Eutifrone/Capitolo VIII
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Capitolo VII | Capitolo IX | ► |
VIII.
Socrate. Badiamo, via, a quello che si dice noi ora: dunque la cosa cara agl’Iddii e l’uomo caro agl’Iddii, è santo; la cosa o l’uomo in odio agl’Iddii, è empio. Or il santo non è la medesima cosa che l’empio, ma tutto il contrario: è vero?
Eutifrone. Vero.
Socrate. E par ben detto!
Eutifrone. Pare! non dicon così?
Socrate. E non dicono anche così, che gl’Iddii han fra loro discordie ed inimicizie?
Eutifrone. Dicono.
Socrate. Ora, o valent’uomo, la discordia quando ci fa inimici e ci fa stizzire? Guardiamoci un poco. Se tu ed io fossimo discordi quanto a un numero se egli è più o meno, che c’inimicheremmo perciò e anderemmo in collera o, facendo i conti, ci metteremmo subito d’accordo?
Eutifrone. Sicuro.
Socrate. E se fossimo discordi del più lungo e più corto, misurando, ci accorderemmo anche subito?
Eutifrone. Certo.
Socrate. E togliendo in mano la bilancia, penso io che d’amore e d’accordo potremmo giudicare del più grave e leggero?
Eutifrone. Sicuro.
Socrate. Che cosa è dunque dove non trovandoci d’accordo e non potendo intenderci, noi ci faremmo nemici e ci accapiglieremmo l’uno coll’altro? O che non ti vien su la lingua? Te lo dico io, guarda se egli è vero: è il giusto e l’ingiusto, il bello e il brutto, il buono e il cattivo. E le cose nelle quali discordandoci e non potendo comporre insieme le nostre opinioni ci faremmo nemici, se fosse il caso, io e tu e chiunque, non son codeste?
Eutifrone. Hai ragione.
Socrate. Per tanto, se mai gl’Iddii han discordia fra loro, l’avrebbero per codesto?
Eutifrone. Non può esser per altro.
Socrate. Dunque, secondo te, o generoso Eutifrone, chi degl’Iddii una cosa la crede giusta, chi iniqua, chi brutta, chi bella, chi buona, chi cattiva? che baruffe non ne farebbero s’ei s’accordassero in queste cose; non è vero?
Eutifrone. Le tue son parole d’oro.
Socrate. E che? ciascuno degl’Iddii non ama ciò ch’è bello e buono e giusto? e ciò che no, non l’odia?
Eutifrone. Certo.
Socrate. E le medesime cose non di’ tu che alcuni Iddii le reputano giuste, altri inique; onde, disputandoci sopra, si guastan fra loro e si fanno guerra? non è così?
Eutifrone. Così.
Socrate. Dunque, come pare, le medesime cose sono odiate dagl’Iddii e sono amate dagl’Iddii; e le medesime cose sono odiose ai loro occhi ed amabili? E così sarebber le medesime cose sante ed empie, secondo che tu di’?
Eutifrone. Pare.