Esempi di generosità proposti al popolo italiano/Rendiconto esemplare

Rendiconto esemplare

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Coronare la vittoria col perdono. Gratitudine pia Il servitore affettuoso


[p. 169 modifica]Convocò Samuele il popolo d’Israello, e gli disse: «Ecco ho fatto secondo la vostra volontà: il re lo avete. Io son già vecchio; e dalla prima giovanezza son sempre vissuto in mezzo a voi, infino a questo dì della mia [p. 170 modifica]canizie, che vi parlo. Eccomi pronto a rendervi ragione d’ogni atto della mia vita; eccomi solo dinnanzi a voi. Giudicatemi, dite dinnanzi al Signore e a questo re, dite, o popolo d’Israello, s’io ad alcuno di voi tolsi per forza o per frode cosa veruna; se d’alcuno offesi l’onore; se accettai presente veruno; e quanto mi si dirà che avrò preso contro giustizia, sarà mio debito restituire».

A terribile esame chiamava il vecchio Samuele la propria vita, schierando dinnanzi a un popolo intero gli anni suoi, come persone accusate dinnanzi a una turba di giudici. E’ li interroga a fronte alta, giudice egli di loro. E per fare alla loro coscienza questa illustre disfida, aspetta di non esser più reggitore loro, nè nulla; aspetta che da un altro uomo abbiano che sperare e che temere oramai. Certo che de’ malcontenti ne avrà fatti anch’egli in tanti anni; e taluni almeno di coloro che vollero un re, avrebbero goduto a poterlo trovare in colpa, e screditare il nome di lui. E però, ben fece a chiamarli, che l’accusino pubblicamente; che ardiscano mostrare la faccia. Se tutti i governanti aprissero simile lizza, farebbero cosa e buona e onorata, e sovente profittevole a sè. Bisogna fare il letto alle acque correnti, che scendano: se no, strariperanno torrente, o stagneranno palude; porteranno rovina e marciume.

All’interrogazione del vecchio, commossi di riverenza e di gratitudine risposero gli uomini d’Israello: «No, voi non offendeste il nome d’alcuno di noi, nè soverchiaste, nè toglieste del nostro cosa veruna». Samuele, volgendosi a Saul, e poi girando lo sguardo, modesto [p. 171 modifica]ma fermo, per la folla ondeggiante come placido mare che cede a un dolce venticello da sera, soggiunse: «Dunque m’è testimone Iddio, e testimone il re vostro, che nessuna cosa è nelle mie mani, nè de’ vostri averi nè de’ diritti vostri». E tutti dissero: «Iddio è testimone». E il vecchio allora: «Quel Dio che vi fece liberi dall’Egitto, creò i liberatori, e li mosse. E perchè i padri vostri lo dimenticarono, furono dati alle mani di straniero nemico. Si ripentirono, e di bel nuovo il Signore li fece liberi. Ora, se servirete a Dio con amore, voi e il re vostro, sarete, egli e voi, benedetti: se no temete. L’avete fatto voi questo, del chiedere un re: ma se a Dio primieramente ubbidite, e non correte dietro alla vanità della grandezza bugiarda, le quali non vi gioveranno punto, perchè sono vanità, Iddio Signore manterrà le promesse che ha fatte. Quanto a me, non resterò mai di pregare per voi che se non lo facessi, sarebbe colpa. A Dio voi dunque ubbidite di cuore. Se no, e voi e il vostro re perirete dispregiati».