Esempi di generosità proposti al popolo italiano/Dolcezza del perdono/III

Dolcezza del perdono - III

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[p. 16 modifica]All’udir questa cosa, Ruben ch’era il fratello maggiore, che gli pareva come tenere vece di padre al giovanetto, s’ingegnava di liberarlo dalle mani loro, e diceva: «Non vogliate spegnere la sua vita. Mettetelo in questa cisterna ch’è qui in luogo deserto; e non vi contaminate di sangue». Così diceva, intendendo salvarlo dall’odio loro e renderlo al padre. Come Giuseppe [p. 17 modifica]fu giunto a’ fratelli, salutatili appena, gli si avventano, lo spogliano della lunga veste fattagli dal padre; e lo calarono in una vecchia cisterna ch’era senz’acqua, abbandonandolo alla pioggia, al vento, alle fiere, alla fame. Forse taluno di loro sentivano rimorso in cuore di quella crudeltà; ma temevano l’un dello altro, e si vergognavano d’essere pietosi. Lasciatolo là in quel fondo (e chi sa con che parole avrà chiesto misericordia, e domandato perchè gli facessero così, e nominato il vecchio padre; e essi si saranno forse inviperiti a quel nome? Chi sa come lo stupore gli avrà tolte le parole, e egli guardatoli in viso, e cercato negli occhi loro il perchè; e poi avrà domandato pietà; chi sa da quel fondo che voci avrà messo intanto che loro si allontanavano senza rispondere?), lasciatolo, dico, in quel fondo, si sedettero in giro a mangiare, come se nulla fosse.