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18 dolcezza del perdono

foschi e ne’ volti confusi intendere la sorte sua, eglino lo prezzano come si fa d’una bestia, e lo vendono per trenta monete d’argento a que’ forestieri. E quelli ne lo menarono seco in Egitto.

Ruben, che in quel frattempo si era allontanato per poco, ritorna alla cisterna, e non ci trovò il giovanetto. E, dal dolore stracciandosi le vesti, raggiunse i fratelli e diceva: «Il ragazzo non è più là: or dove andrò io in cerca di lui?». Presero la veste di Giuseppe; e, ucciso un capretto, tinsero la veste in quel sangue; e mandarono gente che la portassero al padre, dicendo: «L’abbiamo trovata: or vedi se sia o no la veste del tuo figliuolo». Il padre la riconobbe, infelice, e disse: «È la veste del mio figliuolo. Una fiera crudele l’uccise, una fiera divorò il mio Giuseppe». E si stracciò le vesti di dosso, e pianse il figliuolo suo lungamente. Vennero tutti gli altri figliuoli a consolare il dolore del padre; ma egli non voleva sentire di consolazione, e diceva: «Scenderò in sepoltura, piangendo il figliuolo mio». Quel dolore era a’ fratelli rimprovero amaro: e è da credere che i più, e forse tutti, si pentissero sin d’allora del tradimento. E è da credere che Giacobbe, fra il dolor grande, sentisse la coscienza che lo riprendeva dell’aver troppo ciecamente prediletto Giuseppe, tuttochè buono e degno, a tutti gli altri figliuoli.

V.

Giuseppe intanto fu portato in Egitto, e venduto a un grande ch’era nella corte del re, capo delle milizie. Perchè allora le creature umane vendevansi come bestie al mercato: e tuttavia in più parti del mondo si tiene questo mercato indegno; e lo tengono anche uomini che si