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capitolo xxx. 85

trebbono pigliare, se non per la sua intemperanza. Plato dice: Nessuno vizio al mondo è peggiore che la intemperanza; chè da lei procedono tutti gli mali. Varro dice: Chi è volonteroso non può essere senza molti vizj. Seneca dice: Alla persona volonterosa nessuna ricchezza può durare. Socrate dice: Chi vuole seguitare tutte le sue volontà, alla fine conviene rimanere perdente, e tosto vituperato.

CAPITOLO XXXI.

Della umiltà appropriata all' agnello .

Umiltà, secondo che dice Longino e Origene, si è rifrenare l’alterezza della volontà dell’animo, la quale resistenza non si dee fare per modo che si caggia nel vizio della dejezione. Sant’Andronico dice che questo vizio è a sottomettersi più che non si conviene. E poi dice che è umiltà di molte ragioni: la prima si è a mostrarsi sempre minore degli altri: la seconda si è a sottomettersi a ciascuno con umiltà, come si dee: la terza a credere di potere meno che non può: la quarta si è a credere di non potere essere sufficiente a tutte le cose: la quinta a temere quello che si dee. Della umiltà discende quattro virtù: la prima si è onoranza, cioè a fare onore altrui: la seconda si è a fare riverenza a’ maggiori di sè: la terza si è a ubbidire coloro che hanno alcuna podestà di dovere comandare: la quarta si è la gratificazione, cioè riconoscere e ri-