Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 53

Lettera 52 Lettera 54

[p. 69 modifica]AL VENERABILE RELIGIOSO D. GUGLIELMO PRIORE GENERALE DELL’ORDINE DELLA CERTOSA (A).

I. L’esorta a bagnarsi nel sangue di Gesù Cristo, mostrando I utile cbe De riportano le potente tutte dell’anima; come si spogli d’ogni amor proprio l’anima, e quale acquisto si faccia della carila, delia pazienzia, della conforriMtà al dii ino volere, e delle altre virtù proprie de’prelati della religione; onde esorta detto priore all’cserciz.o di dette virtù, alla santa orazione, al zelo della salute de’ sudditi, cd a provvedere di buoni superiori la religione Del vicino capitolo.

Slett**» 53.

f.

AL none di Jesà Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. ^Oarissimo e reverendo padre in Cristo, dolce Jesù. Io Catarina, serva

schiava de’ servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi bagnato ed annegato nel sangue del figliuolo di Dio; considerando io che la memoria quando s’empie del sangue di Cristo crocifisso, incontinente lo intelletto si volge a raguardare in essa memoria, dove egli trova il sangue; vedevi il fuoco della divina carità, amore inestimabile intriso ed impastato col sangue, perocché per amore fu sparto e donato a noi: la voluntà va subito dietro allo in-

[p. 70 modifica]telletto, amando e desiderando quello che l'occhio dell’intelletto ha veduto, e però subito leva l'affetto e l'amore suo, nell'amore di Cristo crocifisso, il quale amore trova nel sangue come detto è: allora l'anima s'annega in esso sangue, cioè che annega ed uccide ogni sua perversa voluntà sensitiva, la quale ribella spesso al suo Creatore, ed ogni amore proprio di sè medesimo gitta fuore di sè, e vestesi dell'eterna voluntà di Dio: la quale voluntà l'anima ha gustata e trovata nel sangue; perocché il sangue gli rappresenta, che Dio non vuole altro che la sua santificazione, che se egli avesse voluto altro, non arebbe Dio datoci il Verbo dell’unigenito suo figliolo; e però vede bene che ciò che Dio permette in questa vita all’uomo, non permette per altro fine: ogni cosa che ha essere vede che procede da Dio, e però niuna cosa che addiviene, nè di tribolazioni, nè tentazioni, nò ingiurie, nè strazj, nè villanie, nè di veruna altra cosa che addivenire gli potesse, non si può, nè vuole turbare, ma è contenta, ed halle in grande reverenzia, considerando che le vengono da Dio, e date sono a noi per grazia di bene, per amore e non per odio.

Adunque non si può lagnare, nè de’ lagnarsi, perchè si lagnerebbe del suo bene proprio, la qual cosa non è costume dell’ anima vestita della dolce voluntà di Dio di lagnarsi di veruna cosa che addivenire gli potesse, se non solo della offesa di Dio, di questo si duole e de’ dolere, perchè vede che è contra alla sua voluntà, e però il peccato è degno d’odio, perchè non è da Dio, e però non è niente; ogni altra cosa che in sè ha essere è da Dio, e però l’anima innamorata di Cristo l ama, ed ha in reverenzia: questa anima non vede sè per sè, ma vede sè per Dio, e Dio per Dio, inquanto è somma ed eterna bontà, degno d’essere amato, cd il prossimo per Dio e non per propria utilità. Questa non elegge il tempo, nò stato a suo modo, nè fatica, nè consolazione, ma secondo che piace alla divina bontà riceve con affetto d’amore; [p. 71 modifica]. 71 in ogni cosa trova diletto, perchè colui che ama non può trovare pena affliggitiva; nelle battaglie gode; se egli è perseguitato dal mondo, elli si rallegra; se egli è suddito, con grande allegrezza e pazienzia porta il gioco della obbedienzia; se egli è prelato, con pazienzia porta e sopporta i difetti de suoi sudditi, cioè ogni persecuzione che ricevesse, o ingratitudine che trovasse in loro verso di sè; disponsi alla morte per divellere le spine de’vizj, siccome buono ortolano, e piantare le virtù nell’anime loro, facendo giustizia realmente, condita con misericordia: non si cura della pena sua, non schifa labore, ma con grande letizia porta: non vuole perdere il tempo che egli ha per quello che non ha, perchè alcuna volta vengono cotali cogitazioni e battaglie nel cuore; se tu non avessi questa angoscia e fatica della prelazione, potresti meglio avere Dio nella pace e quiete tua; e questo fa il dimonio di ponerli innanzi al tempo della pace per farlo stare in continua guerra; che colui che non pacifica la voluntà sua nello stato che Dio gli ha dato, sta sempre in pena, ed è incomportabile a sè medesimo, e così perde l’uno tempo e l’altro, che non esercita li tempo della prelazione, e quello della quiete non ha; e così abbandona il presente e 1 avvenire. Non è adunque da credere alla malizia sua, ma è da pigliare quello che egli ha vigorosamente, siccome fa l’anima vestita della voluntà-di Dio detta di sopra, che fa navigare in ogni tempo, così nel tempo della fatica come in quello della consolazione; perchè egli è spogliato dell’amore proprio di sè medesimo, e d’ ogni tenerezza e passione sensitiva, onde procede ogni male ed ogni pena; che avere quello che Y uomo non vuole, è una via onde esce la pena; e vestito della eterna voluntà di Dio e non della sua; e’ssi fatto una cosa con lui, per affetto d’amore è fatto giudice della eterna voluntà di Dio, vedendo, giudicando, e tenendo che Dio non vuole altro eh$. la nostra sanlitìcazionc, e perciò ci creò alla immagine e similitudiue sua, perchè fossimo santificati [p. 72 modifica]72 in lui, godendo e gustando l’eterna sua visione, avendolo veduto e conosciuto coll’occhio dell*intelletto nel sangue di Cristo crocifisso, che fu quello mezzo che ci manifestò la verità del Padre eterno. 0 glorioso sangue che dai vita; che lo invisibile ci hai fatto visibile; manifestato ci hai la divina misericordia, lavando il peccato della disobbedienzia con. la obbedienzia del Verbo,.onde è uscito il sangue. Orsù, per l’amore di Cristo bagnatevi^ bagnatevi e state in. continua vigilia ed orazione, carissimo Padre, vegliando con l’occhio dell’intelletto nel sangue: allora veglierà per fame e sollicitudine dell’onore di Dio e salute dell’anime sopra i sudditi vostri. A questo modo arete la continua orazione, cioè il continuo santo desiderio. Questo v’è necessario a voi per conservare la salute vostra nello stato che voi sete; poiché Dio v’ha posto nello stato della prelazione, non vi conviene essere negligente, nè timoroso, nè ignorante, andare’ con. gli occhi chiusi, però vi prego che siate affamato, imparando dall’Agnello svenato, e consumato per voi, che con tanto diletto e fame dell’ onore del padre e salute nostra, corse all’obbrobriosa morte della croce: avete subietto adunque,-che Dio v’ha rappresentato e posto dinanzi il Verbo dell’ unigenito suo figliolo, ed il sangue per tórre ogni timore e negligenzia, e ciechità d’ignoranzia.

E se voi dite, io sono ignorante e non cognosco bene me, non tanto che quello che io ho a fare per li sudditi, ed io vi rispondo, che avendo fame dell’onore di Dio, quello che voi non aveste per voi, Dio adopererà in voi quello che bisognerà per la salute delli sudditi vostri: abbiate pure fame e desiderio: e non veggo però, che questa fame si possa avere senza il mezzo del sangue, e però vi dissi ch’io desideravo di vedervi bagnato ed annegato nel sangue di Cristo crocifisso; perchè nel sangue si perde 1’ amore della vita propria, di quello amore perverso che l’uomo ha a sè medesimo, il quale amore non lascia fare giustizia, per timore di non perdere lo Stato, o per con[p. 73 modifica]descender

e piacere più agli uomini clic a Dio: non lascia fare i prelati secondo la voluntà di Dio, nè a buona coscienzia, ma secondo i piaceri e pareri umani si fanno, che è quella cosa che ha guastato e guasta 1’ Ordine, come è di non correggere e di fare i prelati non corretti,’ma incorretti ed indiscreti, che il cattivo prelato guasta i sudditi, siccome il buono gli racconcia, e tutto questo procede dall* amore proprio di sè. Nel sangue di Cristo si perde questo amore, ed acquistasi uno amore ìnefTabde, vedendo che per amore ci ha data la vita per ricomperare questo figliuolo adottivo dell* umana generazione. Quando si vede tanto amore, con l’amore trae 1 amore, levando 1’afletto ed il desiderio suo ad amare quello che Dio ama, ed odiare quello che egli odia, e perchè vede che sommamente Dio ama la sua creatura che ha in sè ragione, però l’anima concipe uno amore nella salute dell’anime, che non pare che se ne possa saziare: odia i vizj e peccati / perchè non sono in Dio; ed ama le virtù in loro per onore di Dio. Per questo ne perde la negligenzia e diventa sollicito, e perde l’amore del corpo suo, e vuoisi dare a mille morti, se tanto bisogna!


perde la ciechità, ed ha riavuto il lume, perchè s* è tolta la nuvola dell’amore proprio, e posto il sole del1’ amore divino della ardentissima carità, il quale li ha consumato in sè ogni ignoranzia, e tutto questo ha tratto dal sangue. O glorioso e prezioso sangue del1’ umile ed immaculato Agnello: or qual sarà quello ignorante e duro, che non pigli il vasello del cuore, e con affetto d’ amore non vada al costalo di Cristo crocifisso, il quale tiene e versa l’abbondanzia del sangue? Dentro in sè troviamo Dio, cioè la natura divina unita con la natura umana; troviamo il fuoco dell* amore che per l’apritura del lato ci manifesta il secreto del cuore, mostrando che con quelle pene finite non poteva tanto amore mostrare, quanto il desiderio e la voluntà sua era maggiore, perchè non era comparazione dalla pena finita sua all’amore infinito. [p. 74 modifica]74 Or non tardiamo più, carissimo padre, ma con perfetta sollicitudine questo punto del tempo che Dio v’ha serbato, e specialmente ora che ne viene il tempo del capitolo, dove si veggono più i difetti, siate sollicito a punirgli, acciocché il membro corrotto e guasto, non guasti il sano, facendone giustizia sempre con misericordia; e non vi muovete leggiermente, ma vogliate cercare ed investigare la verità per persone discrete

di buona coscienzia; e sempre quello che avete a fare fate col consiglio divino, cioè per la santa orazione, e poi col consiglio umano, che è pure divino de’buoni e cari servi di Dio; e sempre vogliate vederveli dal lato che sieno specchio di religione, e sopra tutte 1’altre cose che io vi prego che attendiate, si è, di fare buoni priori, che sieno persone virtuose ed alte a reggere, che sono molti’che sono buoni in loro, e non sono buoni a governare, e così si guastano le religioni, e per lo contrario si racconciano. Quando trovate,dei buoni, conservateli: non timore per l’amore di Cristo crocifisso. Son certa che se voi vi bagnerete nel sangue suo per affetto d’amore, ed annegarelevi dentro, ogni propria voluntà r consumandola nella eterna voluntà di Dio, la quale trovarete nel-sangue, voi farete questo, ed ogni altra cosa che bisognerà per voi e per loro. Altro non dico. Perdonate alla mia ignoranzia.


Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore. » v. 1 .. ’ * * V 1 i [p. 75 modifica]Annotazione alla Lettera ó3.

(d) Questi fu Guglielmo Rubando vigesimo quinto priore generale di Certosa, cui governò trentacinque anni, e mancò nel 1402!

uomo d’umiltà profonda, oude rifiutò la sagra porpora ( offertagli da Urbano V, il titolo d’abbate generale di cbe quel pontefice rotea onorare la dignità ch’egli (enea. Nello scisma aderi a Clemente VII, e nel capitolo generale dell’auno i3^9 operò cbe uscisse ordine a’ suoi religiosi di tenersi all’ ubbidienza di lui. Ma quel decreto andò vuoto d’effetto per que’ reami cbe stanino ad l rbano: ami tennesi per loro un nuovo capitolo, in cui, approvato l’altro per vero pontefice, fu eletto a visitator generale di tutta la religione un D. Giovanni di Bar, e scomunicato il Ramando. Questi fu poi deposto da Bonilacio IX, che dichiarò generale il predetto visitatore.

Nondimeno seguitò 1 Rniuaudo nell’ offizio di generale, per que’ reami che tcncjnsi a’ papi d’Aviguone, in siuo alla morte.