Favole scelte dalla raccolta dei fratelli Grimm/La Lepre ed il Riccio

La Lepre ed il Riccio

../La Sogliola ../Le Spighe di grano IncludiIntestazione 29 aprile 2022 75% Da definire

La Sogliola Le Spighe di grano
[p. 103 modifica]

LA LEPRE ED IL RICCIO.


Ragazzi, voi forse non crederete a questa storia, eppure la è vera, verissima, poichè quella buon’anima di mio Nonno quando me la narrava, sempre diceami: — Figliuol mio, se questa storia non fosse vera, non te la narrerei. — Eccola, attenti!

Era una domenica mattina d’autunno, tempo in cui la saggina fiorisce; il sole erasi levato, aleggiava un leggiero zeffiretto; le allodole facevano echeggiar l’aria delle loro allegre canzoni, le api ronzavano di fiore in fiore; la gente rimpulizzita e vestita a festa andava in chiesa; gaie erano tutte le creature ed il Riccio eziandio.

Il quale stavasene dinanzi la porta di casa [p. 104 modifica]sua, il naso rivolto in aria, le zampe incrocicchiate sul petto spiccando una canzonetta nè meglio, nè peggio di quel che un Riccio suole cantare in una mattina di domenica. Mentre canticchiava, la moglie lavava ed asciugava i piccini, gli venne voglia di andar nel campo vicino a veder se cresceano le rape, le quali come vicinissime a casa sua, solea avere in conto di proprietà della famiglia. Chiuse la porta ed andò. Fatti pochi passi, quando appunto era presso alla siepe posta torno torno del campo, s’intoppò nella Lepre, che era pure uscita per andare a vedere i suoi cavoli. Subito il Riccio gentilmente le augurò il buon giorno: la Lepre rigonfia d’una ventosa superbia e piena di sè nulla rispose all’amichevole saluto, ma con cert’aria di sussiego gli disse: — perchè vai pe’ campi in questa bella mattina?

— Vado un po’ a spasso.

— Oh! oh! a spasso, dovresti aver le gambe meglio fatte.

La villana risposta spiacque molto al Riccio, il quale mai non pigliava cappello se non quando parlavasi delle sue gambe, precisamente perchè le avea avute storte da madre natura.

— Credi forse, rispose alla Lepre che le tue sieno delle mie migliori?

— Oh! sì lo credo di certo.

Resta a provare, rispose il Riccio. Se facciamo una corsa scommetto vinco io. [p. 105 modifica]

— E che? ti gira il boccino, con queste gambe storte? Del resto se hai questo ruzzo possiamo provare. Che scommettiamo?

— Un Luigi d’oro ed una bottiglia d’acquavite.

— Accettato; possiamo subito metterci alla prova.

— Non tanta furia, mia cara; sono ancor digiuno, prima voglio andare a casa a far colazione, fra una mezz’ora son qui di ritorno.

La Lepre acconsente ed il Riccio se ne va.

Strada facendo pensava tra sè: la Lepre confida nelle sue gambe, ed io le farò una gherminella; sta in sul grande, ma è una sciocca, le costerà caro. Giunto a casa disse alla moglie; vestiti subito, devi venir nel campo con me.

— Che c’è di nuovo?

Ho scommesso colla Lepre un Luigi d’oro ed una bottiglia di acquavite a chi corre meglio e tu devi venire ad aiutarmi.

— Oh! Dio mio, marito mio! cominciò a lamentarsi la moglie del Riccio. Ma se’ matto? Come puoi vincere la Lepre alla corsa?

— Zitto, moglie mia, questo tocca a me e tu non devi immischiarti delle faccende degli uomini. Su lesta, vestiti e vieni.

Che dovea fare la moglie? Tacere ed obbedire.

Strada facendo, il Riccio le disse: — sta ben attenta, noi faremo la corsa in quel campo; la Lepre starà in un solco ed io [p. 106 modifica]nell’altro, cominceremo di laggiù al fondo, vedi. Tu devi metterti in quel solco, quando la Lepre ti sarà vicina, salterai fuori gridando: eccomi, son prima io.

In questo mentre giunsero al campo: il Riccio indicò alla moglie il luogo dove dovea nascondersi, indi si recò al luogo convenuto e trovó la Lepre che subito gli disse: — Possiamo cominciare?

— Sì, avanti, rispose il Riccio e ciascuno si pose nel suo solco.

Uno, due, tre, disse la Lepre e partì veloce come il baleno; il Riccio fece parecchi passi, indi se ne stette cheto, cheto nel solco.

Giunta la Lepre dopo una rapida corsa in cima del campo; la moglie del Riccio gridò: — eccomi prima di te.

La Lepre ne fu assai meravigliata, credea di parlar col marito, poichè è noto, si rassomigliano come due goccie d’acqua.

— Pare impossibile, dicea, proviamo ancora una volta. E si mise a correre così precipitosamente che sembrava le orecchie le volassero dalla testa. La moglie del Riccio non si mosse. Quando la Lepre arrivò all’altra estremità del campo, il marito gridò: eccomi prima. Fuori di sè la Lepre per la rabbia, proviamo ancora una volta gridò. Volentieri, rispose il Riccio, possiamo continuare sinchè ne hai voglia.

La Lepre corse settantatre volte di seguito [p. 107 modifica]ed il Riccio sempre vinse senza far fatica; dappoichè ogni volta che la Lepre arrivava ad una delle estremità del solco, veniva fuori il Riccio o sua moglie, dicendo: — eccomi prima.

Alla settantaquattresima corsa la Lepre restò morta in mezzo del campo; perdea sangue da tutto il corpo. Il Riccio prese il Luigi d’oro e la bottiglia di acquavite guadagnata, chiamò la moglie e tutti e due allegri e contenti fecero ritorno a casa.

Se non sono morti vivono ancora.

Gli è ne’ campi di Buxtehude1 che il Riccio vinse la Lepre alla corsa e da quel di nissuna Lepre osò più sfidare i Ricci di Buxtehude.

La morale di questa storia è:

1.° Che nessuno per quanto possa stimarsi da più degli altri deve prendersi giuoco del più debole, fosse pure un Riccio.

2.° Se volete prender moglie, badate bene di cercarla che vi somigli e per condizione e per carattere.

Chi è Riccio adunque badi che la sua futura moglie sia Riccio e così degli altri.

Note

  1. Buxtehude piccola città dell’Annover a 18 Km. da Stade, i cui abitanti sono a torto accusati di essere i Beoti della Germania. Fu eretta in città nel 1275.

    Nota del Trad.