Esempi di generosità proposti al popolo italiano/Dolcezza del perdono/IV
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E mentre mangiavano, veggono de’ viandanti venire da Galaad, con cammelli, che portavano resina odorosa e altre spezie in Egitto. Disse Giuda agli altri fratelli: «Che ci giova egli se noi lo facciamo morire, ancorchè si tenga nascosto il sangue sparso. Meglio è venderlo a questi mercanti, e che così non si macchino le mani nostre. Egli è nostro fratello, è sangue nostro». Così disse Giuda. Ma non solo il sangue macchia le mani dell’uomo: può anche il danaro macchiarle; che, quando non sia bene acquistato, tinge talvolta come sangue. Gli altri fratelli ascoltarono la parola di Giuda; e andarono e trassero dalla cisterna Giuseppe: e mentr’egli sperava che impietositi lo riconducessero al padre, e cercava negli occhi loro foschi e ne’ volti confusi intendere la sorte sua, eglino lo prezzano come si fa d’una bestia, e lo vendono per trenta monete d’argento a que’ forestieri. E quelli ne lo menarono seco in Egitto.
Ruben, che in quel frattempo si era allontanato per poco, ritorna alla cisterna, e non ci trovò il giovanetto. E, dal dolore stracciandosi le vesti, raggiunse i fratelli e diceva: «Il ragazzo non è più là: or dove andrò io in cerca di lui?». Presero la veste di Giuseppe; e, ucciso un capretto, tinsero la veste in quel sangue; e mandarono gente che la portassero al padre, dicendo: «L’abbiamo trovata: or vedi se sia o no la veste del tuo figliuolo». Il padre la riconobbe, infelice, e disse: «È la veste del mio figliuolo. Una fiera crudele l’uccise, una fiera divorò il mio Giuseppe». E si stracciò le vesti di dosso, e pianse il figliuolo suo lungamente. Vennero tutti gli altri figliuoli a consolare il dolore del padre; ma egli non voleva sentire di consolazione, e diceva: «Scenderò in sepoltura, piangendo il figliuolo mio». Quel dolore era a’ fratelli rimprovero amaro: e è da credere che i più, e forse tutti, si pentissero sin d’allora del tradimento. E è da credere che Giacobbe, fra il dolor grande, sentisse la coscienza che lo riprendeva dell’aver troppo ciecamente prediletto Giuseppe, tuttochè buono e degno, a tutti gli altri figliuoli.