Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 54

Lettera 53 Lettera 55

[p. 76 modifica]76 AL PRIORE DI GOKGONA DELL’ORDINE DELLA CERTOSA IN PISA (A).

I. Lo piega a volere ajutar

con sollecitudine papa Urbano VI, larina, serva e schiava de’ servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi sollicito ad esercitarvi in servizio della dolce Sposa di Cristo, la quale si vede ora in tanta necessità (E).


Ora è il tempo nostro che si vedrà, chi sarà amatore della verità o no: non ò da dormire, ma ò da destarsi dal sonno, e ponersi per obietto il sangue di Jesù Cristo crocifisso, acciocché siamo più inanimati alla battaglia: il nostro dolce santo padre papa Urbano VI, vero sommo pontefice, pare che voglia pigliare quello rimedio che gli è necessario alla reformazione della santa Chiesa, cioè di volere i servi di Dio allato a sò, e col consiglio loro guidare sè e la santa Chiesa, per questa cagione vi manda questa bolla (C), nella quale si contiene, che voi abbiate a richiedere tulli quelli cli

vi saranno scritti: fatelo sollicilamente, e tosto, c non ci mettete spazio di tempo, che la Chiesa di Dio nella riforma di santa Chiesa, ed a tale effetto gli manda la bolla del medesimo qui nominato.


Al nome dì Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. arissimo figliuolo in Cristo dolce Jesù. Io Ca [p. 77 modifica],11 non ha bisogno d’indugio: lasciate stare ogni altra cosa, sia ciò che si vuole, e sollicilate gli altri che vi saranno scritti, che tosto siano qui: non tardate, non tardate per 1’amore di Dio: entrate in questo giardino a lavorare di qua, e frate R. è ito a lavorare di là (D), perocché il santo padre ! ha mandato al re di Francia (E): pregate Dio per lui, clieì faccia vero seminatore della verità, e se gli è bisogno, che ne ponga la vita. Il santo padre si conforta bene e realmente, come uomo virile, giusto e zelante (F) dell onore di Dio che egli è. Altro non vi dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio, e bagnatevi nel sangue di Crisso crocifisso. Jesu dolce, Jesù amore. [p. 78 modifica]Annotazioni alla Lettera 51.

(d) Priore di Certosa nell’isola di Gorgona era di questo tempo, cioè Tanno 13^8, D. Bartolomeo Serafini da Ravenna, uomo di virtù sì eccelsa cbe in quell’Ordine si onorò poi del titolo di beato.

Fu egli grande estimatore della santità di questa serafica vergine, e si ebbe ella grande stima di lui, onde a sua inchiesta recossi a quell’isola, e fecevi esortazione sì acconcia ai bisogni di que’ ferventi religiosi, che venne riputato a miracolo, ed essa credula aver conosciuto di lume celeste quauto era spediente alla salute di esse anime.

La picciola isola di Gorgona, nota pnranco agli antichi, che la nominarono Gorgon, si alza sul mare di Toscana tra 1’ isola di Corsica e la spiaggia Pisana, a trenta miglia da Livorno, poco più, poco meno. Dappoiché sull’ esempio de’solitarj d’ Egitto presero pure gli occidentali a dilungarsi dallo strepito del mondo e ripararsi alla solitudine, dovette la Gorgona essere albergo di monaci!

lo raccog! amo da alcuni distici, nè saij, nè belli, di Rutilio Claudio Nnmanziano poeta gentile del quarto secolo, ne’quali si fa beffe d1 un nobile giovane venutovi a trar vita monastica. Cangiò poi di nome in quello di Margherita, come ne ricorda il Baronio, all’occasione di riferire il martirio di santa Ginlia vergine avvenuto in Corsica. Ma in seguito, allentatosi in que’monaci l’antico fervore, forse dall’ avervi accolte intere famiglie che colà riparavansi dai barbari invasori, s. Gregorio pontefice vi deputò un nuovo abbate che tornasscli alla regolare disciplina; e forse allora vi fu introdotta la regola di s..’miedetto, che vi fiorì fino a* tempi di santa Caterina, in cui, sendo l’Ordine malamente corrotto e guasto dalla dissolutezza, Gregorio XI tolse quel luogo a’Benedettini e concesselo areligiosi di Certosa, de’quali primo priore fu questo D. Bartolomeo Serafini, che vi richiamò l’antica pietà. Ma poco appresso dovettero essi pure sgombrare qncsl’isola a cagione de’ corsali cli

ad ogni poco metteaula a ruba, ritraendosi, nel 14^5, alla Certosa di Pisa, alla quale vennero uniti i beni ed i diritti di quella di Gorgona. Nel’1704, la pietà dell’altezza reale di Toscana tornò quell’isola nelle antiche sue ragioni: diedene a’monaci lasignona utile, riserbando a sè il dominio alto e tenendola sienrata di soldati!


dal che si venne ristorando il monistero, vi «1 rimise il culto divino, e. vi si fece r fiorire la memoria della santa, che non. una sola volta ebbe a visitarla.

(fi) Ln quale si vede ora in tanta necessità. A cagione dello scisma che erasi formato da pochi mesi nella Chiesa.

(C) Ver questa cagione vi manda questa bolla. Ln lettera del pontefice che la santa inviò a questo religioso, dovrebbe dirsi brevo anziché bolla: dicendosi propriamente bolle quelle costituzioni più [p. 79 modifica]. 79.

solenni che riguardano il bene cornane della Chiesa, e per lo più scrivonsi in caria perora, e suggellansi culi’impronta nel piombo; laddove i brevi formanti con rumore solennità, versano intorno ail oggetti particolari, e, scritti in carta più sottile, portano il sigillo impresso in ceralacca. Volendosi ad un j uè il pontefice Urbano \I giovare dell’ajnlo d’uomini zelanti dell’onore di ftio e de’vantaggi di santa Chiesa a que’ tempi che per essa andavano sì fortunosi a e*- one dello scisma, molti ne chiamo a sè; valendosi in ciò sin* golarmente dell’opera di santa Caterina, la quale di quc’giorni era giunta a Roma, ed in multe delle sue lettere ve Io atea assai forte stimolato. Avendone adunque ella proposti alquanti al pontefice, vennero questi da essi chi mi iti. consegnandone il breve a questa verdine, ed essa non lascio d’incitarli all’andare coll’efficacia delle sue lettere, e di pungere con acri riprensioni alcuno di loro, che, a pretesto dell* amore alla solitudine, non inchinava ponto all’ubbidire.

Veggansi l’Epìstole 71, 127, i3o e i35, le quali tutte sono d’ invito e di stimolo a varj servi di Dio, acciocché si portassero a Roma a porgere coll’ opera loro alcun aiuto al pontefice. Due brevi hannosi di Urbano a questo piìore, l’uno pubblicato da Bartolomeo Scala religioso di Curiosa, Della leggenda del beato Stefano flaconi, discepolo della santa, in data del 6 di settembre, anno primo del di Ini pontificato, cbe viene ad essere il 137S; l’altro avutosi dalla Certosa di Pisa, nel cui archivio si conserva, dato fuori a’ i3 di dicembre dello stesso anno. Or quello di cui parla qui la santa Don pnò già esser il primo, giacché ella non giunse a Roma, e non potè averlo prima del eS di novembre del 1378, siccome consta dalla vita di lei.

Que’ servi di Dio, cui accenna la santa, e cbe nominati vengono nel secondo breve, erano la più parte a lei famigliai» e confidenti, singolarmente il beato Gio. Opezzinghi, nobile Prsano, stato primo priore di Certosa, il beato Gio. delle Celle di Vallombrosa, il beato Guglielmo inglese, il beato Luca generale degli umiliati e cardinale di santa Chiesa.

Del resto sappiamo che questo D. Bartolomeo d presente ubbidì, e si recò agli ordini di Urbano, dal quale venne adoperato in molti affari, siccome lo fu pure in seguito da Bonifacio IX, che se ne valse a maneggiar la concordia nel gran litigio del pontificato, e da Gregorio XII che l’ebbe in altissima stima, e spesso lo richiese di consiglio.

(D) Frate R. è ito lavorare dì là. Cioè fra Raimondo confessore della santa inviatola Urbano in Francia, come s’avvertirà ad altro luogo, il quale non partì di Roma che del mese di dicembre del 1378, onde da ciò raffermasi, che la santa non inviò con questa sua lettera il pi imo de’ brevi, eh* è del mese di settembre, ma il secondo.

(E) U ha mandato al re dì Francia. Callo V re dì Francia, detto il Savio, principe valoroso, prudente e ginsto con Dio e cogli uomini; nello scisma si lasciò condurre a Clemente VII; benché dopo lunghissime deliberazioni dulie assemblee tentile a \ in* [p. 80 modifica]8o renne!, cd «ni Louvre, la santa querelasene vivamente con Ini, e gli scrisse cine lettere che sono la 186 e 187 di quest’impressione.

Venuto presso a morte, dichiarò che non per alcnno umano rispetto avea tenuto per Clemente, ma soltanto’ per aver giudicato di dover seguire il partito de’cardinali a’quali spetta l’elezione de1 papi!

cbe del resto alla Chiesa universale pienamente se ne rimetteva.

(F) Come uomo virile, giusto e zelante. In qual maniera s’accordino le lodi che la santa dà ad Urbano VI co* biasimi cbe ha ciarli altri scrittori »’ avvertirà ad altra occasione.