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Osservate come si comporti una pianta posta ad un tratto a vegetare in sabbia pura, ove non trovi che una minima parte di quanto abbisogna pel proprio nutrimento. Somministrate alle piante sostanze inutili alla loro nutrizione, o che siano in condizioni difficilmente assimilabili, e vedrete le foglie soffrire od anche cadere siccome inutili, non avendo più un motivo da funzionare. Alterate la respirazione, togliendo in parte le foglie; ponete una pianta repentinamente ove non possa ricevere che luce diffusa; collocatela nell’oscurità, o in qualche ambiente freddo, e la nutrizione si troverà più o meno scemata, secondo la maggior o minor quantità di foglie levate, o secondo il maggior o minor grado di oscurità o di freddo. Grande è la differenza di vegetazione che passa fra una pianta cresciuta nelle stanze abitate o nelle serre, ed altra istessa che goda dell’aria libera; come diversa e la vegetazione d’una pianta che cresca in luoghi dominati dai venti e soggetti a forti balzi di temperatura, in confronto di quella che goda di una temperatura quasi uniforme, e d’un’atmosfera tranquilla. In tutti questi casi è la respirazione che viene ad essere modificata, ma è pure la nutrizione che si modifica a seconda di quella.

Lo stesso si verifica negli animali. Quando si diminuisca o si tolga loro interamente il cibo, i polmoni inspirano un’eguale quantità d’aria, ma la respirazione, ossia l’assorbimento dell’ossigeno, diminuisce o cessa affatto. Alterate la digestione per mezzo di sostanze che rendano gli alimenti meno intaccabili dal sugo gastrico, od alterate questo in modo che più non agisca normalmente su di essi, e vedrete immediatamente alterarsi la respirazione e la circolazione sanguigna, come ve lo proverà il freddo che invade il corpo. E questo complesso di sintomi può giungere a tanto da sospendere affatto la respirazione, e produrre l’apoplessia. —