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UGO FOSCOLO

A

VINCENZO MONTI



Q

uand’io vi lessi la mia versione dell’Iliade voi mi recitaste la vostra, confessandomi di avere tradotto senza grammatica greca, ed io nell’udirla mi confermava nella sentenza di Socrate, che l’intelletto altamente spirato dalle Muse è l’interprete migliore d’Omero. Ma la coscienza delle mie forze non fu sì modesta da sconfortarmi, e voi donandomi il vostro manoscritto e l’arbitrio di valermene, mi traete ad avventurarmi a disuguale confronto per trovar mezzo a ricambiarvi di questa prova di fiducia e di amore verso di me. Però non mi sono abbellito di veruno de’ vostri pregi, come terrò nel nostro segreto ciò che mi sembrasse colpa per non trarre a giudizio pubblico le accuse che