CLXXXVII

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CLXXXVII

La Vecchia.

     «Quand’a quel lavorio messi saranno,
ben saggiamente deggian operare,
e l’un attender e l’altro studiare,
4secondo ch’egli allor si sentiranno;
né sí non de’ parer lor giá affanno
di voler ben a modo mantacare,
ch’amendue insieme deggian affinare
8lor dilettanza; e dimorasse un anno!
     E se la donna non v’ha dilettanza,
s’infinga in tutte guise che vi sia;1
11sí gline mostri molto gran sembianza:
istringal forte e bascil tuttavia;
e quando l’uom avrá sua dilettanza,
14sí paia ch’ella tramortita sia.»

Note

  1. [p. 381 modifica]son. 187. Al v. 10, ho soppresso in principio e ho conservato vi del ms. prima di sia. Al v. 13 ho premesso e, che parmi indispensabile.