Esempi di generosità proposti al popolo italiano/Leggi giuste e pietose
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Il terzo mese dopo l’uscita d’Egitto, vennero i figli di Israello nella solitudine del Sinai; e si spiegavano a piè del monte le tende. Com’era bello vedere questo milione d’uomini, e più, camminare in ordine per la deserta via, e lampeggiare nel sole le armi e le insegne; e tutti conoscere a certi segni il punto del muovere, del fermarsi, del cominciar gli apparecchi, dell’inchinarsi alla comune preghiera! Come bello sentire il canto di tante migliaia, che volava sopra i pianti de’ bambini, e i belati delle gregge pascenti, e si distendeva co’ raggi primi dell’alba, e col primo venticello della sera; si distendeva per l’aria, commossa insin allora non da altro che dai lontani urli e ruggiti delle fiere, e dal percuotere che ha la bufera nella foresta! Ascese Mosè il sacro monte: e gli parlò l’Angelo in nome del Signore, e gli disse: «Queste cose annunzierai alla famiglia d’Israello: Avete veduto quel ch’io feci agli Egizi dispregiatori di voi; ch’io v’ho portati quasi sopra ale d’aquila, e levati a me. Se dunque osserverete il mio patto, sarete il popolo diletto a me». Mosè venne, e adunò i capi delle famiglie ed espose le parole del Signore; e il popolo tutto promise di accettare la legge di Dio per sua legge. Allora Dio impose a Mosè che ordinasse a tutto il popolo di prepararsi, per tre dì, con opere buone, con la mondezza sì delle membra e sì de’ pensieri; e che poi riceverebbero la sua legge. Il terzo dì, sullo chiarire del cielo, ecco tuoni scoppiano di su al monte, e lampi guizzanti, e una nuvola densa investì la montagna; e dalla nuvola, solcata da’ lampi, uscivano confusi ai tuoni, suoni di trombe acuti e forti, gradatamente crescenti. Onde il popolo ebbe sgomento. Mosè lo fece stare alle falde. E tutto il monte fumava, e attraverso al fumo appariva nell’alto un’ampia fiamma; ed era terribile quella vista; intanto che dalle altre parti il cielo era puro e quieto, e gli alberi si rallegravano nella luce novella. E dal monte gli squilli della tromba sempre più lunghi discendevano per l’aria e per la campagna: e la fiamma correva e tremolava, come grandi lampane rotate in giro, rompendo le tenebre che si richiudevano dietro a quella come fa l’acqua del mare alla barca che rapida la solcò. E quel buio era qui cenericcio come nuvolo, lì nero come caligine, altrove azzurrino come il sereno della notte stellata; in cima del monte sorgeva la fiamma come d’immensa fornace, e pareva che andasse su su fino al cielo. Mosè ascese il monte, e Aronne seco; e una gran voce fu da tutto il popolo udita di più che umano suono, che usciva di mezzo alla fiamma; e diceva i precetti della legge santa, i quali Mosè scrisse sopra due tavole di pietra a memoria perenne. E questa legge per secoli fu guida al popolo d’Israello. Com’ella sia cosa ispirata da Dio, lo conosce chi raffronta la legge di Mosè con le leggi de’ popoli più inciviliti e più famosi che innanzi la nascita di Gesù Cristo fossero sulla terra. Rammenteremo alcuni de’ più notabili tra’ suoi precetti, tra quelli che la legge cristiana ha confermati, e più liberamente ampliati.