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con opere buone, con la mondezza sì delle membra e sì de’ pensieri; e che poi riceverebbero la sua legge. Il terzo dì, sullo chiarire del cielo, ecco tuoni scoppiano di su al monte, e lampi guizzanti, e una nuvola densa investì la montagna; e dalla nuvola, solcata da’ lampi, uscivano confusi ai tuoni, suoni di trombe acuti e forti, gradatamente crescenti. Onde il popolo ebbe sgomento. Mosè lo fece stare alle falde. E tutto il monte fumava, e attraverso al fumo appariva nell’alto un’ampia fiamma; ed era terribile quella vista; intanto che dalle altre parti il cielo era puro e quieto, e gli alberi si rallegravano nella luce novella. E dal monte gli squilli della tromba sempre più lunghi discendevano per l’aria e per la campagna: e la fiamma correva e tremolava, come grandi lampane rotate in giro, rompendo le tenebre che si richiudevano dietro a quella come fa l’acqua del mare alla barca che rapida la solcò. E quel buio era qui cenericcio come nuvolo, lì nero come caligine, altrove azzurrino come il sereno della notte stellata; in cima del monte sorgeva la fiamma come d’immensa fornace, e pareva che andasse su su fino al cielo. Mosè ascese il monte, e Aronne seco; e una gran voce fu da tutto il popolo udita di più che umano suono, che usciva di mezzo alla fiamma; e diceva i precetti della legge santa, i quali Mosè scrisse sopra due tavole di pietra a memoria perenne. E questa legge per secoli fu guida al popolo d’Israello. Com’ella sia cosa ispirata da Dio, lo conosce chi raffronta la legge di Mosè con le leggi de’ popoli più inciviliti e più famosi che innanzi la nascita di Gesù Cristo fossero sulla terra. Rammenteremo alcuni de’ più notabili tra’ suoi precetti, tra quelli che la legge cristiana ha confermati, e più liberamente ampliati.