pensa di recarsi a Costantinopoli, tonando indi per mare ad Ancona e da Ancona * ” — nella bergamasca sua patria. {Gazz. teat.) — Parish-Alvars, dopo la sua partenza da Berlino, ebbe l’onore di suonare il 12 aprile alla Corte di Gota, c si trova attualmente a Francoforte, dove darà più accademie; di là parte per Darmstadt, Mannheim, Carlsruh, Stangarci. Al principio dell’inverno va a Parigi, poscia a Londra. — Passini piacque molto a Weimar, e partì per Dresda c Berlino. {Gazz. Mus. Pien.) — Thalbcrgsi ferma a Vienna sino a tutto giugno, indi pensa di andare in Inghilterra, da dove vuol imbarcarsi in agosto a Liwerpool per l’America, e dopo aver passato un tempo nel Nord di quella regione, viaggerà anche una parte dell’America meridionale. — II maestro Lindpaintner ha instrnmentato i 50 Salmi di Marcello. Fra poco se ne pubblicheranno 42 in forma moderna presso un editore della Germania settentrionale. {Gazc. Mus. Pien.) — L’accademia di belle arti a Parigi ha giudicato il concorso di capiposizione musicale. Il soggetto del con, corso era una cantata a tre voci, assai sviluppata, del, marchese de Pastorei, ed intitolata le Chevalier enchanté. i Questa offriva un bell’argomento, ma assai difficile da trattarsi. L’Accademia ha deciso che non si potea dare Nella Gazzetta Musicale /leale di Spira del 4788 N. 2, leggesi che Galuppi ebbe dall’Imperatrice a Pietroburgo, all’occasione dell’incontro clic la sua Didone abbandonala fece sui teatro di quella capitale, una scatola guarnita di diamanti con 10uu zecchini, col grazioso complimento, essersi trovato tal rogalo per lui nel testamento di Didone. La prima donna Colonna ebbe un anello di brillanti del valore di 1000 rubli. La stessa Gazzella Musicale nel suo N. 4 scrive, in data di Berlino 8 febbraio: essersi rappresentata la nuova opera Andromeda del maestro di cappella Roichard, colla Maggior magnificenza c con islraordinurio applauso. S. M. il Re, il quale assistette a tutte le prove, accrebbe l’annuo salario del suo maestro di cappella di S00 talleri (4200. fiorini). Il medesimo foglio nel suo N. 1 riferisce da Vienna in data 42 febbraio, S. M. l’Imperatore ha nominato suo maestro di cappella coll’annuo salario di 800 fiorini il sig. Wolfango Amadeo Mozart, al quale dobbiamo tante eccellenti composizióni. La stessa S. 51. regalò ni maestro Salieri in occasione della rappresentazione del suo Assur 200 zecchini (900 fiorini) cim annuo stipendio di 300 zecchini (1350 fiorini), lìecapitolazione: Galuppi riceve per la sua Didone un regalo a parte di 4500. fiorini oltre una scatola di brillanti; Reichard riceve in occasione della sua Andromeda un aumento annuo di 4200 iiorini; Salieri riceve pel suo Assur un regalo di 900 fiorini c un emolumento annuo di 4350 fior.; Jlozart riceve nel 1788, dunque tre anni prima della sua morte, 800 annui CoStour le Piano §e ’FHA.LB1R© SBREHADB itone le Violoncelle aree accotnsiagnetnent «le Piano SUR DES MOTIFS DE LDPÉRA EE CODE ADIR de CEAPISSOS ap. xsum&SE J46J9 Op. 31. Fr. 4 25 SEI MELODIE ITALIANE GIÀ COMPOSTE PER UNA VOCE. ED ORA TRASCRITTE iter Pianti forte solo TEODOBO DOHLEB 44623 N. 4. Il Pianto dell’Amante. Fr. 1 25 14624 • 2. I.a /limembranza...»4 — 44625» 3. L’Afflitta» 1 — 44626 • 4. A Mezzanotte * 1 2» 44627 * 5. Il Dolore» 1 — 14625 • 6. Il Gondoliere fortunato.» 1 75 Unite in un sol volume» 6 — IL MESSAGGERO MUSICALE PUBBLICAZIONE PERIODICA DI per Psanoforte sopra molivi delie vOpcrc’teatrali più recenti 14441 N. 7. Impromptu sur la SAFFO de Paeiui.... Fr. 5 25 14442 n 8. MARIA D»AWIEEA. Romance varice... n 5 — 14445 «9. Capriccio sopra molivi dell’Opera MARIA P ADULILA» 5 — KB. f precedenti C pezzi son già pubblicati. i&pmimis DE USD! Di CHAUOMIZ DE €3. DOSIZETOT Pantaisie brinante stona- Pione. DnSV I. EE. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e T2]p3grafia Masticale di GIOVASSI RICORDI Contrada degli Omenoni N. 4720.