Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 40

Lettera 39 Lettera 41

[p. 243 modifica]a43 A NICOLÒ l i OSIMO (’!).

I. L’ esorta ad esser pietra ferma fondata sopra la dolce pietrj, Gesù Cristo, dimostrando il modo di fare 1’ edificio deH’a* cima nostra, e come ad esso concorrono le tre persone divine per mezzo del sangue di Gesù Cristo.

II. Dell’officio delle tre potenze dell’ anim* in ordine a qnesl’edificiu, ed all’acquisto della vera carità; con che Io prega a stimolare il pontefice che voglia Tenire n Roma, ed effettuare il santo passaggio che s’aspettava.

III. Lo prega n voler procurare appresso il papa, acciò provveda l’Ordine suo d‘ un buon vicario, e se gli pire nn tal M.

Stefano, avendo inteso che il presente doveva esser promosso ad nn altro benefizio. .

IV (ili offerisce l’ajuto di Fra Raimondo per li bisngn«, disanta Chiesa.

■. SìcikTfl 40* Al nome di Jesà Cristo crocifisso e di Maria dolce..

i. A voi, dilettissimo e carissimo padre in Cristo Jesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Jesù Cristo, scrivo nel prezioso sangue suo con desiderio di vedervi ima pietra ferma, fondata sopra la dolce pietra ferma Cristo Jesù. Sape.te che la pietra e Io edificio, che fosse posto, e fatto sopra l’arena e sopra la terra, ogni piccolo vento, o piova che venga, il dà a terra, Così l’anima che è fondata sopra le cose transitorie di questa tenebrosa e caduca vila, che passano tosto come [p. 244 modifica]244 il vento e come polvere che si pone al vento, ogni piccolo contrario la dà a terra;

così quando fossimo fondati in amore proprio di noi medesimi, il quale è la più perversa lebbra e piaga che possiamo avere; elli è quella lebbra che tutte le virtù fa guastare, e non hanno in loro vita, perocché sono private della Madre della carità; onde non vivono, perchè non sono accostate con la vita; desidera dunque 1’ anima mia1 di vedervi fondati nella viva pietra. 0 carissimo padre, écci migliore e più dilettevole cosa che dovere edificare lo edificio dell’ anima nostra ? dolce cosa e, che abbiamo trovala pietra, maestro e servitore uno manoale che bisogna a questo. edificio. 0 come è dolce maestro il Patire eterno, dove si riposa tutta la sapienzia, e scienziate bontà infinita: egli è lo Dio nostro, che é colui che è; tutte le cpse che participano essere e secondo di lui, egli è uno maestro che fa quellb che abbisogna, e non vuole altro che la nostra santificazione, e ciò che dà e permette per nostro bene, cioè per purgazione de’peccati nostri, o per accrescimento di perfezione e di grazia. Bene è adunque dolce questo nostro Maestro, sì ben sa edificare e porre quello che bisogna a noi; ed ha fatto più, che vedendo che l’acqua non era buona a intridere la calcina per porre la pietra, cioè delle dolci e reali virtù, donocci il sangue dell’unigenito suo Figliuolo: sapete che innanzi al decreto dell’ avvenimento del Figliuolo di Dio, niuna virtù aveva valore di potere dare all’uomo la vita (./?), la quale per lo peccato aveva perduta..0 padre, raguardiamo la inestimabile carità di questo Maestro, che vedendo clic l’acqua de’santi prò-, feti non era viva, che ci desse vita, ha tratto di sè, c porto a noi il Verbo incarnato unigenito suo Figlinolo, ed bagli data-ila potenzia e virtù,sua in mano, ed hallo postoj nello edificio nostro per pietra, senza la quale pietra noi non.possiamo’ vivere, ed è sì dolce, perchè gli è unito questo figliuolo, ed è una cosa col Patire, che ogni cosa amara per la dolcezza sua, vi diventa

[p. 245 modifica]dolce. In lui è dunque calcina viva e non terra, nè rena. O fuoco dolce d'amore, tu ci hai dato per servitore e manoale l'abondantissimo e clementissimo Spirito Santo, che è esso amore, il quale è quella mano forte che tenne confitto e chiavellato in croce il Verbo: egli ha premuto questo dolcissimo corpo, e fattogli versare sangue, il quale è sufficiente a darci la vita, ed edificare ogni pietra. Ogni virtù ci vale e dà vita, quando è fondata sopra Cristo, ed intrisa nel sangue suo. Spezzinsi dunque li cuori nostri d’amore a raguardare, che quello che non fece 1 acqua ha fatto il sangue. Or chi vorrebbe meglio? chi sarà colui che si vada oggi inai avvolgendo per li fossati, cercando veruna trista o disordinata dilettazione del mondo ?

Dissolvimi per caldo queste pietre degl’indurati cuori nostri.

II. Dunque il padre che è a vederlo (C) con la sapienzia sua, e potenzia, e bontà ci sf è fatto maestro ( perocché il maestro è quello che lavora, c$oè con la virtù che ha dentro da sè, però con la memoria doNe sta.quello che bisogna fare, e con lo intelletto col quale ha conosciuto e con la mano della voluntà ha adoperato), creando ed edificando l’anima nostra ad immagine e similitudine sua. Perdemmo poi la grazia per lo peccato commesso, ed egli venne, ed unissi, ed innestossi nella natura nostra, ed ha dato tutto a noi, perocché la sua virtù la de’ nel Figliuolo, e fecelo snsiememente maestro, come è detto, dandogli la potenzia, e fecelo pietra (così dice santo Paolo) cioè, che la pietra nostra è Cristo; fecelo servitore e lavoratore di questo edificio, cioè che la sua inestimabile carità ed amore, col» quale ha data la vita, col sangue suo ha intrisa questa calcina, sicché non ci manca nulla. Godiamo dunqne, ed esultiamo, poiché abbiamo sì dolce maestro, e pietra:e lavoratore, ed hacci murali col sangue suo, ed ha fatto sì forte questo nostro muro, che nè dimonia, ik creature, nè grandine, nò tempesta, nè vento potrà muovere questo edifìcio, se noi [p. 246 modifica]246 non vorremo. Levisi dunque la memoria, e ritenga in sè tanto beneficio. Levisi lo intelletto * ed il conoscimento a vedere l’amore

la sua bontà, che non cerea, nè vuole altro che la nostra santificazione, e nou vede sè per amore proprio di sè, ma per l’onore del padre e salute nostra: allora quando la memoria ntenerà, lo intendimento ha inteso e conosciuto, non si debba tenere, e non so che si possa tenere la voluntà, che non corra con uno ardore riscaldato «dal caldo della carità, ad amare quello che Dio ama, ed odiare quello che egli odia: di niuna cosa si potrà turbare, nè impedirà mai il santo proponimento; ma sarà, in vera pazienzia, perchè sarà fondato sopra la viva pietra Cristo;é perù vi dissi, che io desideravo che voi foste pietra fondata sopra la pietra detta, e così vi prego per l’amore di Cristo crocifisso, che sempre cresciate e perseveriate nel santo proponimento. Non vi muovete mai, nè allentiate per veruno contrario che addivenisse.


Siatemi una pietra ferma fondata nel corpo della santa Chiesa, cercando sempre l’onore di Dio e la esaltazione e rinnovazione della sanla Chiesa. Pregovi che non allenti il desiderio vostro, nè la sollicitudine di pregare il padre santo che tosto ne venga, e che non indugi più a rizzare l’arme de’fedeli cristiani, la santissima croce; non guardale per lo scandolo che ora sia addivenuto; non tema, ma virilmente perseveri, e tosto mandi ad effetto il santosuo e buono proponimento, perchè sentissi delle percosse che vi fossero date, o per le dimonia o per le creature. Statemi pietra viva fondata nella Sposa di Cristo, annunciando sempre la verità, se ne dovesse andare la vita: non vedete voi per noi, ma sempre attenderete di vedere l’onore di Dio: tanto tempo abbiamo veduto il vituperio del nome suo, che ora ci dobbiamo disporre di dare la vita per la loda e gloria del nome suo. Or sollicitamente, padre, non negligenzia; or mentre che abbiamo il tempo, il tempo è noslio; diamo la fatica al prossimo nostro, e la loda a Dio. Spero per la boulà sua, che voi. il fa[p. 247 modifica]24; rete; perdonate però alla mia presunzione, perocché l’amore e l’affetto me n’ha colpa. Ilo avuta grande letizia del buono desiderio e proponimento del santo padre, sì della venula sua, e sì del santo e glorioso passaggio, il quale é aspettato con grande desiderio dei servi d» Dio. Non dico più.

III. Ho inteso, che’l maestro dell’Ordme nostro (D\ il padre santo, lo vuol promuovere a dargli altro benefico; pregovi, che se così è vero, che voi pregale Cristo in terra, che procuri all’ordine d’uno buono vicario, che n’abbiamo grande bisogno. Pregfrvj ché gli ragioniate, se vi pare di maestro Stefano, che fu procuratore dell’ Ordine, quando frate Raimondo era in corte (£): credo che sappiate, che egli è uomo buono e virile: spero che se noi l’avessimo, che per la grazia di Dio, e per lui l’Ordine si racconcerebbe.

Honne scritto al padre santo, non però detto cui egli ci dà, ma bollo pregato che cel dia buono,

ragionine con voi e con l’arcivescovo d’Otranto.


IV. Se bisognasse, che per questo o per veruna altra cosa in utilità della santa Chiesa, che frate Raimondo venisse a voi, padre, scrivetelo, ed egli sarà sempre obbediente a voi. Altro non dico: permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore...

r [p. 248 modifica]^48 ) ’■ . . . ’ Il I (. | tr. —■ p| 4 .1 ut .. i ■ «. 1 1 Annotazioni alla Lettera 4LO.

. ’ ’ K i ?., M I .

(,/) In luogo di segretario in. questa lettera si dà a Nicolò il titolo di procuratore, la qual cosa giudico provenire da errore dello stampatore, non trovandosi che tale ufficio fosse a que’ tempi nella corte, nè che egli lo esercitasse.

(B) Sapete che innanzi al decreto dell’ avvéniménto del Figliuolo di Dio, ninna virtù aveva valore di poter dare all’ uomo la vita.

L’Aldo ed il Farri non Jianuo la parola decreto, che si legge nel testo a penna il quale conservasi in s. Domenico; parola al tutto necessaria,’ se non si vuol far dire alla santa che-la fede nel Cristo venturo non avesse virtù di dare all’ uomo la vita, cioè la grazia santificante.,, °..

(C) Dunque il padre che è a vederlo. Oscuro e confuso è questo passo nell’Aldo per la mala disposizione delle virgole, e P omissione della parentesi. Il Farri inserisce e cancella molte parole a capriccio, onde affatto si discosta dal testo di Aldo. In questa impressione sonosi lasciate le parole tutte della sauta, e solo si è tolto il secondo’ relativo, che, il quale non slavati appoggiato ad aleuti verbo, e conformandoci al traduttore francese, sonosi chiusi alcuni periodi entro parentesi;’ e di questa maniera il senso è rimaso chiaro a sufficienza e senza errore., .

(D) Ilo inteso che’l maestro dell’Ordine nostro. Di ciò s’è favellato nell’ annotazioni alle lettere prima

trm tesi ma terza, onde non fa di mestieri «pii più favellarne. .


(E) Quando frate.Raimondo era in corte. Essendo questa lettera del 1^76 e de’ primi mesi, so non giorni d’esso, vedesi che per alti affari fu il beato Kaiuioudo a corte altra volta. I) bel nuovo vi tornò quest’ anno medesimo d’ ordine della santa alla richiesta della repubblica di Firenze, precedendo d’ulcuuwmesi I’audata di questa verdine. [p. 249 modifica]ALL’ABBATE NUNZIO APOSTOLICO (^)I.

L‘ esorta ad esser buono membro dc*I corpo mistico di santa Chiesa, per mezzo del giocolo della carità) dimostrandogli come questa s* acquista, seguitando la via di Gesù Cristo^ cioè delle fatiche e dei patimenti.

II. Degli effetti di questo legame della carità, e specialmeute del lume che produce nell’anima.

III. Del conoscimento della ditiaa bontà e di se medesimo^, che .*acqni«ta col Inme vivo, e di ciò che opera 1 nomo talmente illuminato, e specialmeute del zelo che egli ha della salute dell anime.

IV. Rispondendo ad alcune sue richieste, parla di due cose che dorrebbonsi levare dalla Chiesa di Dio, che le sono di gran roviua. Iu oltre l’anima a sperare il perdono de’proprj peccati dalla divina misericordia. Finalmente lo prega ad ajutare il papa negli affari della Chiesa, specialmente consigliandolo nell’ elezione di buoni e santi pastori.

41* AL nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. ^^enerabile padre spirituale in Cristo Jesù. Io Catarina, indegna serva vostra, e figliuola, serva e schiava de’servi di Jesù Cristo, mi raccomando, e scrivo a voi nel prezioso sangue del Figliuolo di Dio, con desiderio di vedervi vero sacerdote e membro legato nel corpo della Chiesa santa. 0 venerabile e caris