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GAZZETTA MUSICALE ANMO II. domenica N. 20. 14 Maggio ’1845. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica c moderna, destinali a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà AsDI MILANO • La musique, par des inflexions vives, accentuées, et• pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • J. J. rtOVSSEJU. ed effett. Aust. L. 14 affrancata di porlo fino ai contini della Mon’arclìia Austriaca: il doppio per l’associazione annuale. — I.a spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio incordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa liicordi, contrada degli Omcnoni N.° 4720; all’estero presso i principali negozianti di musica c presso gli Uffici postali. — Le lettere, i gruppi, cc. vorranno essere mandali franchi di porto. LETTERA MUSICA3VTE E PITTORE Sopra alcuni artisti c sull’arte in Ciermania (Dalla Franco Musicale) ’lato di un gran numero di perr ^ wBfìSone che non cercano e che non ’^potranno toccare altra meta niella musica tranne una frivola sfeffcffWgpSft distrazione, a lato di coloro che impiegano tutte le loro facoltà a fare dei giuochi di destrezza e di mestiere, debbo per forza formarsi una classe di amatori, che aspira a più nobili godimenti. Allorché si è giunti a possedere qualche erudizione musicale, allorché la memoria é arricchita da alcuni capi d’opera di antichi maestri, si è costretti a desiderare ed a imaginare un mondo musicale migliore di quello, nel quale si vive in Francia. Si è allora ben persuasi chè Parte può essere più potente, più solenne che non lo sia fra le quinte del nostro teatro:, e ciò che alcuni uomini di gusto possono ideare a questo riguardo si realizzerà in Francia ad un’epoca che non può essere molto lontana-, frattanto, e già da più anni, la Germania ci mostra la meta, i mezzi, ed i più magnifici risultati. Quando l’amicizia mi fa un bisogno di palesarvi quali sieno i miei studi,, le mie osservazioni, ed i miei godimenti nei’paesi tedeschi, voi potrete pensar forse che la mia! debole voce valga ad animare qualche musi- j cante, ed a accrescere il numero di colorò che si sentono la missione di migliorare i nostri costumi e le nostre istituzioni musicali. Io vi do dunque il pei’messo di pubblicare la serie di lettere che conto di scrivervi, e comincierò da oggi col raccontarvi in qual modo le arti abbiano abbellito le feste del congresso scientifico di Magonza nell’ultimo settembre.. Noi, in Francia, sappiamo che Haendel è un gran maestro, presso a poco come j sappiamo che Newton è un fisico illustre;? ma sopra cento dilettanti non ve n’ha l forse uno che abbia letto una pagina del I; 1 vecchio maestro. Frattanto ecco ciò che si j; ha il modo qualche volta di osservare quando si tratta di uomini come Haendel. Un giorno che le Gazzette diranno come Musarci farà eseguire il famoso Oratorio il Messia, un dilettante compra lo spartito di quest’Opera, invita due o tre amici intorno al piano; la parte del soprano è cantata da un tenore, quella del contralto si omette, oppure un basso procura di cantarla; l’uno stuona, l’altro non va a tempo, e dopo aver consumata una mezz’ora in questa pretesa lettura, si decide all’unanimità che il Messia potrà essere un’opera dotta, ma che non vi sono canti graziosi. Lo spartito è seppellito in una biblioteca, la polvere lo copre col mistico suo velo, é ciascun dilettante ritorna alle. sue romanze, ed alle arie favorite dell opera. In Germania si sa meglio come debba riguardarsi Haendel; si sa che è impossibile di voler eseguire qualche cosa di solenne e di colossale senza ricorrere alle composizioni di ist’antico maestro. Si conta talmente sulla costanza della grandezza, che si è scielto per la festa musicale del congresso il più ignoto dei suoi oratorii, Baldassare, composto precisamente tre anni dopo il Messia. Questo fu cominciato il 25 agosto 17-44, ed eseguito il 12 del seguente settembre, Baldassare cominciato il 24 agosto 17-44, non fu eseguito che il 24 settembre. Il primo di questi oratorii non costò adunque che venti giorni circa di lavoro, ed il secondo un mese. Allorché si riflette che quest opere si compongono quasi interamente di cori fugati a 4, a 5, ed a 6 parti si resta confuso pensando ad una tale rapidità di concezione e di esecuzione. Bisogna dire altresì come si giunge e come si opera ordinariamente sulle sponde del Reno, per riunire il numero d’esecutori necessario a questi Jestivals: ciò sarà assai istruttivo per noi, clie non possiamo radunare quattro cantanti per leggere della buona musica. Il direttore della società di canto del luogo dove si farà la festa musicale, invia degli spartiti e delle parti staccate alle società di varie città più o meno lontane, coll’invito di trovarsi nei giorni indicati al luogo designato pella prova generale e peli’ esecuzione. Ecco ciò che vidi a Magonza. Alla mattina del giorno fissato pella prova generale, il cannone ad ogni momento annunziava l’arrivo delle società di canto,che venivano ricevute dai commissarii del congresso. Al suono d una musica eccellente, le signore salivano sovra carrozze preparate al sito dello sbarco, ed il cortegr il gio entrava in città fra i concerti delle arj monie ed a bandiere spiegate. Alle due dopo; il mezzogiorno settecento voci e duecento j cinquanta istrumenti si trovarono raccolti i e disposti sovra gradini, distribuiti ad an| fi teatro, al fondo dell’immenso mercato dei! frutti, elegantemente adornato per tale soli lennità. l| Le bandiere di tutte le città, nelle quali avevanogià avuto luogo delle riunioni seien! tifiche, le divise di queste città e gli sten; dardi -delle differenti società di canto, forj mavano dei trofei attaccati alle tribune. Il Tutto ciò avea un aspetto imponente. Poscia, allorché queste masse di esecutori fecero risuonare la sala con questa musica di Haendel si grande, si colossale, sì gigantesca, io mi trovai gettato frammezzo a quel nembo di emozioni, a cui avea sognato tante volte, quando leggeva nella solitudine gli spartiti del vecchio maestro. Pure un penoso pensiero sovente turbava queste impressioni che mi ammaliavano; m’era impossibile di vedere tanti dilettanti venuti da lungi e riuniti fraternamente peli’ onore di questa bell’arte, che essi I hanno il diritto di chiamare divina, senza pensare alla nostra Francia, ove tante sciagurate circostanze ci impediscono di nulla effettuare di simile. Se lo spirito d’aSso| dazione, se lo zelo di questi buoni tedeschi mi penetrava d’ammirazione, io non era meno costretto ad ammirare la loro il esecuzione. Si crederebbe che quasi lutti i; grandi cori fugati a cinque o sei parti fo.s:| sero eseguiti senza imperfezioni alla prima prova e che non si dolesse ripetere altro che alcuni recitativi? Una sinfonia di Mozart in do, destinata ad aprire la seduta, non fu eseguita nel giorno della prova che dopo l’Oratorio. Quest ordine di successione fe’ sembrare l’opera di Mozart debole di stile; però l’andante pieno d’una celeste dolcezza, non soffriva alcun paragone. AH’indomani questa sinfonia, suonata al principio, produsse un grande effetto. Essendo intieramente sconosciuto in Francia lo sparlilo del Baldassare, non si può parlare minutamente delle bellezze e del carattere di questo capolavoro. Io dirò soltanto, e ciò sembrerà abbastanza strano, che lo stile mi parve più vecchio di quello delMessia sebbene sia stato scritto tre anni dopo. Si scorgevano evidentemente nelle arie e neidueltileformolecaratteris.tichedella maniera e dell’epoca di Haendel. In ciò non v’è un gran male, anzi questo sigillo d’antichità! dà una maggiore maestà all’opera. Una tale ’| osservazione non può essere presa a maleche