Esempi di generosità proposti al popolo italiano/Memorie di gratitudine e di concordia

Memorie di gratitudine e di concordia

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Dignità vera de' governanti La speranza generosa


[p. 88 modifica]Quand’erano il popolo d’Israello nel deserto di Sin (dove morì e fu sepolta nella solitudine la sorella di Mosè e d’Aronne, Maria), l’acqua venne a mancare; e tutti cominciarono a insorgere contro Aronne e Mosè con rimproveri, dimenticando la servitù ond’erano usciti per opera ammiranda di Dio, il qual poteva fare a pro loro [p. 89 modifica]anche più grandi cose. Aronne e Mosè pregarono il Signore che aprisse, vero tesoro, una fonte d’acqua viva, e li dissetasse. Allora il Signore comanda a Mosè che prenda la mazza sua pastorale, e aduni il popolo, e tocchi il masso, e il masso darebbe acque vive. Mosè, quand’ebbe adunato la moltitudine dinnanzi al masso, esclamò in forma di rimprovero insieme e di dubbio: «Poss’io forse, farvi da questa pietra zampillare acque vive?». Alzò la mano, e percosse due volte con la mazza il macigno, e ne sgorgarono acque in tanta abbondanza da dissetarvisi e gli uomini e gli animali. Allora disse il Signore ad Aronne e a Mosè: «Per questo che non avete creduto alla promessa mia, e sospettaste impossibile rendermi quest’onore dinnanzi al popolo d’Israello, non sarete voi che l’introdurrete nella terra di Canaan; ma, innanzi di toccarla, morrete». E fu così. Nel lungo pellegrinaggio morì primo Aronne; e Mosè, salito su un monte, contemplò quella terra dove il suo popolo doveva aver pace; e su quel monte morì. Con questo il Signore volle insegnarci ch’anco i reggitori de’ popoli possono errare, e essere castigati; e che una delle cose che più offendono la misericordia di Dio, è il dubitare di lei, e mettere in altri il dubbio che contrista e avvilisce.

Giosuè succedette, come guidatore del popolo, per guidarlo, dopo quarant’anni di via, finalmente alla stanza di Canaan. Ordinò dunque a’ principali del popolo che andassero per mezzo agli accampamenti, e ciascuno alle sue schiere dicesse di prepararsi; che fra tre dì dovevano essere tutti al fiume Giordano, e lo passerebbero. Mossero di notte, e vennero al fiume; e quivi stettero per tre giorni. Allora i banditori andarono per l’ampie tende, gridando: «Quando vedrete l’arca del patto del Signore Dio vostro, e i sacerdoti portarla, movete [p. 90 modifica]tutti e tenetele dietro. Fra voi e l’arca ci corra lo spazio di dumila cubiti, perchè la possiate vedere di lontano, e conoscere la via da tenersi». E Giosuè disse al popolo: «Purificate le anime vostre; chè, domani il Signore farà nei vostri occhi una mirabile cosa». E a’ sacerdoti disse: «Togliete l’arca del patto, e muovete alla testa del popolo». L’arca del patto conteneva le tavole della legge data da Dio; e il libro d’essa legge e la mazza d’Aronne, la quale per volere divino, di secco legno ch’ell’era, verdeggiò a un tratto di foglioline, e si coperse di fiori: e conteneva una misura della manna che, per quarant’anni, piovendo dall’alto, alimentò nel deserto quella gran moltitudine. Era l’arca di legno di pregio, dorata dentro e fuori, e orlata di puro oro, con anelli e stanghe da portarla dorate. Giosuè disse dunque ai figliuoli d’Israello: «L’arca del Signore, nel passare il fiume andrà innanzi a voi. E come i sacerdoti che portano l’arca del Signore avranno posto il piede sull’ultimo margine della sponda dove battono l’acque del fiume, vedrete le acque che sono da valle scorrere e andar via per la china; e le acque che sono da monte fermarsi, e far come un muro». Suonarono dunque i figli d’Aronne le trombe d’argento, che era il segno del muoversi; suonarono lunghi squilli, interrotti da breve posa; e al primo segno si mossero le schiere ch’erano a oriente, al secondo quelle che a mezzodì, e così via. E quando i sacerdoti portanti l’arca del patto ebbero tocche col piede le prime acque (gli era dopo lo struggersi delle nevi, e il letto del Giordano era pieno), le acque di sopra, che discendevano rapide, stettero a un tratto, come cavallo che, tirato dal freno, sbuffa e s’impenna: quelle che via cadevano frettolose dal monte, venute a quel [p. 91 modifica]punto, s’accalcavano sulle altre ritte, e rimanevano lì, come fa una rovina che precipita e i massi s’ammontano sopra i massi: e le acque parevano una montagna a vedere dalla città d’Adom insino al luogo che chiamavasi Sartan. Le acque, poi, ch’erano dalla parte all’ingiù, scorrevano col solito impeto verso il mare Morto; e, non essendo incalzate da altr’acque, lasciavano il letto del fiume scoperto, sì che ci era da vedere, tra i massi e i ciottoli, piante e pesci, e avanzi di cadaveri umani, e rugginose armi tinte di nero sangue. I sacerdoti con l’arca stavano nel mezzo del fiume come in secca terra; ed intanto il popolo tutto passava con presto passo, ma ordinatamente, in silenzio guardando alla gran mole de’ flutti sovrastanti, con maraviglia piena di fede, e però libera di spavento. Quando furono tutti passati, fece Giosuè, per consiglio di Dio, che dodici uomini scelti, un per tribù, tolgano dal bel mezzo del letto del fiume ove stettero i piedi de’ sacerdoti, tolgano in spalla dodici grosse pietre; che sia segno della fratellanza vostra, o figli del popolo d’Israello. E quando i vostri figliuoli vi domanderanno e diranno: che vuol dire questa memoria di queste pietre? Risponderete raccontando ch’egli è monumento perenne delle grandi cose che Dio per voi fece».

I figliuoli d’Israello, portarono siccome aveva ordinato Giosuè, un per ciascuna tribù, le dodici pietre al luogo dov’era il campo: e altre dodici pietre, tolte dalla riva, Giosuè fece mettere nel letto del fiume di dove erano le altre dodici state tolte. I sacerdoti che portavano l’arca, stavano intanto nel mezzo del Giordano, in fin che fu compito ogni cosa. Passò poi anche l’arca. Sì tosto come i sacerdoti posero il piede sulla riva verdeggiante, e ecco il monte dell’acqua si versa con gran suono sul [p. 92 modifica]fondo; come quando i cavalli, aperte le sbarre, si slanciano impetuosi nel corso.

Quelle pietre, rizzate a memoria, rimasero per molte e molte generazioni; e parlavano del tempo antico; e raccomandavano la gratitudine verso Dio, e la concordia, che può fare della società una famiglia. Possano tutti i monumenti per le nostre città e per le campagne, e per tutto il mondo, essere eretti con simile intendimento, e parlare linguaggio di religione coraggiosa e di magnanimo amore!

Giunti che furono i figli d’Israello al monte d’Ebal, si ricordarono di quel che a Mosè aveva il Signore ordinato: onde Giosuè rizzò a Dio su quel monte un altare di rozze pietre, non tocche dal ferro; e offerse vittime di espiazione e di pace; e sulle pietre scrisse i comandamenti della divina legge. Gli anziani del popolo e i giudici e i capitani, e poi tutta la moltitudine, co’ forestieri ammiranti, stavano a quella cerimonia schierati dall’una e dall’altra parte dell’arca in lungo ordine e fitto, come due muraglie vive e ondeggianti; e intorno all’arca erano i sacerdoti. E Giosuè benedisse al popolo d’Israello: poi lesse del libro della legge dettato da Mosè; e l’ascoltavano co’ guerrieri i giovanetti e le donne.