Esperimento di traduzione dell'Iliade di Omero/Lettera al cav. Vincenzo Monti
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Ugo Foscolo - Esperimento di traduzione dell’Iliade di Omero (Antichità)
Lettera al cav. Vincenzo Monti
Intendimento del traduttore | ► |
Q
uand’io vi lessi la mia versione dell’Iliade voi mi recitaste la vostra, confessandomi di avere tradotto senza grammatica greca, ed io nell’udirla mi confermava nella sentenza di Socrate, che l’intelletto altamente spirato dalle Muse è l’interprete migliore d’Omero. Ma la coscienza delle mie forze non fu sì modesta da sconfortarmi, e voi donandomi il vostro manoscritto e l’arbitrio di valermene, mi traete ad avventurarmi a disuguale confronto per trovar mezzo a ricambiarvi di questa prova di fiducia e di amore verso di me. Però non mi sono abbellito di veruno de’ vostri pregi, come terrò nel nostro segreto ciò che mi sembrasse colpa per non trarre a giudizio pubblico le accuse che l’autore ascolta liberamente, ed è in tempo ancor d’emendare. Ma stampo col mio il vostro primo Canto, onde se l’Italia, come io credo, vi ascrivesse la palma, tocchi miglior poeta all’Iliade, ed io vossa perdonare alla fatica, che spendo più per amor d’Omero che della fama.
A chi non s è ancor mostrato, come voi, degnamente autore, questo mestiere del tradurre frutta dovizia di erudizioni e di frasi, ma gli mortifica nell’ingegno tutte le immaginazioni sue proprie; ogni servitù dimezza l'uomo ed il merito delle imprese. Voi intanto leggete questo libricciuolo, che, se non altro, vi sarà caro per la nostra antica amicizia, e vivetevi lieto della vostra gloria.
- Brescia 1.* gennaio 1807.