Capitolo XXX

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XXIX XXXI
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CAPITOLO XXX.

Della intemperanza appropriata al liocorno.

Intemperanza, che è contrario vizio della virtù della temperanza, secondo che dice Damasceno, si è a seguire tutte le sue volontà, siccome gli viene dal cuore. E puossi assimigliare la intemperanza al liocorno, ch’è una bestia che ha tanta dilettazione di stare con alcuna donzella, che, com’egli ne vede alcuna, incontanente va da lei, e addormentasi nelle sue braccia: poi vengono gli cacciatori, e sì lo prendono; chè altrimenti non lo [p. 85 modifica]potrebbono pigliare, se non per la sua intemperanza. Plato dice: Nessuno vizio al mondo è peggiore che la intemperanza; chè da lei procedono tutti gli mali. Varro dice: Chi è volonteroso non può essere senza molti vizj. Seneca dice: Alla persona volonterosa nessuna ricchezza può durare. Socrate dice: Chi vuole seguitare tutte le sue volontà, alla fine conviene rimanere perdente, e tosto vituperato.