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punto, s’accalcavano sulle altre ritte, e rimanevano lì, come fa una rovina che precipita e i massi s’ammontano sopra i massi: e le acque parevano una montagna a vedere dalla città d’Adom insino al luogo che chiamavasi Sartan. Le acque, poi, ch’erano dalla parte all’ingiù, scorrevano col solito impeto verso il mare Morto; e, non essendo incalzate da altr’acque, lasciavano il letto del fiume scoperto, sì che ci era da vedere, tra i massi e i ciottoli, piante e pesci, e avanzi di cadaveri umani, e rugginose armi tinte di nero sangue. I sacerdoti con l’arca stavano nel mezzo del fiume come in secca terra; ed intanto il popolo tutto passava con presto passo, ma ordinatamente, in silenzio guardando alla gran mole de’ flutti sovrastanti, con maraviglia piena di fede, e però libera di spavento. Quando furono tutti passati, fece Giosuè, per consiglio di Dio, che dodici uomini scelti, un per tribù, tolgano dal bel mezzo del letto del fiume ove stettero i piedi de’ sacerdoti, tolgano in spalla dodici grosse pietre; che sia segno della fratellanza vostra, o figli del popolo d’Israello. E quando i vostri figliuoli vi domanderanno e diranno: che vuol dire questa memoria di queste pietre? Risponderete raccontando ch’egli è monumento perenne delle grandi cose che Dio per voi fece».

I figliuoli d’Israello, portarono siccome aveva ordinato Giosuè, un per ciascuna tribù, le dodici pietre al luogo dov’era il campo: e altre dodici pietre, tolte dalla riva, Giosuè fece mettere nel letto del fiume di dove erano le altre dodici state tolte. I sacerdoti che portavano l’arca, stavano intanto nel mezzo del Giordano, in fin che fu compito ogni cosa. Passò poi anche l’arca. Sì tosto come i sacerdoti posero il piede sulla riva verdeggiante, e ecco il monte dell’acqua si versa con gran suono sul