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l’autore ascolta liberamente, ed è in tempo ancor d’emendare. Ma stampo col mio il vostro primo Canto, onde se l’Italia, come io credo, vi ascrivesse la palma, tocchi miglior poeta all’Iliade, ed io vossa perdonare alla fatica, che spendo più per amor d’Omero che della fama.

A chi non s è ancor mostrato, come voi, degnamente autore, questo mestiere del tradurre frutta dovizia di erudizioni e di frasi, ma gli mortifica nell’ingegno tutte le immaginazioni sue proprie; ogni servitù dimezza l'uomo ed il merito delle imprese. Voi intanto leggete questo libricciuolo, che, se non altro, vi sarà caro per la nostra antica amicizia, e vivetevi lieto della vostra gloria.

Brescia 1.* gennaio 1807.