Fisiologia vegetale (Cantoni)/Capitolo 7

§ 7 - L'acido carbonico assorbito è in relazione colla quantità dei materiali assimilati

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§ 7 - L'acido carbonico assorbito è in relazione colla quantità dei materiali assimilati
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§ 7. — L'acido carbonico assorbito è in relazione colla quantità del materiali assimilati.


Un’altra analogía, che ha la respirazione vegetale colla respirazione animale, la troviamo in ciò che l’assorbimento dell’acido carbonico è in ragione dell’alimento che le radici possono prendere, aumentando cioè o diminuendo a norma che i materiali nutritivi siano in maggiore o minore quantità. Questo fatto ricevette una conferma dalle recenti sperienze istituite dal Boussingault, allo scopo di mostrare l’influenza dell’azotato di potassa sulla vegetazione (vedi Journal d’Agr. prat. 5 décembre 1858), e che io qui riporto in un breve prospetto. Prese egli due vasi contenenti sabbia bianca quarzosa; vasi e terra furono lavati in molt’acqua per scacciarne i sali solubili, indi tutto fu calcinato al calor rosso. In un vaso pose due semi di girasole (helianthus), aggiungendo 0gr.,080 di azotato di potassa (salnitro), ed all’altro 0gr.,160: l’umidità venne fornita per mezzo di acqua distillata. [p. 23 modifica]

  Azotato di Potassa somministrato Azotato di Potassa assorbito Giorni di vegetazione Peso delle secche ritenuto quello de' semi Acido Carbonico decomposto per giorno
2 piante di girasole dell'altezza l'una di 0m., 31 l'altra di 0m.,26 0gr.,080 0gr.,045 89 10,1 Cent. cub. 8,7
2 piante simili dell'altezza l'una di 0m.,43 l'altra di 0m.,23 0gr.,160 0gr.,087 89 18,3 Cent. cub. 17,6

NB. Nell’ultima colonna posi Acido Carbonico decomposto e non assorbito, onde non alterare menomamente quanto venne esposto dal Boussingault.

Le succitate sperienze, a mio parere, dimostrano evidentemente il bisogno di una grande quantità d’acido carbonico, anche nel caso di vegetazione stentata qual’è la riportata, per modo che dovrebbesi rendere sensibile l’azione chimica decomponente delle foglie, quando realmente la compissero. E dimostrano una strettissima relazione fra l’ufficio delle foglie e quello delle radici, cioè che l’assorbimento dell’acido carbonico non fu in proporzione della superficie presentata dalle foglie, ma piuttosto in proporzione della quantità d’alimenti inorganici assimilati.

Inoltre, se l’assorbimento dell’acido carbonico aumenta coll’aumentare dei materiali inorganici terrestri servienti alla nutrizione, possiamo anche riconoscere ch’esso diminuisce quando questi materiali vengano a diminuire; e che cessa quasi interamente allorché più non esistano materiali, o che intervengano cause perturbatrici dell’assimilazione. [p. 24 modifica]

Osservate come si comporti una pianta posta ad un tratto a vegetare in sabbia pura, ove non trovi che una minima parte di quanto abbisogna pel proprio nutrimento. Somministrate alle piante sostanze inutili alla loro nutrizione, o che siano in condizioni difficilmente assimilabili, e vedrete le foglie soffrire od anche cadere siccome inutili, non avendo più un motivo da funzionare. Alterate la respirazione, togliendo in parte le foglie; ponete una pianta repentinamente ove non possa ricevere che luce diffusa; collocatela nell’oscurità, o in qualche ambiente freddo, e la nutrizione si troverà più o meno scemata, secondo la maggior o minor quantità di foglie levate, o secondo il maggior o minor grado di oscurità o di freddo. Grande è la differenza di vegetazione che passa fra una pianta cresciuta nelle stanze abitate o nelle serre, ed altra istessa che goda dell’aria libera; come diversa e la vegetazione d’una pianta che cresca in luoghi dominati dai venti e soggetti a forti balzi di temperatura, in confronto di quella che goda di una temperatura quasi uniforme, e d’un’atmosfera tranquilla. In tutti questi casi è la respirazione che viene ad essere modificata, ma è pure la nutrizione che si modifica a seconda di quella.

Lo stesso si verifica negli animali. Quando si diminuisca o si tolga loro interamente il cibo, i polmoni inspirano un’eguale quantità d’aria, ma la respirazione, ossia l’assorbimento dell’ossigeno, diminuisce o cessa affatto. Alterate la digestione per mezzo di sostanze che rendano gli alimenti meno intaccabili dal sugo gastrico, od alterate questo in modo che più non agisca normalmente su di essi, e vedrete immediatamente alterarsi la respirazione e la circolazione sanguigna, come ve lo proverà il freddo che invade il corpo. E questo complesso di sintomi può giungere a tanto da sospendere affatto la respirazione, e produrre l’apoplessia. — [p. 25 modifica]Procurate, in altro modo, che i polmoni più non possano agire normalmente, obbligando l’animale a respirare un’aria meno ricca d’ossigeno o proporzionatamente più ricca d’altro gas inetto alla respirazione, e vedrete immediatamente alterarsi le funzioni digerenti ed assimilatorie, in guisa da produrre disturbi gastrici, macilenze e perfino la morte, mostrando con ciò la stretta relazione e dipendenza che esiste fra questi due fenomeni fisiologici.

Negli animali vecchi, ammalati o deperenti, nei quali il tubo digerente più non elabori, od elabori incompletamente le sostanze nutritive ingeste, avviene che la respirazione, oltre al rallentarsi, in gran parte rivolge la propria azione sui materiali già stati assimilati, e li consumi. La pinguedine e l’adipe scompajono; il tessuto cellulare si assottiglia e si svuota; i muscoli si rendono esili; e perfino le ossa perdono di volume, di consistenza e di peso, finchè la respirazione, non trovando più nè alimenti nuovi, nè materiali già assimilati da elaborare, cessa affatto. Lo stato letargico cui vanno soggetti alcuni animali è pure una prova di quanto si espone.

Fenomeni eguali avvengono ne’ vegetali quando deperiscono e muojono. Le piante deperenti, morte in terra, guaste nelle radici, e munite di poche foglie, danno colla combustione una minor quantità di ceneri e di gas combustibili che non quelle tagliate dal suolo ancor viventi. Le piante verso la maturanza, e quelle le cui radici più non funzionano per una circostanza qualunque, cominciano col diminuire la respirazione, indi elaborano anch’esse i materiali del proprio fusto1.

  1. Vedi anche § 29.