QUal nasca giovamento da gli studj
Fra gli uomini il narrai; or quanto i Numi
Gli onorar’, dir a’ posteri m’accingo.
* Per tesser lodi a un vincitor Atleta,
5Simonide, di cui parlai poc’anzi,
Stabilì il prezzo, e in loco ermo sen gìo.
Ma l’argomento lieve a la feconda
Vena frenando il corso, qual si suole
Da’ Poeti, licenza prende, e i due 10Figli di Leda, che cangiarsi in stelle,
Frappose; indi simil laude a l’Atleta
Fe’ derivar. S’approvò l’opra, e un terzo
De la mercede convenuta ottenne.
Richiesta l’altra, la daran risponde, 15Quei ch’ebbero due parti di tue lodi;
Ma perchè disdegnato tu non parta,
Poichè i congiunti, (e te a’ congiunti ascrivo,)
A la cena invitai, te pure invito.
Benchè deluso, e l’onta alto il trafigga, 20Per non farsi l’Atleta in tutto avverso,
Promette, e a l’ora destinata riede.
Siede a mensa: le tazze, l’apparato
Il convito, la casa empion di gioja.
Quando repente due, più che d’umano 25Sembiante, di sudor, di polve aspersi,
Impongono ad un servo, che il Poeta
Faccia sì, che a lor venga incontinente;
Giovargli assai, ch’e’ non frapponga indugio.
Sì turbato gliel dice, che Simonide 30In fretta parte: il piede ha fuori appena,
Che cadendo la volta tutti opprime,
Nè a la porta più alcun giovin si trova.
Come ciò si riseppe, ognun s’avvide
Che gli Dei fur que’ due, che per mercede
De’ loro encomj, gli donar’la vita.35