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ma fermo, per la folla ondeggiante come placido mare che cede a un dolce venticello da sera, soggiunse: «Dunque m’è testimone Iddio, e testimone il re vostro, che nessuna cosa è nelle mie mani, nè de’ vostri averi nè de’ diritti vostri». E tutti dissero: «Iddio è testimone». E il vecchio allora: «Quel Dio che vi fece liberi dall’Egitto, creò i liberatori, e li mosse. E perchè i padri vostri lo dimenticarono, furono dati alle mani di straniero nemico. Si ripentirono, e di bel nuovo il Signore li fece liberi. Ora, se servirete a Dio con amore, voi e il re vostro, sarete, egli e voi, benedetti: se no temete. L’avete fatto voi questo, del chiedere un re: ma se a Dio primieramente ubbidite, e non correte dietro alla vanità della grandezza bugiarda, le quali non vi gioveranno punto, perchè sono vanità, Iddio Signore manterrà le promesse che ha fatte. Quanto a me, non resterò mai di pregare per voi che se non lo facessi, sarebbe colpa. A Dio voi dunque ubbidite di cuore. Se no, e voi e il vostro re perirete dispregiati».


Era già incominciata la superbia regia di Saul; e, subito dopo la superbia, com’onde di torrente che premono le prim’onde, vennero disgrazie nel popolo d’Israello. S’erano i Filistei raccolti a combatterlo; trentamila cocchi, sei mila cavalli, e fanti che non se ne sapeva il numero; accampati in un luogo, di vocabolo Macma. Il popolo d’Israello, spauriti, si nascosero per le caverne de’ monti, e per le spelonche selvose, e tra le rocce deserte, e nelle vuote cisterne sotterra; altri passarono il